Aldo Bianchini
SALENO – Dopo le festività natalizie, con l’inizio del nuovo anno sono ritornato nello studio dell’avv. Gaspare Russo (già sindaco di Salerno, già presidente della Regione Campania e già presidente della CCIAA nonché componente del consiglio nazionale delle FF.SS.) per scambiare con lui alcune impressioni sul “potere” e su come esso dovrebbe essere gestito.
Presidente, per Lei cosa è stato il potere ?
- Vorrei incominciare sottolineando che il 2019 ci introduce in un’epoca completamente nuova e diversa rispetto al passato. Ci attendono anni difficili, un’epoca nuova, piuttosto confusa, che io riassumerei non come la ricerca e la conquista della felicità, ma nella realizzazione della povertà. Può sembrare una cosa assurda, ma è così. C’è speranza ? io penso di si. Ci dobbiamo credere e ciascuno di noi nel suo piccolo deve anche adoperarsi. Allora sono di obbligo gli auguri a tutti, in primis ai nostri lettori per la ricerca della felicità, della serenità, del benessere, della solidarietà.
Cosa vuole intendere con questo ragionamento ?
- Che le azioni politiche debbono essere indirizzate verso le finalità più sopra enunciate e non in direzione dell’eguaglianza verso la povertà.
Ma il potere Presidente cosa è stato per Lei ?
- Il potere in tutte le sue forme non può essere la soddisfazione, anche legittima, di chi lo esercita, ma un servizio a favore della comunità.
Presidente mi faccia, allora, un esempio pratico di come si gestisce il potere pensando alla comunità e non allo scontro con chi amministra altro potere ?
- Uno stato di attualità. Anno 1977 del secolo scorso. La Regione Campania è governata da un presidente democratico cristiano, Gaspare Russo, a capo di una coalizione dipartiti politici (DC, PSI, PSDI, PRI) mentre il comune di Napoli è governato da un sindaco comunista, Maurizio Valenzi, a capo di una coalizione di partiti politici (PCI, PSI, PSDI, Dem.Prol.). Il Partito Comunista e Democrazia Proletaria erano all’opposizione in Regione. La DC era all’opposizione in Comune. Un quadro politico assolutamente complicato.
E cosa accadde ?
- La città di Napoli era quotidianamente percorsa da migliaia di disoccupati organizzati di tutte le sigle che richiedevano un lavoro, in realtà, detto in termini attuali, una specie di reddito di cittadinanza. Al Maschio Angioino i disoccupati organizzati napoletani impedirono con la violenza la celebrazione del Consiglio Comunale con la richiesta di un lavoro, o meglio in pratica di quello che ieri ed oggi si chiama “reddito di cittadinanza”. Dopo difficili trattative con il sindaco e tutti i capi gruppo presenti in Consiglio Comunale ottennero un escamotage di andare il giorno dopo in regione dal presidente per discutere e individuare una qualche soluzione.
Presidente ma in questa vicenda il PLI e il MSI come erano schierati ?
- Entrambe dette forze politiche erano all’opposizione sia alla regione che al Comune, erano due forze politiche che si comportavano in maniera democratica e responsabile. Entrambi i partiti, quindi, vennero in regione per la trattativa.
In regione cosa accadde ?
- Con le sole forze finanziarie di Regione e Comune la problematica non era assolutamente affrontabile. Doveva necessariamente essere affrontata, per dare risposte concrete, a livello nazionale ed europeo.
E poi ?
- Russo e Valenzi chiesero ed ottennero un incontro a Palazzo Chigi con il presidente Giulio Andreotti e circa metà del governo nazionale. (in quella sede, nelle pause, il sindaco Valenzi amante della pittura disegnò, insieme al ritratto di tutti i presenti, anche il ritratto che vedete e che mi rappresenta), dove furono messi a fuoco non soltanto i problemi ma anche una serie di interventi per fronteggiare i tanti problemi. Insomma ci furono una serie di impegni da parte del governo del Paese. L’incontro avvenne nel pomeriggio del 22 dicembre 1977 a Palazzo Chigi e durò fino alla tre del mattino successivo. E inoltre con un via libera per portare, d’accordo con il governo nazionale, la problematica alla Commissione Europea presieduta da Jacques Delors. Fu una specie di superamento del muro del suono, perché il governo italiano precedentemente era, come del resto tutti gli altri governi europei, assolutamente contrario ad un rapporto diretto tra gli Enti Locali e la Commissione Europea.
Andaste, quindi, a Bruxelles ?
- Si, con una serie di progetti e di richieste di investimenti, da tradurre in lavoro e occupazione. Fummo ricevuti dal presidente Delors ed ottenemmo una risposta concreta a quasi tutte le richieste di investimenti. Come ho già detto l’incontro a Bruxelles con Delors rappresentò un precedente e una rottura delle prassi che escludevano fino a quel momento gli interventi diretti tra gli Enti Locali dei vari Paesi con i commissari europei.
Questa Presidente è la dimostrazione concreta che quando l’esercizio del potere è politico si ottengono sempre buoni risultati ?
- “L’unione fa la forza” ammonisce un vecchio proverbio. Per affrontare e risolvere i problemi è necessario accantonare le divergenze politiche e personali.