La redazione
SALERNO – Il Liceo Classico “F. De Sanctis” di Salerno ancora una volta sulla cresta dell’onda; e questa volta non tanto per i successi indiscutibili di tanti suoi allievi-studenti ma per la traduzione-adattamento teatrale, del romanzo “Io Trotula” di Dorotea Memoli Apicella, curato dall’eclettica Anna Rotunno che definire soltanto “professoressa” è assolutamente riduttivo
Lo spettacolo sarà portato in scena sabato 24 novembre 2018, alle ore 17.00, nella Sala San Tommaso del Duomo di Salerno.
Personaggi e interpreti:
- Trotula Narrans: Antonella Caggiano
- Trotula Maior: Raffaella Ferri
- Trotula Minor, Sichelgaita fanciulla, Altruda: Wanda Amato
- Egle, Sichelgaita adulta: Sara Riccio
- Callipa: Lisa Greco
- Madre Ermetruda: Sara Giordano
- Edoardo il Confessore, Rodolfo Malacorona: Matteo Zecchini
- Prologo: Massimo Galderisi
- Giovanni Plateario: Ugo Greco
- Barliario: Massimo Barbato
- Abate Pietro, Alfano I: Bruno Biasini
- Galfrido: Emanuele Migliaccio
- Coro: gli allievi dell’Officina del Dramma Antico del Liceo De Sanctis di Salerno
Trotula è un nome leggendario, che contraddistingue la Scuola Medica Salernitana, o è il nome storico di una medichessa che rifulse per la sua sapienza e diede lustro alle cosiddette mulieres salernitanae, le levatrici della Salerno medievale esperte di piante officinali? Si tratta, in effetti, di un dilemma secolare, che procede di pari passo con quello dell’origine della Scuola stessa. Fatto sta che sotto il suo nome sono state tramandate opere di medicina che fino al XV secolo circolarono per l’Europa in moltepici lingue.
L’unica notizia riconducibile alla vita di Trotula si deve a un insigne storico inglese vissuto tra l’ XI e il XII secolo, Orderico Vitale, il quale narra della venuta a Salerno, nel 1059, dello scienziato normanno Rodolfo Malacorona e del suo incontro con una matrona sapiens, una dotta signora, l’unica, a quanto pare, capace di tenergli testa nella scienza medica. Contemporanei di Trotula sarebbero dunque stati personaggi come Guaimario IV, Alfano I, Sichelgaita, Gisulfo II, Roberto il Guiscardo e Gregorio VII.
Il ritratto che della sua persona ci consegna Dorotea Memoli nel romanzo Io Trotula scaturisce appunto dall’attento studio delle massime terapeutiche e dei principi medici a lei attribuiti, che offrono all’autrice lo spunto per la creazione dei vari episodi. Prende così vita, nell’opera, attraverso i casi presentati, un quadro variopinto della società, dei costumi e della mentalità dell’epoca.
Lo spettacolo Io Trotula? punta proprio a riprodurre tale quadro, ma dà forma interrogativa al titolo del libro per insistere sulla indeterminatezza storica della figura di Trotula, proposta in questo adattamento come simbolico punto di confluenza delle molteplici anime femminili che a vario titolo ruotavano intorno alla Scuola Medica Salernitana, apportandovi il contributo delle proprie tradizioni culturali.
La storia c’è, la leggenda pure, e ci sono gli attenti e predisposti interpreti-studenti; mancava l’adattamento sia della scena che della sceneggiatura, ma è arrivata “lei” Anna Rotunno, professoressa di latino e greco ma anche scrittrice con un passato da giornalista che riesce da molto tempo a svolgere il ruolo di docente (sicuramente tra le più seguite e apprezzate del De Sanctis, e non è poco !!) e quello di regista in grado di plasmare un gruppo (Officina del Dramma Antico) che ogni anno si ripropone con efficiente efficacia e proiettarlo verso l’arte della recitazione, sempre con grande passione.
Il resto cercheremo di raccontarvelo dopo la prova che, ripetiamo, si terrà sabato 24 novembre 2018, alle ore 17.00, nella sala San Tommaso del Duomo di Salerno.