Gaspare Russo: grandi opere tra nord e sud

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – L’attuale fase politica nazionale è presa dalla discussione sulle cosiddette “grandi opere”; ognuno ha il suo punto di vista e per saperne di più sono ritornato nello studio dell’avv. Gaspare Russo (già sindaco di Salerno e presidente della Regione).

Presidente oggi si discute molto di grandi opere; è proprio necessario ?

  • Certamente si, ma non solo considerando il disastro che interessa l’intero Paese dal Piemonte alla Sicilia a seguito di grandi piogge e venti, che denunciano la fragilità dell’intero sistema Paese.

Presidente, sono necessarie prima le grandi opere della manutenzione ordinaria di fiumi, boschi, laghi e coste ?

  • Sono necessarie entrambe. Una prima riflessione porta a considerare che le grandi opere sono tutte oggetto di contestazione tra lee due forze politiche, che dominano la scena, la Lega e il Mov. 5 Stelle.

Ma  che significa, che in questo Paese non si farà mai niente e le sciagure continueranno ad accadere ?

  • Purtroppo si. E l’esperienza di qualunque cittadino a confermare questa situazione.

In sostanza quali so no queste benedette grandi opere ?

  • Vi mostro un documento. Come è facile rilevare interessano tutte il nord-Italia.  Una soltanto, il TAP, cioè il gasdotto transadriatico (che deve trasportare gas naturale dal Mar Caspio in Italia e più precisamente sulla costa pugliese). E anche quest’opera è fortemente contrastata.

Presidente ma il quadro generale delle grandi opere qual è ?

  • Come rilevasi dalla piantina fotografica che vi ho mostrato riguarda esclusivamente il nord Italia. L’Italia meridionale è totalmente ignorata.

Come si spiega tutto questo, facciamo o no parte dello stesso Stato che ha più bisogno di interventi al sud anziché al nord ?

  • Questa domanda andrebbe rivolta ai maggiori esponenti del Mov. 5 Stelle, che sono tutti campani e sono molto rappresentati anche nel salernitano.

Ha una spiegazione questo che dice ?

  • Non lo so. So soltanto che Di Maio, Fico e Toninelli, vale a dire la crema meridionale campano del Mov. 5 Stelle, certamente hanno presente questa problematica. Anche se dal confronto politico non emerge nessuna indicazione.

Presidente, allora l’elettore scegliendo quelli del sud per il sud e quelli del nord per il nord ha commesso il grave errore di spaccare il Paese in due ?

  • Il Paese storicamente è spaccato in due. Tuttavia non semplificherei. A me pare che ci sia da parte del movimento pentastellato, ma anche della Lega, e peggio ancora da parte di tutte le istituzioni e i politici meridionali di tutto lo schieramento politico un’assenza di proposte e di iniziative.

Presidente, per meglio capire, perché non fa un esempio ?

  • Giusto, guardiamo all’attualità. I collegamenti autostradali che interessano in primo luogo l’area salernitana. Stampa e televisione denunciano quotidianamente la drammatica situazione della circolazione nell’area salernitana. Spesso per percorrere i venti chilometri che separano l’uscita dell’ A/30 a Mercato San Severino con la città servono ore, gli imbuti causati da lavori, incidenti, dal traffico proveniente dall’agro sarnese-nocerino e diretto verso l’università e da quello “nazionale”, Nord-Sud, sono all’ordine del giorno.

Ma allora Presidente in tutti questi anni dell’era deluchiana cosa è stato fatto ?

  • I molti interventi programmati e in parte realizzati o in corso di realizzazione non hanno affrontato e non affrontano il problema di fondo, che è strutturale.

Presidente, per favore, cerchi di spiegarsi più chiaramente ?

  • Dobbiamo necessariamente riandare al passato. La legge decennale del 1980 per l’ANAS prevedeva come opere fondamentali e prioritarie il prolungamento dell’autostrada A/30 da Mercato SS. A Eboli/Contursi. L’obiettivo principale era quello di disciplinare il traffico nazionale ed internazionale, baipassando l’area salernitana.

Sono passati ben 38 anni e quell’obiettivo non è mai stato realizzato. Perché ?

  • Non è stato perseguito. Non è mai rientrato nell’agenda politica di quelli che hanno governato l’area salernitana. Il discorso sarebbe piuttosto lungo, anche perché nel corso degli anni sono stati stanziati cospicui finanziamenti che non sono stati utilizzati e sono andati perduti perché non impiegati.

Allora Presidente, per essere sinceri mi dica i vari De Mita, D’Arezzo, Scarlato, De Luca, Conte, Del Mese e i maggiori Enti Locali (CCIAA, Comune Capoluogo, Provincia, i vari presidenti ASI) cosa hanno fatto per il nostro territorio ?

  • Bella domanda. Diversi non possono più rispondere, ai viventi chi ha vaghezza può porre la domanda.

Presidente, senza voli pindarici, scendiamo di più nel concreto ?

