Dialogo con un Santo,Medico scrive un libro su Moscati

   da Uff. Stampa                                                                                                                 

Fede e carità ispirarono la vita di Giuseppe Moscati, che nella fine
dell’Ottocento trovò nel sostegno ai bisognosi la propria ‘sublime
missione’. Gli stessi ideali hanno convinto Antonio Volpe medico anche lui
come San Giuseppe Moscati – dopo un cammino interiore, lungo circa dodici
anni, che lo ha portato a ritrovare la dialettica costruttiva esistente
tra positivismo e spiritualità.
Volpe, 53 anni, è un dirigente dell’ematologia nell’ospedale Moscati di
Avellino, sposato con tre figli – ha voluto scrivere con stile semplice e
diretto sotto forma di colloquio spirituale il volume: ‘Dialogo con un
santo. Una chiacchierata con il mio maestro San Giuseppe Moscati’,
pubblicato da Intermedia edizioni. Quella che a prima vista potrebbe
sembrare un’antitesi tra scienza e fede viene riproposta dall’autore
dell’interessante libro, ricco completato da un’accurata ricerca
documentale sulla figura di San Giuseppe Moscati, integrata con testi
della Bibbia e del Catechismo della Chiesa Cattolica. ‘Dialogo con un
santo’, in uscita in questi giorni, propone riflessioni profonde su una
grande realtà, quella della Fede e dell’Amore di Gesù e della sua
dolcissima madre, Maria.
Antonio Volpe narra, in un immaginario ma interessante colloquio con
il medico-santo che a cento anni di distanza riprende il dialogo con
l’allievo rispondendo a domande sulla vita, sulla professione, sulla
realtà in cui viviamo e sul mistero del dolore. Giuseppe Moscati fu un
giovane che nella Benevento e nella Napoli di fine Ottocento, per natali
e doti naturali e d’ingegno avrebbe potuto tranquillamente vivere del suo
stato senza preoccuparsi della miseria, del dolore e della altrui
sofferenza. Fu un ottimo e scrupoloso medico lasciando un ricordo prezioso
nell’ospedale degli Incurabili, ma soprattutto per l’attenzione rivolta
amorevolmente ai bisognosi è stato proclamato Santo agli occhi di Dio e
della sua Chiesa perché dedicò tutta la sua vita all’impegno concreto
della carità.
La ‘sublime missione’, il desiderio di dedicarsi alla cura dei
pazienti, all’amore per la propria famiglia e alla carità ha ispirato
Antonio Volpe in questo dialogo immaginario ma vivissimo con il maestro
Giuseppe Moscati. Un volume che si chiude con un’accurata biografia del
Santo e con una toccante lettera di sua Eccellenza Arturo Aiello, Vescovo
di Avellino, mentre la prefazione è stata curata da don Luigi Maria
Marone, parroco di San’Antonio di Omignano Scalo in provincia di Salerno.
Il ricavato dalla vendita del volume sarà destinato dall’autore a una
missione in Madagascar di suor Rosa Faraci, per aiutare bambini orfani e
bisognosi.

Antonio Volpe, 53 anni, ha sposato la signora Maria Di Prenda dalla quale
ha avuto tre figli. Laureatosi a Napoli nel Policlinico Federico II, ha
cominciato a frequentare nel 1992, da volontario, il reparto di ematologia
dell’azienda ospedaliera ‘Giuseppe Moscati’ di Avellino; nel ’96 si è
specializzato in ematologia vincendo nel ‘99 il concorso per dirigente
ematologo di primo livello nel centro di ematologia e unità di trapianti
del ‘Azienda Giuseppe Moscati’ di Avellino. E’ referente nazionale in un
gruppo di lavoro sulle mielodisplasie e sulle recenti acquisizioni del
metabolismo del ferro. Nell’azienda ospedaliera ‘Moscati’ ha creato un
gruppo di medici cattolici ed è collaboratore esterno dell’Ail
(Associazione per la lotta contro le leucemie, i mielomi ed i linfomi).

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