Siamo, negli ultimi giorni, rimasti tutti sgomenti dal vedere la triste vicenda del Ponte di Genova. Un misto di burocrazia, inadempienze e omissioni ha prodotto un autentico disastro.
A mio modesto avviso, tale tragico crollo è stato creato dalla volontà di non affrontare i problemi, con sana responsabilità, ma, rimandarli con sapiente utilizzo del tempo e demandando ad altri le doverose decisioni da prendere.
Genova è una città di mare e tutti i genovesi sanno benissimo che in mare occorre prendere decisioni, non affrettate e superficiali, ma occorre decidere. Infatti, soprattutto nelle tempeste, rimanere immobili a pensare per molto tempo, purtroppo, porta all’affondamento della nave ed alla morte del suo equipaggio.
Personalmente, anche se non sono mai salito su una barca a vela, sono affascinato da questo modo di navigare.
La nave a vela più famosa al mondo è l’ “Amerigo Vespucci”.
Questa nave, varata nel 1931, è l’imbarcazione sulla quale svolgono il loro addestramento gli allievi ufficiali.
Questi giovani devono imparare dove dirigere la nave seguendo il vento più favorevole.
Si naviga zigzagando cambiando, ad ogni folata di vento, la rotta.
Se questo tecnicismo è splendido in mare, sulla terra ferma non funziona così.
Per rimanere nella metafora nautica, nella vita reale, preferisco il “Destriero” della Fincantieri che ancora oggi detiene il record di attraversamento dell’Atlantico.
Tale imbarcazione andò diritto alla sua meta, senza tentennamenti.
I promotori della Progetto Città Vallo hanno un solo obiettivo, ovvero, che la popolazione del Vallo di Diano abbia la possibilità di esprimersi su questa questione.
Il Progetto di Legge è stato asseverato, come formalmente corretto e legittimo, dalla Regione Campania.
Purtroppo giace da più di un anno su una scrivania e, nonostante una serie di attività, non viene messo all’ordine del giorno, per il dovuto esame da parte del Consiglio. Questo è il semplice stato dell’arte.
Il progetto è dibattuto nel nostro Vallo di Diano da oltre trent’anni.
Oltre ai valenti politici di allora, il Progetto Città Vallo si avvalse del lavoro certosino analitico e puntuale di un giovane del Vallo di Diano : il compianto Ottavio Di Brizzi, la cui figlia Maria Eugenia, uguale nell’aspetto alla madre Maria Clara, ha ereditato la passione per l’arte ed il bello trasmessa dal padre laureandosi in architettura.
Ottavio fece un corposo studio che trovò una poderosa ed esaustiva sintesi nella sua tesi di laurea discussa brillantemente e con il massimo dei voti.
Qualcuno obbietterà che i tempi erano diversi, bene, certamente sì, è il mio commento.
Ma, tutto ciò premesso, cosa abbiamo da temere?
Quando un buon allenatore perde decine di partite di seguito o cambia qualcosa o viene esonerato, tutto ciò è oggettivamente evidente.
Onestamente non comprendo, solo per mia poca sensibilità ed intelligenza, le obbiezioni di chi è contrario a tale progetto.
Con questa “formazione” abbiamo perso:
- il Tribunale;
- il Carcere;
- un Ospedale che dai 160 medici del 1970 ai circa 60 di oggi;
- Una Ferrovia;
- Gli immobili hanno perso gran parte del loro valore, non si trova ne chi li compra ne chi li fitta;
- Le migliori intelligenze sono andate fuori dai nostri comprensori per trovare una aspettativa di vita migliore;
- I nostri paesi si stanno desertificando e ci sono sempre più case abbandonate, senza nessuno che le abiti;
Quale altro studio si deve fare?
La nostra cultura bucolica, agreste ma intelligente, ci ha insegnato che : “ mentre il medico studia, il malato muore”.
Ormai il Progetto Città Vallo, devo ripetermi e me ne scuso, è alla Regione Campania e per la Regione Campania è corredato di tutta la documentazione necessaria.
