Aldo Bianchini
SALERNO – Ha suscitato scalpore l’intervista rilasciata dal governatore Vincenzo De Luca sul ruolo delle Comunità Montane della Campania.
Per saperne di più sono ritornato nello studio dell’avv. Gaspare Russo (già sindaco di Salerno, già presidente della Regione Campania, già presidente della CCIAA di Salerno e già consigliere nazionale delle FF.SS.).
Presidente, giovedì 10 gennaio scorso il governatore De Luca ha rilasciato al Corriere del Mezzogiorno una dichiarazione molto pesante contro le Comunità Montane che sperperano soldi per pagare consulenze esterne e porcherie clientelari. Qual è il suo commento.
- Bisogna riandare sempre al passato. Molta parte della Regione Campania, soprattutto i territori che vanno dall’Alto Matese fino al Vallo di Diano rientrano nelle competenze delle Comunità Montane. Vi è da aggiungere che le Comunità Montane in Campania, ma e soprattutto quelle in provincia di Salerno sono estese in alcune parti fino alla costa. E questo ad esempio è il caso dei territori del Cilento.
Presidente ma io le ho chiesto un commento sulla dichiarazione di De Luca ?
- Le denunce, da chiunque fatte, non possono essere generiche, ma debbono riferirsi a situazioni e fatti concreti.
Secondo Lei le Comunità Montane fanno davvero sperpero di denaro pubblico ?
- Ripeto non può generalizzarsi, le Comunità Montane furono istituite per la salvaguardia e lo sviluppo delle zone interne. Per quanto a mia conoscenza del passato non ricordo fatti eclatanti che ne mettessero in discussione l’esistenza e l’operatività. Oggi non so, ma mi sentirei di escludere che esistono situazioni generalizzate di “una diffusa attività politica di tipo clientelare ed altre porcherie”. Dalle cronache apprendo frequentemente che diverse Comunità Montane, fra le quali se ben ricordo anche qualcuna dell’area dei Picentini, spesso lamentano di non essere in grado di pagare gli stipendi per gli operai forestali, in alcuni casi avanzano crediti per mensilità non pagate.
Ma perché questo accade, forse perché le Comunità Montane sono state gonfiate con molti lavoratori e dipendenti in più del dovuto ?
- Una situazione del genere è sicuramente accaduta nella Regione Calabria. Non ricordo niente di comparabile con la situazione esistente nelle Comunità Montane salernitane.
Presidente ma non potrebbe essere chela Regione, in palese difficoltà economiche, non eroga i dovuti fondi alle Comunità Montane ?
- Quasi certamente questo è uno dei nodi. I finanziamenti dovuti alle Comunità Montane arrivano frequentemente con molto ritardo. E questo crea situazioni difficili per le Comunità Montane, che non solo non sono più in grado di svolgere alcuna attività, ma neanche di pagare gli stipendi ai dipendenti ed agli operai forestali.
Presidente, allora potrebbe voler dire che De Luca minaccia per mettere le mani avanti in quanto la regione non ha fondi ?
- Di fronte a denunce generiche diventa difficile dare risposte. Secondo quanto riferito dal Corriere del Mezzogiorno il presidente De Luca dichiara che “quelle comunità montane sono inadempienti, perché pensano a fare convenzioni, pagare consulenze esterne e fare altre porcherie clientelari”.
Ma quelle quali Presidente ?
- Il presidente De Luca non lo specifica, dalle sue parole sembrerebbe che tutte le Comunità Montane sono dedite a convenzioni, consulenze esterne e altre porcherie clientelari. Dovrebbero essere, a mio avviso, le Comunità Montane e meglio ancora l’associazione delle C.M. che le tutela a chiarire le cose. Non si può fare di tutta l’erba un fascio. E neanche restare silenti, quando si è chiamati in causa.
Per chiudere, Presidente, le Comunità Montane sono proprio necessarie o sono veri e propri carrozzoni politici ?
- Corrispondevano sicuramente a esigenze reali per i territori montani, quando sono state istituite negli anni ’70 del secolo scorso. Poi sono stati creati una pluralità di Enti con una inevitabile sovrapposizione di competenze e di costi. A mio avviso sarebbe necessario, più che fare denunce generiche, di mettere ordine in maniera definitiva. E qui naturalmente rientriamo nel grande e irrisolto problema del costo della politica.