SALERNO – Riceviamo e con molto piacere pubblichiamo una lettera del dr. Michele Manzo, responsabile dell’elettrofisiologia del Ruggi di Salerno.
La lettera di Manzo trae origine da mio articolo (come lo stesso medico ricorda) di qualche giorno fa in cui esponevo alcune presunte problematiche (dico e sottolineo “presunte”) che non hanno assolutamente niente a che fare con l’unità operativa retta dal dr. Manzo e che io stesso ho avuto modo di elogiare; in questa storia molto verosimilmente il dr. Manzo non c’entra niente, neppure con il dr. Amato Santoro del quale avevo riportato alcuni brani di una lettera che quest’ultimo medesimo aveva inviato alla direzione generale del Ruggi. E questa è storia reale, non inventata dal sottoscritto che si è limitato a riportare lo scritto-sfogo dell’autore. In quel caso non c’era bisogno di controprove, c’era e c’è il documento scritto.
Ma dopo l’articolo dell’altro giorno sono venute alla luce alcune altre verità, non presunte, che avallano il contenuto della lettera del dr. Manzo ed è per questo che è stata subito pubblicata; verità che cercherò di svelare in un prossimo articolo. Nel frattempo rassicuro il dr. Manzo che quando scrivo di un reparto che funziona sicuramente lo faccio per convinzione e mai per piaggeria ed altrettanto sicuramente non scriverò mai che non funziona più, a meno di cataclismi sempre possibili ai giorni nostri; e nel mio scrivere non c’è alcun intento diffamatorio sia verso le strutture che gli operatori. Le verità sono altre e, quindi, non mi ricontraddico se affermo che l’elettrofisiologia del Ruggi sfiora livelli di assoluta perfezione organizzativa. La cosiddetta “Torre di babele” prende origine da altre considerazioni che non mancherò di spiegare successivamente, anche e non solo per soddisfare le legittime richieste del dr. Manzo. Punto.
“””Egregio Signor Direttore Aldo Bianchini,
quale Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Elettrofisiologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, sono chiamato in causa dal Suo articolo pubblicato il 7 Agosto 2018 su “Il Quotidiano di Salerno”, dal titolo “ Sanità: La torre di Babele…del Ruggi”, che, peraltro, si collega al precedente datato 19.03.2018 ( rubricato “ Sanità: al Ruggi..siamo medici o caporali..per cacciare Santoro”).
Intendo, dunque, darLe quella “precisazione” da Lei richiesta ( cito testualmente), con le seguenti necessarie premesse:
– il mio riscontro è dato con i numeri ( infra) – già in possesso del Direttore Generale – che potrà e/o vorrà gentilmente verificare. Le parole non hanno senso se non supportate dai fatti;
– non avevo ritenuto “opportuno” replicare all’ articolo del 19.03.2018, perché avrei dovuto, mio malgrado, parlare di persone terze e, dunque, specificare (in assenza di contraddittorio) in relazione a titoli, esperienze professionali, concorsi;
– sono uno dei medici “con i capelli bianchi”; ciò preciso affinché possa essere garantita la mia legittimazione a risponderLe con numeri e con cognizione di causa.
La nostra attività, di cui immagino Lei sia a conoscenza, consiste nel trattamento di tutti i disturbi del ritmo cardiaco ( siano essi bradiaritmie o tachiaritmie), nella prevenzione dei disturbi del ritmo (laddove questi possono mettere in pericolo la vita del paziente) e nel trattamento di tutte le complicanze connesse con l’utilizzo dei dispositivi impiantabili.
Pertanto, il campo di cui ci occupiamo comprende l’impianto di dispositivi come pacemaker, defibrillatori, dispositivi sottocutanei, l’ablazione di aritmie, l’estrazione di elettrocateteri infetti.
Ciò premesso, le indico i dati registrati dalla S.S.D. di Elettrofisiologia nell’ ultimo anno ed ottenuti grazie alla dedizione ed abnegazione assoluta dello scrivente ( reggente della Struttura da un anno), dei colleghi e del personale infermieristico, cui va riconosciuta eguale partecipazione sul piano umano e professionale.
Ebbene: il laboratorio di Elettrofisiologia ha registrato una crescita esponenziale sia nel numero che nella qualità degli interventi.
