TEGGIANO – Sette metri che sembravano diversi chilometri, sette metri apparsi come una distanza siderale, insomma i sette metri più lunghi della vita di Michele Albanese (direttore generale della Banca Monte Pruno) quando, intorno alle 19.35 del 21 settembre 2018, li ha percorsi partendo dal tavolo della presidenza verso la postazione microfonica sul palco allestito per festeggiare i venti anni di attività nel Comune di Teggiano della Banca Monte Pruno. I sette metri più lunghi perché quella sera Michele riappariva in pubblico (e c’era un pubblico straripante) dopo un periodo di assenza per malattia ed avvertiva sulla sua persona gli sguardi attenti ed esploratori di tutti, seppure ovatti dal doveroso silenzio che si deve ad una persona coraggiosa che sfida anche le inclemenze atmosferiche per ritornare alla grande tra i suoi ragazzi ed al cospetto della folla di soci, amici e semplici curiosi che erano lì per lui, soltanto per lui.
Michele Albanese ha dimostrato l’altra sera di essere non solo un uomo vero ma anche un animale da palcoscenico oltre che esperto di comunicazione; quegli sguardi e quell’attenzione che avvertiva sulla sua pelle lo hanno caricato invece di sconfortarlo; ed ha percorso quei sette metri, in un turbinio di emozioni, con grande autorevolezza, consapevole che quella era una grande serata, la sua serata. La schiena dritta, l’incedere deciso, lo sguardo rivolto alla postazione che doveva raggiungere pur apparendogli lontanissima, la convinzione del suo vissuto e la determinazione delle cose da dire lo hanno naturalmente sorretto nel breve tragitto; accompagnato dalla voce amica di Rocco Colombo (conduttore della splendida serata e presidente dei giornalisti del Vallo) che addirittura con lo sguardo ha cercato di trasmettergli quell’ultimo segmento di sicurezza per spingerlo verso il successo.
Ed è stato un successo sotto tutti i punti di vista, innanzitutto perché Michele mi è apparso riconciliato con se stesso dopo i momenti di vera sofferenza di questo ultimo periodo; ha ritrovato anche la giusta grinta per ricordare a tutti che non abbandonerà mai i “suoi ragazzi” e che continuerà a guidarli con piglio sicuro, autorevolezza, esperienza e tantissima benevolenza. Le sue parole hanno scalfito emotivamente l’imperturbabilità di Cono Federico e la trepidazione di Antonio Mastrandrea, i due tra “i ragazzi di Michele” che ho potuto scrutare nel silenzio assoluto della folla di spettatori per accorgermi che erano più emozionati e tesi del loro stesso padre-putativo.
Ha parlato a braccio Michele Albanese ed è stato un successo anche questo aspetto, forse nuovo, della sua esposizione pubblica e mediatica; è un cavallo di razza Michele, e come tutti i cavalli di razza ha avuto bisogno dell’amore fraterno della gente e la folla glielo ha concesso tutto ed a piene mani con continui e scroscianti applausi, anche commoventi, soprattutto quando proprio all’inizio del suo intervento ha fatto riferimento alle sue precarie (ma ancora per poco !!) condizioni fisiche che, a mio avviso, non l’hanno per niente invalidato e neppure deturpato (questo il suo cruccio !!) e che, invece, gli hanno conferito quella sorta di “carisma umano” che forse non aveva ancora avuto modo di esprimere pienamente come ha brillantemente fatto dal palcoscenico di Teggiano.
Ha fatto i complimenti al suo vice-direttore, Cono Federico, per l’esposizione dei dati di crescita e di stabilizzazione della Banca, ha ringraziato tutti quelli che prima di lui avevano parlato: la presidente Anna Miscia, il sindaco di Teggiano Michele Di Candia, il sacerdote anti-usura Don Andrea La Regina già parroco di Varco Notar Ercole, il presidente degli imprenditori valdianesi Valentino Di Brizzi e la figlia del compianto ex sindaco Angelo Giffoni al quale dall’anno prossimo è stato destinato un premio alla memoria. Ha ringraziato anche i personaggi presenti tra il pubblico, come il presidente della Comunità Montana Raffaele Accetta tra i primi a credere nelle possibilità di espansione di una piccola banca che arrivava da un paese dell’alta valle del Calore.
Ha elencato gli straordinari successi della banca, ottenuti grazie anche alla capacità di fare squadra, e lo ha fatto con dolcezza mettendo in mostra tutta la mitezza che lo contraddistingue; non ha mancato di sottolineare qualche insuccesso come l’impegno per una delle più grandi manifestazioni pubbliche di Teggiano che alla fine ha tradito la fiducia ricevuta in tanti anni; aveva creduto ciecamente, Michele, in quella manifestazione sulla base non di un calcolo di ritorno economico ma soltanto per passione nei confronti dell’evento e per amore del territorio.
Ha parlato anche dell’usura che una ventina di anni fa strozzava la piccola e media impresa del comprensorio valdianese e della encomiabile azione di contrasto portata avanti anche grazie all’impegno del sacerdote della piccola parrocchia di Varco Notar Ercole di Sassano.
Ha affermato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che la Banca Monte Pruno, la sua banca, non tradirà mai il territorio del Vallo di Diano pur avendo conquistato posizioni molto interessanti a Vallo della Lucania, Potenza, Fisciano e Salerno.
Al cospetto delle parole di Michele si è fermata anche la pioggia che sembrava dover travolgere tutto e tutti; infine è stato sommerso dall’abbraccio sincero e sentito dell’enorme folla di amici presenti.
Lo spirito di squadra, di appartenenza e di gruppo sono stati spesso richiamati nel corso dell’intervento; e questo mi offre l’occasione per rendere noto che cosa una dipendente della Banca (F.N.A.) qualche mese fa, dopo aver letto un mio articolo, ha scritto a tutti i suoi colleghi di lavoro in nome proprio di quello spirito di squadra, di appartenenza e di gruppo: “”… con un grande e giusto riconoscimento al nostro caro direttore generale Albanese che mette a disposizione tutti gli strumenti per raggiungere certi traguardi e che riesce a trasmettere gli stimoli giusti per tutto ciò … stimoli che non si dovrebbero mai perdere per rendere migliore il percorso professionale in quanto la perseveranza ha sempre una ricompensa … ancora congratulazioni””.
Avrà pensato anche a questo, Michele Albanese, quando visibilmente commosso (come è giusto che sia per un uomo di successo), andando col pensiero ai “suoi ragazzi”, quando ha ripercorso a ritroso quei sette famosi metri di palco.