Aldo Bianchini
SALERNO / PADULA / PALERMO – Come sempre accade quando, attraverso un approfondimento giornalistico (che va oltre la sterile cronaca del fatto con l’elencazione dei presenti), si accende un dibattito quest’ultimo evidenza comunque diverse chiavi di lettura. Ed è giusto che sia così, non per niente viviamo in democrazia e ognuno può avere le idee che vuole e può esprimere il pensiero che crede. Questo, ovviamente, vale anche per un giornalista.
Da diversi anni seguo gli eventi e scrivo sul fenomeno “Joe Petrosino” che, insieme alla Certosa di San Lorenzo, è sicuramente una risorsa fondamentale per i flussi turistici di Padula, da cui non si può prescindere; flussi che necessariamente devono essere disciplinati e gestiti dall’Amministrazione Comunale di Padula, e su questo non ci piove.
Quindi quanto esposto nel contesto dell’articolo (ultimo in ordine di tempo) pubblicato il 10 marzo scorso con il titolo “Petrosino, Nino in viaggio con Joe” è soltanto la sintesi del mio libero e indipendente pensiero maturato dopo attente riflessioni sugli accadimenti che negli ultimi anni hanno contrassegnato le varie tappe delle vicende che si sono consumate intorno al personaggio Petrosino in funzione del necessario ricordo della sua memoria; non è qui il caso di rifare la cronistoria dei tanti momenti difficili, ma anche coraggiosi, che le varie Associazioni e lo stesso Comune hanno vissuto per organizzare al meglio le tantissime manifestazioni che da Padula a Palermo, fino a New York passando per Roma ed altre grandi città del mondo, hanno immortalato per sempre la vita e la battaglia di legalità che un figlio di Padula ha saputo portare avanti da New York a Palermo; battaglia di legalità che è stata ripresa e continuata negli ultimi tempi dall’attento assessorato alla cultura di Padula retto in questa consiliatura da Filomena Chiappardo.
Ogni approfondimento giornalistico, come dicevo, può sempre avere più chiavi di lettura; ed in quest’ottica è sicuramente giusto riportare anche il pensiero delle varie Associazioni su Joe Petrosino, dell’Amministrazione Comunale di Padula e dei tanti personaggi che da anni si impegnano volontariamente e con grande sacrificio quasi quotidianamente per far crescere il mito Petrosino; come ad esempio (per citarne soltanto una) ha fatto l’Associazione Joe Petrosino di New York per l’organizzazione degli eventi romani (descritti nel mio articolo) presso il Campidoglio, dal Papa ed a Montecitorio.
E perché non sottolineare l’impegno dell’ A.C. (sindaco Imparato e assessore Chiappardo) nell’organizzazione della cerimonia di intitolazione del Comando di Polizia Municipale al grande Joe su proposta dell’Associazione Internazionale Joe Petrosino di Padula, presieduta da Vincenzo Lamanna.
E come non ricordare l’impegno che proprio oggi, 12 marzo 2019, in occasione del 110° anniversario dalla morte di Petrosino, a Palermo, grazie all’associazione Joe Petrosino Sicilia, presieduta dall’ottima Annamaria Corradini che, con l’Associazione di New York presieduta da Bob Fonti e con il sindaco Leoluca Orlando, scoprirà una lapide sul luogo dell’uccisione del mitico personaggio padulese.
Oltretutto, a dimostrazione che non esiste un “caso Melito”, sabato 10 marzo 2019 l’A.C. di Padula ha conferito a Nino Melito Petrosino un pubblico riconoscimento, concedendogli anche una breve ma significativa ribalta per esprimere il proprio pensiero.
Per una migliore diffusione delle notizie e nel novero di un rapporto sempre più efficiente con la stampa, e quindi anche con il sottoscritto, l’assessore Filomena Chiappardo ha ribadito che Nino Melito è apprezzato e stimato e che “ … nel rispetto dei ruoli Nino è custode della memoria e spiega all’interno della casa museo nella quale opera con tre custodi, e che le strategie turistiche e culturali sono programmate e portate avanti dall’amministrazione comunale poichè la casa museo rientra nella proprietà comunale …”.
Intanto ieri, lunedì 11 marzo, Nino Melito Petrosino ha partecipato, sempre a Palermo nel teatro Don Bosco ad una “giornata di studio Joe Petrosino” (organizzata dall’Istituto Superiore per la Difesa delle Tradizioni Roberto Trapani della Petina) e da protagonista ha recitato la sua storia sul pro-zio dinanzi a cinquecento studenti degli Istituti Superiori di Brancaccio.
A tutto questo si aggiungono alcune precisazioni inviatemi da Giovanni Cancellaro che sostanzialmente rivendica a se l’idea originale della creazione della casa museo, idea portata avanti anche in presenza dello scetticismo di tanti personaggi, ivi compreso la stesso Nino Melito che poi è diventato l’unico vero grande narratore del mitico pro zio.
Ma ci sono anche tante altre cose da raccontare al fine di irrobustire il ricordo del mito di Joe Petrosino; c’è anche una poesia musicata, scritta nell’85 e pubblicata nel 1995 da Carmelo Bufano, personaggio molto noto nel Vallo di Diano; della poesia-canzone mi sembra doveroso riportare almeno il ritornello che fa: “A raccontarla, non sembra vera, eppure è storia del novecento. Joe Petrosino ! Chi sarà mai ? Chiede a sua madre la bambina … se fai la brava, al compleanno, magari ti regalo un libro …”.
Si, quella di Joe Petrosino è proprio una vera grande storia del ‘900; e come tutte le grandi storie non finisce mai di stupire e di provocare nuovi dibattiti che fanno venire alla luce tante verità; anche se sullo sfondo resta immortale il sacrificio del poliziotto italo-americano più famoso del mondo al quale in queste ore, grazie all’Associazione Joe Petrosino di New York ed a quella della Sicilia (con la partecipazione dell’A.C. di Padula e l’Ass. Intern. J.P. di Padula), sarà scoperta una lapide presso il Giardino Garibaldi di Palermo, proprio lì dove alle ore 20.45 di venerdi 12 marzo 1909, centodieci anni fa, cadde l’eroe moderno Joe Petrosino sotto tre colpi di pistola sparati in rapida successione da almeno due mafiosi.