Mettendo a confronto gli intervalli di tempo che vanno da Agosto a Luglio 2016/2017 e da Agosto a Luglio 2017/2018, gli impianti totali di device sono passati da 220 a 445 con un aumento del 102% , in particolare gli impianti totali di defibrillatori sono passati da 57 a 147 con un aumento del 157% , gli impianti di pacemaker sono passati da 163 a 298 con un aumento del 82%; per gli impianti di device la crescita ha riguardato soprattutto gli interventi di maggiore complessità, mentre c’è stato un calo per gli interventi più semplici, per quelli più complessi come pacemaker e defibrillatori biventricolari la crescita è salita rispettivamente del 1000% e del 1540% ( quest’ultimi sono passati da 5 impianti dell’anno precedente a 82 attuali).
Per la prima volta nella storia del nostro ospedale sono stati effettuati gli interventi di estrazione di elettrocateteri infetti con sistemi dedicati. Questa ultima attività è la più complessa che si possa effettuare nel campo dell’elettrostimolazione e, pertanto, ci consente di inserirci nell’elenco dei Centri ad altissima Specializzazione (vedi figura).
Per quanto riguarda l’elettrofisiologia, ossia il trattamento invasivo delle aritmie, il laboratorio è stato dotato, finalmente dopo anni, delle attrezzature dedicate e sono state eseguite le prime ablazioni.
Si fa presente che all’Ospedale di Salerno erano più di 10 anni che non venivano eseguite ablazioni.
Il risultato di questa attività sta finalmente invertendo la rotta riportando all’Ospedale di Salerno tanti cittadini costretti prima a rivolgersi ad altri Centri, spesso fuori regione, per sottoporsi a procedure che da questo momento diventano disponibili nella nostra Città.
La possibilità di eseguire interventi nuovi e più complessi non sarebbe possibile senza l’attività sinergica della Cardiochirurgia, dell’UTIC, della Chirurgia Vascolare, della Terapia Intensiva, dell’Emodinamica e della Cardiologia, perché oggi la complessità dei nostri pazienti non può più prescindere da un approccio multidisciplinare dei trattamenti e da stretta collaborazione tra i vari professionisti, e la Torre Cardiologica oggi rappresenta il luogo che più si confà a questa visione.
Ciò posto, mi dica esimio Direttore, come può definire il nostro nosocomio “ la Torre di Babele”?
E soprattutto mi spieghi quali sono le fonti della Sua indagine ( “ ..dai discorsi della maggioranza di quelli sentiti mi è sembrato di capire …..che tutti lavorano sotto uno stato di tensione sprigionata da rapporto con il dirigente dell’ Unità Operativa..”)?
Ribadisco ( supra) di non ritenere “opportuno” replicare alla vicenda del “luminare” cui allude; non è questa la sede, non è mia intenzione screditare alcuno.
Non posso, al contempo, esimermi dallo stigmatizzare il contenuto diffamatorio dei Suoi scritti ( “ solita azione vendicativa e di supremazia baronale”…”pizzini” …..”caporali”…”poteri forti”); sulla cui rilevanza penale intendo ( per il momento) soprassedere.
Da ultimo esprimo il mio personale rammarico, oltre che la mia viva sorpresa, nel leggere le Sue censure e note negative, dopo aver letto ed apprezzato il suo precedente articolo, datato 10.04.2018 dal titolo “ Sanità: quando al Ruggi tutto funziona …. un esempio di buona sanità tra l’ elettrostimolazione e l’ Ufficio Ticket” perché sono, appunto, il dott. Michele Manzo, che Lei aveva espressamente ringraziato ( “… dott. Manzo cordialissimo e molto professionale ….”)
Pertanto, La invito a pubblicare questa mia lettera, compresi i dati da me riportati, con preghiera di tacitare voci diffamanti e screditanti.
Auspico che Lei vi provveda con quella cortese sollecitudine che possa ripagare il malcontento che tali infondate notizie hanno generato in tutti i validissimi operatori della “Torre del Cuore”.
Distinti saluti
Salerno 13.08.18
Dr. Michele Manzo
N.B. Con il nostro sistema di impaginazione non siamo riusciti a pubblicare le tabelle inviateci. Cercheremo di farlo in seguito: