Gaspare Russo: buon 92° compleanno presidente !!

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – E sono 92 !! questi gli anni messi in fila, ed ottimamente portati, fin qui dall’avvocato Gaspare Russo, notissimo personaggio della politica nostrana e non solo in un arco di tempo che va dagli anni ’50 fino alla notte compresa tra il 17 e il 18 gennaio 2001 quando dopo circa sette anni di permanenza nella città delle stelle d’oro e cieli grigi “Parigi” rientra definitivamente nella sua abitazione di Salerno in Via San Giovanni Bosco al numero civico 47. E ce ne saranno molti altri di anni da vivere per il presidente Russo, questo è l’augurio mio personale e dell’intera redazione de www.ilquotidianodisalerno.it

Il mitico Gaspare Russo (già presidente della Regione Campania e della Camera di Commercio di Salerno, già consigliere nazionale delle Ferrovie dello Stato e già sindaco di Salerno) ha compiuto gli anni, 92 appunto, il 27 aprile 2019 (sabato scorso); una giornata trascorsa completamente immerso nei suoi affetti familiari con immancabile pranzo fuori casa e lunga necessaria passeggiata su un lungomare letteralmente travolto dal sole; una passeggiata iniziata nelle vicinanze del Comune di Salerno e portata avanti fino a Piazza della Concordia, quasi come a suggellare quella che è stata la sua immensa e dominante vita politica iniziata all’ombra del Palazzo Guerra (sede del municipio di Salerno), continuata nel palazzo della Camera di Commercio, articolata nelle Ferrovie, passare per Palazzo Santa Lucia di Napoli, per finire in Piazza della Concordia  (Place de la Concorde di Parigi) e per avere un suo particolare epilogo sul treno che lo riportò a casa nel corso della notte del 17 gennaio 2001.

Da oltre un anno incontro, con cadenza quasi settimanale, il presidente Gaspare Russo; le ore che passo nella sua abitazione-studio di Via San Giovanni Bosco mi appassionano, mi coinvolgono e mi fanno ancora crescere, nonostante la mia non più verde età e l’esperienza che ho maturato in tanti anni di vita vissuta e di giornalismo; raccolgo e traduco sulla carte i racconti del presidente senza togliere o aggiungere nulla. Riesce, con estrema facilità, ad avere un notevole ascendente sulla mia voglia di sapere e di scoprire; frutto della sua enorme autorevolezza che ancora conserva intatta nell’articolazione di tutti i suoi discorsi improntati sempre alla ricerca della verità senza ledere la suscettibilità di altri, anche di quelli che molto probabilmente lo hanno politicamente tradito o di quelli che lo hanno ciecamente seguito; di uno in particolare ha detto: “Mi piace ricordare, a questo punto, che come serietà e soprattutto amico assunsi un giovane, Galdi Agostino, che era stato uno dei miei alunni all’Opera Ragazzi Nostri e che è stato con me, seguendomi in tutte le mie vicende professionali politiche per molti decenni, il mio migliore collaboratore ed amico”.

Siamo già al 43° capitolo di questo lungo viaggio che abbiamo intrapreso, io e il Presidente, per arrivare alla pubblicazione di un libro che ponga al centro l’uomo Gaspare Russo, senza trascurare la sua lunga militanza politica e le vicende belle e brutte che hanno caratterizzato il suo modo di essere, di governare e, perché no, di gestire il potere.

Gaspare Russo è nato il 27 aprile del 1927 (un anno prima di Ciriaco De Mita) e quando gli chiedo perché non pensa ad un suo nuovo impegno politico, semmai come padre nobile, visto che il suo ex grande amico De Mita si accinge ad un nuovo mandato di sindaco di Nusco, mi risponde che nella vita c’è un tempo per crescere, per studiare, per affermarsi, per fare politica ed anche per riposare ed osservare quello che accade da una posizione defilata senza tralasciare la possibilità di elargire prodighi consigli.

Nel ‘60 è candidato al Consiglio comunale di Salerno e a dicembre è nominato assessore al Turismo e alle Municipalizzate. Nel ‘ 65 è rieletto e nel ‘ 68 diviene presidente della Camera di commercio, un incarico che ha retto fino al ’75. Nel settembre del ‘70 si ricandida al Comune, e diventa sindaco dopo aver spedito letteralmente a casa il mitico sindaco Alfonso Menna, incarico che mantiene fino al ‘ 74, subito dopo viene eletto consigliere regionale. A Santa Lucia ha rivestito ruoli importanti: dal ‘ 75 al ‘ 79 è stato presidente della Giunta campana e, quindi, capogruppo della Dc. Negli anni ’80 è stato a lungo componente della CdA nazionale delle Ferrovie dello Stato e sostenitore di numerosi progetti per il miglioramento e ammodernamento delle tratte ferroviarie meridionali fino a rilasciare il primo vero progetto per la cosiddetta “alta velocità” che soltanto molti anni dopo sarà realizzata anche se in maniera parziale.

Gaspare Russo ha gestito, come tutti gli altri politici importanti, un proprio sistema di potere politico e non di potere per il potere personale; un potere che per certi versi è stato un sistema eccellente ed anche molto più democratico di quello del kaimano. Un potere assoluto che ha avvolto tutto e tutti, un potere nelle mani di un personaggio che è stato mitizzato, idrolatato, forse sopravalutato, comunque combattuto e contrastato; un uomo capace di sottomettere la volontà degli altri, da chiunque si avvicinasse a lui riusciva a carpire cervello, azioni, idee, progetti, capacità professionali, tutte cose che rimescolava in un grosso calderone per far emergere la sua personale strategia nell’ottica del potere per il potere da utilizzare sempre e comunque su scala politica generale.

Nel corso delle nostre lunghe chiacchierate il presidente Russo ha la grande abilità di dire tutto e niente, di non scendere nei dettagli delle cose e, soprattutto, del suo potere sconfinato esercitato a cavallo di cinque decenni, dagli inizi degli anni ’50 fino agli inizi degli anni 2000. Ho detto tante volte che a me non piace la storia scritta dai diretti protagonisti, ritengo che la storia debba essere scritta da osservatori esterni, semmai con la collaborazione dei protagonisti dell’epoca che si descrive; è proprio ciò che sto tentando di fare entrando settimanalmente nello studio che per tantissimi anni è stato la meta più ambita per politici, politicanti, amministratori, mestieranti, affaristi e gente comune e perbene.

Insomma, Gaspare Russo è stato il punto di riferimento politico della DC grazie alla sua disponibilità al dialogo, al suo rispetto delle istituzioni e della concretezza amministrativa; io non ho fatto politica in maniera diretta ma ho seguito dall’esterno e molto da vicino tutti gli avvenimenti dagli anni ’60 ad oggi ed ho sempre pensato che anche per colpa di Gaspare Russo e dei suoi tentennamenti strategici tra Nusco e Pontecagnano (a lungo con De Mita, poi brevemente con Del Mese, e infine ritorno a Nusco) si aprirono dei varchi enormi in cui si infilò abilmente la magistratura locale per chiudere definitivamente il periodo d’oro della politica nostrana.

Anche se nel mio immaginario Gaspare Russo resta, prima di ogni altra cosa, un uomo di quelli veri, di quelli che portano i segreti (semmai ne avesse) fino in fondo.

Auguri vivissimi, caro Presidente.

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