di Stefano Antonello Aumenta
POLLA / SAPRI – Non è mia abitudine utilizzare locuzioni scurrili, soprattutto negli scritti, ma tutto ha una spiegazione, tutto ha un passato, tutto è frutto mai del caso.
Fatta questa doverosa premessa provo a farvi la cronaca di una domenica, molto, ma molto particolare.
La settimana scorsa il mio carissimo Amico Francesco Castiello mi comunica che il dott. Pierpaolo Sileri (Senatore – Presidente della Commissione Sanità del Senato) sarà nel Vallo di Diano e nel Golfo di Policastro al fine di visitare gli Ospedali di Polla e Sapri. Mi dice, inoltre, che il Senatore Sileri ha piena la scrivania di fogli con diagrammi, statistiche, numeri e algoritmi previsionali e, pertanto, da buon medico vuole vedere i “pazienti” e rendersi conto di persona della realtà dei fatti, delle persone e delle strutture.
Così di buon mattino, Pierpaolo Sileri (d’ora in avanti ometterò titoli e cariche per concentrarmi sui, protagonisti della vicenda e sulla loro Umanità) lascia la sua casa, una moglie in stato interessante per prendere un treno che lo porterà a Salerno verso le dieci del mattino.
Nel frattempo Franco Castiello, alcuni amici ed io prendevamo un caffè nell’attesa della Sua venuta, immaginando che la vicenda dei punti nascita potesse finalmente avere una svolta; tutto ciò nell’attesa di un Vero Piano Strategico per il Meridione che investa tutti gli aspetti della vita sociale economica e produttiva, ovvero, dei progetti integrati e reali in grado di creare una vera inversione di tendenza per le nostre zone. Non a caso un famoso consorzio era stato chiamato con una patologia ben precisa: Consorzio dei Comuni Depressi …………
E’ estenuate e, forse alcune volte utopistico, tappare falle in un barcone che ha vissuto decenni d’incuria e d’ignavia.
Mentre eravamo assorti in questi discorsi arriva Sileri. Castiello lo abbraccia calorosamente, come si fa con un Amico che ha rispettato la parola data regalando le Sue energie, il Suo tempo e la Sua Attività per un territorio che non ha mai conosciuto e per persone che non ha mai visto.
Dopo un caffè al volo, la mia macchina è la più prossima all’uscita del bar e Sileri vi si infila di getto.
Andiamo all’ospedale di Polla.
Qui troviamo tanti amici ad attenderci, un ospedale come lo conosciamo pulito e ordinato.
Sono orgoglioso.
Mi tocca l’ingrato compito di evitare le troppe parole di circostanza per permettere a Sileri di visitare la struttura, le stanze dei ricoveri, le sale operatorie per le puerpere ed il percorso sino alla neonatologia e poi alla pediatria.
Per fugare ogni dubbio invito Sileri, sempre accompagnato da Castiello, a visitare anche altri reparti. Cosi facciamo una puntata a cardiologia ed a chirurgia.
Ovviamente tutto perfetto.
Sono sempre più orgoglioso.
Poi andiamo nella sala dedicata a Giosi Roccamonte. Un bravissimo chirurgo, che ho avuto l’onore di conoscere personalmente; questi anche in pensione, quasi a settantacinque anni, ha salvato la vita ad un ragazzo in una giornata al mare, prima come abile nuotatore, poi come medico, dimenticando completamente gli acciacchi del suo cuore un po’ malandato. Un esempio
Dopo i soliti discorsi di rito, l’unica nota stonata è l’assenza completa dei sindaci del territorio, solo quello di Polla per dovere d’ospitalità e quello di San Rufo che lavora proprio nell’ospedale. La stessa scena, peraltro, si ripete anche a Sapri. Almeno l’uniformità comportamentale nei nostri comprensori è massima.
Usciti dall’Ospedale di Polla Sileri mi cerca con lo sguardo e mi dice: “io vengo con te a Sapri”. Non me la sento di dirgli che sarei dovuto essere ospite a pranzo da mia sorella, e, dopo che Castiello sorridendo annuisce, partiamo alla volta di Sapri.
Sileri è più giovane di me di circa dieci anni. E’ simpatico e gioviale. Conosce il mestiere di medico e gli è bastato uno sguardo per capire molte più cose di quanti, pur vivendo qui, fingono di non capire e sapere.
Durante il viaggio è affascinato dallo spettacolo che offre la natura che ci circonda è veramente incantevole.
Poi inizia a piovere.
Quando gli dico che nei nostri comprensori abbiamo una delle più alte percentuali di fenomeni tumorali mi guarda stupito. Lo rassicuro, il suo amico e bravissimo collega Nicola Perrotta, all’ospedale di Villa d’Agri mi ha operato allo stomaco ma la testa non l’ha toccata.
Mi vergogno nello spiegargli che purtroppo nelle nostre zone sono stati occultati, con ogni probabilità, rifiuti tossici e pericolosi. Tutte fattispecie criminose per le quali prescrizioni e cavilli assicurano a chi ha commesso tali misfatti, qualora fosse individuato, la completa immunità.
Nel frattempo arriviamo a Sapri ad accoglierci un primario simpaticissimo e competente, ha fatto la Storia dell’Ospedale: Peppino De Vita.
Ci fa da guida nei reparti e nelle strutture.
Anche qui tutto perfetto.
Sono sempre più orgoglioso e contento.
Poi andiamo al pronto soccorso.
Purtroppo ci dicono c’è un uomo, mio coetaneo con un’emorragia cerebrale in corso e stanno organizzando il trasferimento in elicottero a Salerno.
Sileri capisce la gravità del momento e mi strattona fuori: “lasciamoli lavorare è una brutta situazione”.
Mentre siamo nell’atrio passa Annalisa, un bravissimo tecnico di laboratorio, mi guarda, mi riconosce, ma, mi fa segno che deve scappare, con la mano indica che ripasserà dopo.
Passa un quarto d’ora ed Annalisa ritorna: “…scusatemi ma abbiamo dovuto gestire un’emergenza … il trasferimento in elicottero è saltato per il cattivo tempo ed un paziente dovrà essere trasferito in ambulanza a Salerno, l’elicottero è arrivato da Salerno ma le condizioni meteo non hanno consentito l’atterraggio “.
Sileri a questo punto chiede ad Annalisa se il paziente è quello a cui era stata diagnosticata una emorragia cerebrale. Quando Annalisa annuisce, Castiello ed io, notiamo che Sileri si fa serio e mi chiede se per andare a Salerno si deve fare la stessa strada che ha fatto lui in mattinata, ovvero arrivare a Buonabitacolo, prendere l’autostrada, passare per lo svincolo di Polla e proseguire per altri ottanta chilometri.
Quando gli faccio segno di sì con la testa, realizzando che quell’uomo dovrà farsi oltre due ore in ambulanza prima di arrivare a Salerno, tutti e tre, nelle nostre menti abbiamo lo stesso pensiero “che cazzo di sfortuna…un po’ di pioggia e salta tutto”, mentre con il cuore sicuramente preghiamo affinché tutto possa finire bene e quell’uomo possa riabbracciare la sua famiglia.
Sassano, 13 dicembre 2018
Sfortuna ma soprattutto abbandono…del nostro territorio. Non si deve essere fortunati per potersi curare o dipendere dalle condizioni meteo