Poi una volta approvato, da parte della Regione Campania, il referendum, per quanto riguarda i promotori del progetto di legge, non ci sarà una campagna elettorale, sia chiaro a tutti.
La gente, a mio giudizio, ne ha passate e visto tante che è capace di decidere da sola.
Se gli amministratori o i sindaci sono favorevoli o contrari al Progetto Città Vallo possono, in maniera assolutamente legittima e confacente al loro ruolo istituzionale, fare quello che ritengono giusto, anzi, sono tenuti a farlo.
Sappiamo tutti che tale progetto fu voluto dall’allora Partito Socialista Italiano ed avversato dalla Democrazia Cristiana.
Molti esponenti della Democrazia Cristiana del tempo, hanno riconosciuto di aver commesso un grave errore, avversando il prefato progetto, alla luce degli avvenimenti accaduti.
La furbizia tende a rinnegare il passato e muoversi “come banderuola al vento”, l’intelligenza fa ritornare sui propri cammini per intraprendere nuove strade per il benessere comune e non certamente per il “particulare”.
Personalmente, quando immarcescibile ed onestissimo Carmelo Bufano, come una quercia salda sul terreno e sempre orgogliosamente, coerentemente e, forse, cocciutamente convinto del suo “fare bene per chi verrà” mi propose di aiutarlo nel suo progetto, io, firmai immediatamente.
Forse con gli stessi sentimenti che prova un figlio, al capezzale del proprio padre, dove è chiamato a decidere se dare il proprio assenso ad un intervento incerto, ma che può essere l’unica soluzione ad una morte ormai annunciata ed inevitabile.
I miracoli certamente esistono ma la Chiesa ci insegna che : “aiutati che Dio ti aiuta”. Non è casuale, infatti, che proprio sua Eccellenza Mons. Antonio De Luca sia stato tra i primi a firmare il progetto; con un intuito da “vero marinaio” ha capito che bisognava decidere in fretta e bene; si è reso subito conto che nelle cappelle dei nostri paesi si fanno funzioni solo per funerali mentre scarsi sono battesimi. Da questo osservatorio ha capito che il “paziente” Vallo di Diano era in grave pericolo di vita se non si cercava di fare qualcosa, e, Lui lo ha fatto, con coraggiosa scelta consapevole.
Mi scuso per il tempo che Vi ho sottratto per la lettura di questo articolo che è finito; dopo la mia firma ci sarà un pensiero che non è mio, ma quello di lungimirante esponente del governo dei primi anni del secolo scorso, nativo di Melfi : Francesco Saverio Nitti.
Sassano, 3 settembre del 18
Stefano Antonello Aumenta
“Poiché nel Sud la coscienza politica è scarsa, tutte le volte che bisogna proporre qualcosa contraria agli interessi dei meridionali, si ricorre appunto ad un meridionale” (Nitti).
PROGETTO COMUNE UNICO CITTA’ VALLO DI DIANO:
QUALE ALTRO STUDIO SI DEVE FARE?
Carissimo Antonello,
hai messo il dito nella piaga :” i nostri paesi si stanno desertificando e ci sono sempre
più case abbandonate,senza nessuno che le abiti”.
Dopo la perdita del Tribunale di Sala Consilina e del Carcere ,nel Vallo di Diano, gli immobili
hanno perso di valore e ”NON SI TROVA NE CHI LI COMPRA NE CHI LI FITTA”.
La proposta del primo firmatario Carmelo Bufano ,con l’autorevole adesione del Vescovo
della Diocesi di Teggiano-Policastro Padre Antonio De Luca,mira al referendum popolare per dare
la possibilità alla popolazione del Vallo di Diano di esprimersi,senza se e senza ma,
con un SI o con NO.
Cosa aspetta il Consiglio Regionale della Campania?
Dopo 30 anni di battaglie ,quale altro studio si deve fare ancora prima che il
Vallo di Diano passa a migliore vita?
Cordialmente.
PIETRO CUSATI
GIORNALISTA