  • La politica in generale di tutte le epoche, salvo qualche rara eccezione, ha sempre preferito impegnarsi in una gestione ordinaria, alla ricerca del consenso elettorale, trascurando le grandi opere, che sono quelle che sono il primo volano di sviluppo.

Ma tutto questo è successo perchè mancavano le idee, i soldi o la volontà ?

  • Nulla di tutto questo, è che le grandi opere non producono voti, anzi spesso li fanno perdere.

Presidente lei ha accennato al prolungamento dell’A/30 tra Mercato SS e Eboli/Contursi, è ancora un’opera attuale ?

  • Altrochè, è fondamentale. Non ne posso tracciare la storia che invece andrebbe conosciuta per trarne le debite conseguenze. Nel corso degli anni questo tracciato è diventato IL CORRIDOIO EUROPEO N.1 da Palermo a Berlino. C’è bisogno di aggiungere altro.

No Presidente non c’è bisogno, dal suo ragionamento ho capito che produce più voti l’accensione delle Luci di Artista che una grande opera pubblica ?

  • State toccando un tasto delicato quanto complesso. Le iniziative, anche quelle di tipo turistico e festivaliera, andrebbero pensate in un quadro generale. Diversamente siamo alla politica del “mordi e fuggi”.

One thought on “Gaspare Russo: grandi opere tra nord e sud

  1. Ho letto dopo qualche giorno la nuova intervista all’avv. Russo e mi viene di dire che l’anomalia delle … diradate infrastrutture al Sud – perchè di una vera e propria anomalia si tratta – risale ad epoche e a personaggi ben più lontani nel tempo rispetto a quelli evocati nel corso dell’intervista. Si tratta infatti del risultato di atteggiamenti mentali che sono il retaggio di convincimenti nati da errate conoscenze oppure spesso originati da pregiudizi che di volta in volta hanno condizionato le varie scelte, anche in epoche diverse.
    Risalgono infatti ai primi decenni del Regno d’Italia certe decisioni, prese naturalmente a livello di governo centrale, in base alle quali si determinarono i criteri da seguire per dare carattere di priorità a questa o a quella infrastruttura, in primo luogo nel settore dei trasporti e degli spostamenti sul territorio nazionale. Eppure anche allora, sia in sede locale che negli organi decisionali centrali, erano presenti molti eminenti intellettuali e uomini politici del Sud che avrebbero potuto far valere in maniera determinante le ragioni a sostegno di una più equa ripartizione delle risorse destinate all’ammodernamento e al potenziamento delle infrastrutture del paese. Invece, non si adoperarono con la dovuta incisività – con le nefaste conseguenze durate fino ai nostri giorni – per evitare l’esclusione di tante regioni meridionali da quel processo di crescita economica e sociale da cui derivò uno stato di quasi isolamento con enormi difficoltà per gli spostamenti nelle aree limitrofe e ancor più verso le regioni geograficamente più distanti.
    Per questo dato di fatto si è venuto consolidando quasi una forma di assuefazione all’essere secondi in tutto e addirittura fa meraviglia se una iniziativa o una manifestazione di eccellenza si concretizzino prioritariamente in quale località del Sud.
    I ritardi infrastrutturali in Campania rientrano quindi in questo quadro storico e, pur ribadendo che la inefficace azione propositiva va ricondotta ai più diretti responsabili pro-tempore della cosa pubblica, resta il fatto che certe opere – per approvazioni e finanziamenti – rientrano in un processo decisionale che non può prescindere dalle approvazioni dei superiori organi a livello ministeriale.
    L’inconscia subalternità da una parte e dall’altra una certa innata convinzione che le priorità sono altrove fanno si che il processo realizzativo va incontro a lungaggini di varia natura, oppure addirittura abortisce sul nascere, rimanendo in naftalina per anni.
    Calzante in proposito è il riferimento all’ancora non realizzato, ma indispensabile, raccordo via Eboli/Contursi fra la Caserta-Salerno e l’Autostrada del Mediterraneo (ex SA-RC). Ma anche l’altra soluzione, meno impegnativa ma ugualmente migliorativa della situazione, e cioè la realizzazione della terza corsia sulla bretella fra la E30 a Mercato San Severino e Salerno in prosecuzione verso la SA-RC, è incappata nelle maglia … diciamo della burocrazia. E l’inizio dei lavori è ancora di la da venire!!
    Mi viene in mente infine un altro caso spesso evocato in questi giorni: il ritardo che sta caratterizzando l’emanazione delle necessarie approvazioni ministeriali per l’avvio delle attività lavorative e ordinative necessarie per far assumere all’Aereoporto di Pontecagnano l’auspicato assetto operativo di uno scalo di medio livello.
    Neanche il rischio che possa scadere il termine per ottenere gli stanziamenti programmati sembra sufficiente per velocizzare la pratica!!
    Possono esserci anche altri fattori a cui attribuire certe macroscopiche disfunzioni. Ma fra di loro c’è una reciprocità di influenza che condiziona gli uni con gli altri e viceversa.

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