Aldo Bianchini
TEGGIANO – In questi ultimi tempi ho scritto diverse volte della scuola in genere cercando di distinguere la “buona scuola” da quella amministrata male; gli episodi di buona e cattiva scuola non mancano, anche sull’intero nostro territorio provinciale. Oggi accendo i riflettori dell’informazione su un istituto scolastico di provincia che già da qualche anno sta dando un esempio virtuoso di come si dovrebbe amministrare la scuola dovunque.
Nel Vallo di Diano c’è fortunatamente la “buona scuola”, quella che conta, quella che vale la pena di frequentare, quella nata ancor prima del tentativo di riforma per decreto sancito dai governi Renzi-Gentiloni, una riforma avviata male ed esercitata ancora peggio.
A Teggiano, splendido paese-città in provincia di Salerno, c’è un fulgido esempio di buona scuola che avvia alla difficile vita di oggi i tantissimi studenti che la frequentano e che sotto la guida del dirigente Rocco Colombo, contornato da tantissimi ottimi docenti, riescono ad affrontare la difficilissima quotidianità che dal giorno successivo al fine scuola dovranno affrontare.
Parlo dell’istituto di istruzione superiore “Pomponio Leto” che da qualche tempo è diventato l’istituto pilota dell’intero territorio valdianese e, se possibile, dell’intera provincia di Salerno.
Pilota per le sue continue innovazioni, pilota per le sue sperimentazioni allargate a tutte le discipline scolastiche, pilota perché quell’istituto non appare soltanto nozionistico in quanto è riuscito a guidare gli studenti con grande abilità tra il nozionismo (sempre necessario ma non in maniera assoluta) e l’esigenza di un moderno metodo di apprendimento.
Insegnare è un processo molto complesso (apprendere altrettanto !!), un’alchimia di preparazione e capacità relazionali, non solo nozioni che vengono trasmesse come in vasi comunicanti. Non c’è niente di più appagante per un docente che raccogliere i frutti delle sue fatiche, dopo aver seminato con zelo, anche a distanza di anni in un abbraccio festoso o in un semplice: “Prof lo sa che mi sono iscritto ad un corso di perfezionamento …”. Questo processo di insegnamento, per quanto a mia conoscenza, è il filo conduttore che muove il dirigente scolastico nella rifinitura diversa e molto più adeguata ai tempi del “Pomponio Leto”.
Lo dico sulla scorta di un episodio che qualche anno fa colpì la mia immaginazione per via di una notizia pubblicata da pochissime testate giornalistiche: ““Polla: l’Università popolare affida al Liceo Artistico di Teggiano il recupero della statua della Vittoria mutilata dai vandali – Saranno gli studenti del Liceo Artistico di Teggiano a restaurare la statua della Vittoria, ubicata nel Parco della Rimembranza di Polla. Mutilata dai vandali otto anni fa, la statua della Vittoria è un monumento molto caro alla comunità di Polla fin da quando, dal lontano 1925, fu realizzata in onore dei caduti della prima guerra mondiale. Adottata dall’Università popolare unitamente all’intero Parco della Rimembranza, la statua, ora, è affidata alle cure dei giovanissimi allievi del Liceo Artistico di Teggiano per riportarla agli antichi splendori”.
Correva l’anno 2014 e da allora mi sono sempre chiesto quanti esempi come questo del “Pomponio Leto” – ramo Liceo Artistico – di Teggiano ci siano in Italia; un esempio che andrebbe assolutamente seguito.
In pratica a Teggiano, grazie anche all’azione innovatrice impressa dal dirigente scolastico Rocco Colombo, già da anni è stata messa in pratica la tanto decantata “autonomia scolastica” che prevedeva e prevede innanzitutto una formazione interna molto precisa e poi la proposizione all’esterno di dette specificità al fine di promuovere le capacità tecnico-didattiche della scuola ed anche per proporre e vendere il “prodotto interno” altamente qualificato. Autonomia, difatti, non è una parola astratta con cui riempirsi la bocca, ma se la si esamina nella sua etimologia si capisce che “autonomia” sta anche a significare che la scuola italiana deve cominciare ad autofinanziarsi e non rimanere nell’attesa di chissà quali e quanti contributi statali per avviare e promuovere le varie attività.
E come si può autofinanziare una scuola ? chiederebbe più di qualche dirigente scolastico; sarebbe sufficiente dare uno sguardo ad altri Paesi, della nostra stessa Europa, dove ad esempio le prestazioni sportive di alcune eccellenze interne vengono propagandate in maniera tale da attirare altri interessi promozionali dall’esterno verso la scuola. Ma ci sarebbero una quantità enorme di altri esempi.
A Teggiano accade ormai da diverso tempo, e non soltanto per quanto attiene la sezione del Liceo Artistico; nel Pomponio Leto grazie allo spiccato senso della corretta comunicazione che Rocco Colombo ha portato in dote da quando ha assunto la dirigenza vengono portati avanti anche numerose altre sperimentazioni nei diversi campi e settori dei corsi di studio previsti e conclamati.
E l’impegno della scuola di Teggiano non si ferma sulla soglia della struttura ma tracima all’esterno fino ad entrare anche nel variegato “mondo del lavoro” per avviare (grazie all’aiuto della Banca Monte Pruno diretta da Michele Albanese) con attenzione e professionalità gli studenti verso il posto di lavoro che è e resta la grande incognita del “dopo scuola” di questi ultimi decenni.
Ecco perché, senza falsi infingimenti, dico e ribadisco che l’istituto di istruzione superiore “Pomponio Leto” di Teggiano è un esempio innovativo da prendere a modello operativo. A Teggiano, vi invito a riflettere, è accaduto un qualcosa che quasi nessuna altra struttura scolastica possiede: un dirigente giovane e decisionista che si è preso la briga di uscire dalla scuola per entrare nel mondo delle istituzioni per spiegare che la “sua scuola” è all’altezza di un compito assolutamente difficile.
Gli studenti, probabilmente, lo hanno capito prima delle istituzioni e delle rispettive famiglie, e corrono verso un modello di “buona scuola” che il dirigente Rocco Colombo (grazie anche alla sua spiccata e professionale attività giornalistica e comunicazionale) ha intrepidamente lanciato verso traguardi sempre più ambiziosi.