Aldo Bianchini
SALERNO – Poter dire la propria quando si parla di politica è un fatto assolutamente impagabile; poterla esprimere pubblicamente (al netto di tutti gli errori sempre possibili) è addirittura più impagabile.
Bisogna, però, fare delle scelte preventive ed allontanare da se le fatue speranze di qualche ufficio stampa, di una collaborazione diretta, di un incarico mascherato, e così via; io non entrerò mai nella segreteria organizzativa dell’on. Vincenzo Maraio (detto Enzo), né godrò di un qualsiasi beneficio che Egli nell’ambito delle sue possibilità ha già distribuito, sta distribuendo e distribuirà, come è giusto che sia. Al massimo, con Lui o con suo padre Angelo, potrò centellinare un buon caffè per chiacchierare da vecchi amici del più o del meno.
Posso quindi parlare dell’uomo e del personaggio Maraio a mio piacimento, stando attento a rimanere nelle righe della cosiddetta realtà che sempre discende dalla cronaca quotidiana.
A distanza di diversi giorni dalla elezione plebiscitaria di Maraio alla carica di “segretario nazionale del P.S.I.” mi arrivano ancora lamenti, chiacchiericci e vere invettive denigratorie contro un giovane professionista che ha dato tutto se stesso alla politica, ben sapendo delle difficoltà ma anche delle soddisfazioni che avrebbe incontrato sul suo cammino; questi denigratori di bottega, meglio sarebbe dire di marciapiede, non si sono ancora resi conto che l’immagine del giovane salernitano già rimbalza, riflettendosi positivamente, su tutti i telegiornali e giornali dell’intero Paese entrando decisamente nel novero di quei pochissimi personaggi che sono stati chiamati da popolo a scegliere e determinare le condizioni politiche in cui vivremo per i prossimi anni.
Probabilmente questi denigratori, pochi in verità, che ancora insistono nelle loro elucubrazioni non leggono i giornali e non guardano le tv nazionali; se lo facessero capirebbero certamente qualcosa in più; soprattutto che dietro Vincenzo Maraio c’è l’unico e vero movimento giovanile esistente nella politica generale di questo Paese; un movimento che ha già superato di gran lunga quello avviato dai DEM e naufragato, almeno per quanto riguarda Salerno, in litigi e risse furibonde per l’accaparramento di qualche poltroncina locale. Neanche loro si sono mai resi conto che mentre litigavano c’era chi lavorava sodo ed operava con i giovani e per i giovani; e per i giovani dovremmo tutti aprire le strade, anzi le autostrade, se vogliamo davvero il rinnovamento ed il ringiovanimento di questo benedetto Paese.
L’ho già scritto e lo ripeto, anche per Maraio il percorso non sarà facile in un mondo dove c’è il bene ma anche il male; ma lui parte con il notevole vantaggio di saper dialogare con i giovani da giovane qual è.
La prima perla da segretario nazionale di un partito storico l’ha messa già a segno: il patto elettorale PSI e +Europa.
Su questo patto, novità che evoca antichi tentativi del passato (PSI e Radicali), il nuovo segretario nazionale del PSI dovrà essere capace di costruire il partito del futuro, il partito dei giovani, della svolta, del ringiovanimento e del riformismo vero, quello che diffonde ancora il leggero profumo dei garofani nell’aria pesante che ci circonda.
Non comprendo, quindi, e non capisco la scelta (pubblicizzata da alcuni organi di stampa) di voler candidare l’ex rettore Raimondo Pasquino come capolista per il sud; una scelta che potrebbe significare l’abbandono già in partenza di tutta la spinta innovatrice che lo stesso Maraio ha presentato e proposto ai suoi giovani. Personalmente non ho niente contro l’ex rettore, spero però che la notizia venga presto smentita perchè agli occhi del cittadino normale potrebbe apparire come un nominativo utile per tutte le stagioni e per tutti i partiti che entra ed esce a suo piacimento da incarichi e nomine di rilievo; e la scelta, lo dico con sincerità, potrebbe far registrare un clamoroso passo indietro, tale da far naufragare velocemente l’entusiasmo giovanile che ha caratterizzato l’ascesa personale di Vincenzo Maraio verso la prestigiosa poltrona di segretario nazionale di un partito storico che tanto ha dato al Paese.