Aldo Bianchini
SALERNO – Il tema è: migranti, si o no. Ovvero si all’accoglienza generalizzata o si all’accoglienza limitata e controllata.
E’ ovviamente un tema molto caldo che prende facilmente l’immaginario collettivo e spinge alcuni personaggi politici a sfidare tutto e tutti pur di conquistare il consenso dello stesso immaginario che è facilmente permeabile da chi grida contro gli immigrati clandestini.
Un fatto, comunque. Dovrebbe essere di facile comprensione per tutti, al di là delle roboanti affermazioni; il migrante clandestino non può essere accolto tout court, per tutti gli altri braccia aperte purchè non vengano a delinquere sul nostro territorio. Molto semplice questo discorso anche se, per chi non vuole intendere, non facilmente accettabile anche perché consente ai diretti interessati di passare dal bianco al nero con estrema facilità ed a seconda le esigenze politiche del momento.
In questi giorni, mentre Matteo Salvini imperversa con i suoi discorsi e conquista enormi consensi, ci ha pensato il governatore della Campania Vincenzo De Luca a gridare ai quattro venti il suo pensiero che supera di gran lunga quello più volte espresso da Salvini.
Il pensiero deluchiano, dunque, a mio avviso è molto chiaro: braccia aperte ai migranti bisognosi, porte chiuse per gli irregolari e i delinquenti. Punto.
Non so come si possa fare a non essere d’accordo con il Governatore, almeno in questo caso, che avrà pure un suo modo particolarmente burbero di esprimersi ma che altrettanto sicuramente riesce a colpire l’immaginario collettivo con la forza e la capacità persuasiva che soltanto Lui può esercitare.
Accade, però, che quando i predetti personaggi parlano e strepitano nelle piazze italiane diventano facili bersagli per chi fa un uso spregiudicato e falsificante della parole “razzismo”; tra razzismo e controllare chi entra nel nostro Paese c’è una differenza sostanziale. Ognuno di noi, ad esempio, per entrare negli USA viene scandagliato anche attraverso le impronte digitali e la manovra si ripete all’infinito e tutte le volte che uno entra negli Stati Uniti anche da semplice turista. Per entrare, poi, come lavoratore o come imprenditore c’è una trafila esasperata ed esasperante; eppure mai nessuno si permette di parlare di razzismo anche se è noto a tutti che in quel Paese gli ebrei e gli afroamericani, così come i portoricani e i messicani, non vivono certamente una vita agevolata come accade, invece, per i migranti che hanno la buona sorte di sbarcare in Italia.
Non so quanti di Voi hanno seguito in tv il fattaccio dello sputo che il calciatore brasiliano di colore della Juventus Douglas Costa ha lanciato sulla faccia del calciatore bianco del Sassuolo Federico Di Francesco (figlio dell’allenatore della Roma); c’è stata una mezza rissa in campo e il brasiliano è stato squalificato per quattro giornate di campionato. Nessuno, però, si è azzardato a parlare di razzismo, figuratevi cosa sarebbe successo se a sputare fosse stato il calciatore bianco in faccia a quello di colore. Anche perché ilo razzismo non è soltanto del bianco verso il nero, ma anche del nero verso gli altri, o no ?
Ecco perchè, in maniera molto semplice il governatore De Luca ha perfettamente ragione; senza se e senza ma.
Ora per De Luca si apre una giornata di fuoco; da domani 20 settembre 2018 ogni momento è buono per il Tribunale di Salerno per emettere la sentenza per la vicenda giudiziaria inerente Piazza della Libertà; la preoccupazione è davvero tanta nello staff deluchiano.