da uff. stampa sen. Castiello
ROMA – Mi riferisce un amico del Vallo di Diano che tal Picarone avrebbe inveito contro il M5S e la mia persona in particolare tacciandoci di cialtroneria politica con riguardo alla chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri, di recente decretata dal Governatore De Luca. Il Picarone è persona a me sconosciuta ed ho avuto non poche difficoltà ad identificarlo, anche perché i pur molti miei amici e conoscenti del Cilento e Vallo di Diano, cui mi sono rivolto perché mi aiutassero nella non facile opera di identificazione, mi riferivano di non averlo mai visto né sentito da queste parti. In pratica, un signor Nessuno.
A meno di uno scambio di persona, potrebbe trattarsi del ferreo deluchiano Picarone, presidente della Commissione Bilancio della Regione Campania. Se così è, si spiega allora l’asprezza del suo linguaggio e la carica di livore che lo ispira. Livore che costituisce, verosimilmente, espressione di disagio e di frustrazione per la pesantissima situazione finanziaria della Regione e per la conseguente pressione della Corte dei Conti nell’esigerne la regolarizzazione. Una situazione debitoria di livello tale che coinvolge, purtroppo, anche le incolpevoli, future generazioni. È un debito che non dà respiro e che priva di serenità chi ha contribuito a provocarlo o, comunque, non è riuscito a controllarne l’ulteriore appesantimento. Ciò che è ancor più grave è che la Campania è insieme la regione più spendacciona più indebitata e meno efficiente d’Italia (si pensi alla migrazione sanitaria, alla mancata utilizzazione dei finanziamenti comunitari, alla omessa adozione di un piano turistico, alla diffusione delle malattie oncologiche, alla minore durata della vita media per ben un anno e sei mesi rispetto alla media nazionale, etcetera etcetera). Poveretto Carneade, si abbia tutta la nostra solidarietà!
I suoi incespicanti passi non si fermano al controllo della finanza regionale, ma invadono anche il campo del diritto. Sconsideratamente egli ascrive al Movimento 5 Stelle la responsabilità di una normativa che risale ai suoi sodali politici, quando il Movimento stesso era all’opposizione. La normativa da cui si origina la soppressione dei punti nascita di Polla e di Sapri (D.M. n. 70/2015) reca, infatti, la firma di Beatrice Lorenzin, non certo di Giulia Grillo. Inoltre, chi ha firmato il decreto di soppressione è il Governatore De Luca che solo lunedì scorso – a quanto risulta – ha presentato al Ministero della Salute documentazione a supporto della deroga alla soglia minima di 500 parti per anno. Documentazione prodotta tardivamente. Essa doveva essere depositata in occasione dell’originaria richiesta di deroga. De Luca ha cercato di correre ai ripari in vista dell’incontro che avrà con il Ministro della Salute in questi giorni, per dimostrare che le carte…sono a posto. Sicché, se la normativa vigente a firma Lorenzin & co non consentirà di disporre la deroga, potrà sempre dire – voltando la frittata – che la responsabilità ricade sull’attuale Ministro della Salute e sul Movimento 5 Stelle e che lui è puro come un angioletto planato dalla cima del Vesuvio nel cielo di Roma, per esserne ricacciato a mani vuote, ma senza alcuna sua personale responsabilità.
Una grande lezione di ipocrisia!
Per favore, smettetela di costruire artifici e di raggirare il prossimo con chiacchiere insulse e facendo ricorso persino ad invettive e contumelie. La soluzione è una soltanto e la stiamo ripetendo sin dagli inizi di questa
brutta storia. L’articolo 21 quater della legge 241/90 consente di sospendere provvisoriamente fino a 18 mesi l’efficacia dei provvedimenti di soppressione dei punti nascita. De Luca provveda in conformità. La sospensione provvisoria consentirà ai punti nascita la continuità operativa, senza interruzioni del servizio. Nel periodo di operatività temporanea sarà possibile attrezzare i reparti portandoli allo standard di sicurezza necessario per le partorienti e i neonati. Dopo di che, modificando, se occorre, il decreto Lorenzin e il Piano Sanitario, potrà essere decisa la conservazione definitiva degli stessi punti nascita sui quali hanno alimentato una sgradevole gazzarra De Luca e qualche sua scimmietta al guinzaglio. A proposito, citando Goethe, “Massime e riflessioni” è il caso di dire che “se le scimmie sapessero annoiarsi (di essere condotte al guinzaglio n.d.r.) potrebbero diventare uomini”.
Una considerazione finale: vuoi vedere che questi provvedimenti soppressivi del servizio reso da strutture pubbliche nascondono sollecitazioni e interessi di qualche struttura privata che opera in concorrenza? A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina. […]
Sen. Francesco CASTIELLO
Movimento 5 Stelle