PER NON DIMENTICARE CHI HA DATO LA VITA PER L’ITALIA

da Clementina Leone
SALERNO – “La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoriamaestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi e non solo ….”  CICERONE. Difatti, è vero che dalla stessa non possiamo tirar fuori soluzioni per risolvere i nostri problemi attuali, ma attraverso il suo studio siamo comunque  in grado di trovare una spiegazione razionale ai tanti punti interrogativi che  spesso condizionano la nostra esistenza. Infatti, un  filo conduttore che ha sempre unito il tutto durante i secoli, che è sempre riuscito a sconfiggere addirittura la morte perché eterno, è l’amore, come nel caso del sig. Pietro Carratù, nato ad Acigliano frazione di Mercato San Severino , che da anni vive in Sicilia, il quale grazie al suo impegno e all’aiuto di altre persone, è riuscito a far avere ricostruendo la sua storia, una degna sepoltura ad uno dei suoi fratelli, che tanti anni fa come molti altri giovani eroi morì in guerra per la nostra Patria. Durante la mia crescita, racconta il sig. Pietro Carratù, ho avuto di fronte al letto in cui dormivo un quadro raffigurante la foto del mio fratello classe 1923,  in uniforme militare, arruolato il 2 settembre 1942 nel 2° reggimento genio telegrafisti di Casale Monferrato, poi trasferito al 12° Comando Genio Compagnia Guastatori il 4 dicembre 1942 a Enna. Di lui non conoscevo nulla fino a quando mio padre non mi consegnò una lettera redatta il 4 maggio 1944 da Lucia Pecoraro, classe 1928, fidanzata di mio fratello, all’interno della quale la stessa scrisse che, il 12 luglio 1943 , Raffaele, a seguito di alcune incursioni aeree americane, non solo era stato  colpito alla schiena, ma durante il trasporto all’ospedale di Enna aveva perso la vita. Dopo aver letto la lettera iniziai subito le ricerche che, finalmente nel mese di agosto di quest’anno, dopo aver raccontato la storia in oggetto  a mio nipote Alessandro, Ufficiale di Marina ad Augusta, e soprattutto dopo avergli inviato la copia dei documenti in mio possesso, mi hanno aiutato  a risalire dopo tantissimi anni al numero di telefono e all’indirizzo corretto  della fidanzata di mio fratello oggi novantenne Lucia Pecoraro. La stessa con grande emozione,  mi ha raccontato alcuni aneddoti inerenti a mio fratello Raffaele , e data la situazione del momento perché i suoi commilitoni lo portarono al cimitero di Enna e lo seppellirono in una fossa comune insieme ad altri caduti. Grazie a questa meravigliosa chiacchierata con la sig. Lucia, avendo una copia del foglio matricolare di mio fratello Raffaele del Distretto Militare di Salerno dove fu  trascritto il giorno del  suo decesso 12 luglio 1943, come da certificato di morte rilasciato dal Comune di Mercato San Severino, mi fu possibile telefonare prima al cimitero di Enna, poi allo stato civile di Enna ed infine a quello di Mercato San Severino, dove  nel registro del 1947 finalmente non solo fu trovato l’atto di morte dello stesso, ma anche un’annotazione  inerente alla sua sepoltura nel cimitero di Enna. Grazie alla copia conforme di detto atto che l’ufficiale dello stato civile del comune di Mercato San Severino mi fece subito pervenire, inviai al comune di Enna la copia di tutti i documenti in mio possesso e chiesi l’autorizzazione per poter deporre nel Sacrario di Enna una lapide con la foto di mio fratello con il suo nome, cognome , data di nascita e di morte. L’assessore all’urbanistica, da cui dipende il Sacrario, nella persona dell’architetto Giovanni CONTINO, mi comunicò che non occorreva alcuna autorizzazione scritta e di poter procedere ad ordinare la lapide per il fine richiesto, che ha permesso a mio fratello eroe morto in guerra di poter avere finalmente una degna sepoltura. Tutto questo per non dimenticare mai, come tanti giovani eroi di ieri e di oggi, famosi e non, abbiamo in maniera diversa messo in gioco la loro vita e non solo per la nostra Patria . 

 

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