Aldo Bianchini
SALERNO – L’interesse sulle Comunità Montane, dopo l’intervista rilasciata dal governatore Vincenzo De Luca al quotidiano “Corriere del Mezzogiorno” il 10 gennaio 2019, è ancora vivo. Con l’avv. Gaspare Russo (notissimo personaggio politico degli anni che vanno dai ’60 ai ’90, già sindaco di Salerno, presidente della Regione Campania, presidente della CCIAA e consigliere nazionale delle FF.SS.) cerchiamo di capirne di più anche per quanto attiene la reale necessità di mantenerle ancora in piedi.
Presidente prima di chiederle notizie sulla storia delle C.M., secondo Lei è giusto mantenerle ancora in vita in una giungla di enti e di sovrapposizione di competenze ?
- Il problema è esattamente questo. L’intero territorio italiano è caratterizzato da una serie di Enti territoriali con competenze varie, che rendono pressochè impossibile qualsiasi tipo di intervento. Ne consegue la necessità di una drastica semplificazione, alla quale però da sessant’anni a questa parte nessuno ha ritenuto di mettere mano. E’ evidente che una situazione del genere contribuisce non poco “ai costi della politica”, ma è esiziale per qualsiasi tipo di intervento sul territorio. E’ un’autentica giungla.
Perché la politica italiana crea sempre questi ingorghi di carattere istituzionale ramificando le stesse competenze ad Enti molto diversi. C’è qualche interesse specifico ?
- Io semplificherei la risposta: è la filosofia ottocentesca delle “autorizzazioni”, non si può fare niente senza essere autorizzati. E’ la burocrazia, un modo di esercitare il potere. E’ evidente che una situazione del genere paralizza qualsiasi tipo di intervento, senza impedire gli abusi, ma al contrario finendo per incentivarli.
Dunque Presidente la burocrazia è il male endemico di questo Paese; se si, quali conseguenze porta insieme ai tanti rinvii ?
- La paralisi e come ricaduta gli abusivismi. Dopo poco tempo che ero diventato sindaco nel 1970, passeggiando su Corso Vittorio Emanuele, perché ho sempre ritenuto importante avere conservato un contatto con la realtà incontrai un gruppo di imprenditori, con i quali mi intrattenni a parlare amabilmente. Uno di questi, un medico che aveva molti interessi in tutti i campi, che era stato anche amministratore comunale, amabilmente mi apostrofò dicendomi “Amico mio, tu lo sai io ho interessi in tutti i campi, ne ho fatto di tutti i colori, ma ogni volta che ho tentato di fare qualcosa secondo legge, non ci sono mai riuscito”; può sembrare un’iperbole, ma è una triste realtà. Troppi vincoli, troppi divieti, finiscono con il paralizzare qualsiasi iniziativa, anche la più semplice e la più leggibile e provocano inevitabilmente la necessità di agire in maniera abusiva. Ogni cittadino, specie tra gli imprenditori, può fare appello alla sua esperienza.
Presidente, allora queste Comunità Montane possono essere abolite ?
- La prima domanda da porsi è quella se hanno adempiuto ai compiti con i quali erano state create. Non si può fare di tutta l’erba un fascio ma l’esperienza suggerisce che se non abolite, andrebbero profondamente riorganizzate.
Presidente, ma allora perché questo rinnovamento riorganizzativo non si fa ?
- Gli interessi che in tutti questi anni si sono stratificati intorno, la politica, i politici, lo impediscono.
Presidente, quindi siamo ad un punto di non ritorno, come un gatto che si morde la coda ?
- La nostra epoca è sicuramente un’epoca di cambiamento. C’è da chiedersi se le forze politiche che attualmente dominano e governano la scena, siano interessate in proposito. A giudicare dai loro programmi, dai contratti di governo non sembra che ci sia traccia di voler agire in questa direzione. Anzi considerando i problemi sul tappeto sembrerebbe il contrario.
Insomma sarebbe come dire che le nomine e le cariche per tutti questi Enti sono molto più importanti degli Enti stessi e delle comunità cui fanno capo ?
- In larga parte direi di si.
Presidente, in provincia di Salerno ci sono 12 Comunità Montane, spesso si accavallano con altri Enti, quante potrebbero essere abolite ?
- La problematica non riguarda soltanto le Comunità Montane, ma i Parchi, tutte le strutture che sono state create per i rifiuti, in sostanza l’intera organizzazione amministrativa del Paese che andrebbe ripensata e riorganizzata.
Quindi dobbiamo continuare così fino alla fine ?
- Speriamo di no, altrimenti andiamo verso la fine.
Mi è parsa sintomatica, direi quasi disarmante, la risposta data alla penultima domanda di questa intervista.
Essa spiega infatti perché è tanto difficile in Italia, se non impossibile, mettere mano e attuare iniziative idonee a migliorare certe situazioni mediante l’introduzione di semplificazioni delle procedure o a mezzo di snellimenti di Organismi e strutture operative.
Se una domanda verte su quante delle 12 Comunità Montane esistenti nella Provincia di Salerno andrebbero abolite, uno si aspetta una risposta inerente al quesito e non la sola considerazione che il tema riguarda
“i Parchi, tutte le strutture che sono state create per i rifiuti, in sostanza l’intera organizzazione amministrativa del Paese che andrebbe ripensata e riorganizzata”.
Mi sembra che riecheggino le risposte date da alcuni NO TAV: c’è dell’altro a cui pensare in un quadro più generale dei trasporti; oppure quelle dei NO TAP che ancora viene tenuto … arenato sulle spiagge brindisine o ancora quelle a suo tempo espresse dai fautori del NO alle Olimpiadi di Roma (non si è dato il via neanche al proseguimento delle attività per la candidatura della città a partecipare ai Giochi), e così via.
Cioè c’è sempre dell’altro di cui tener conto e da coinvolgere nella problematica.
Ovviamente non si può negare che i singoli problemi debbano essere inquadrati anche in un contesto più generale onde evitare scoordinamenti tali da generare risultati peggiori dei mali. Se però questo esercizio finisce per creare pastoie burocratiche o diradamenti di responsabilità dovuti al condizionamento di decisioni concatenate o in cascata, allora … si spiegano(!!) i tanti motivi che rendono difficile ed estremamente defaticante ogni tentativo di ammodernamento o di riformulazione del quadro normativo italiano e delle strutture chiamate ad attuarlo.