MONTE S. GIACOMO – Il governo giallo-nero o, come preferisco chiamarlo, “leopardato”, ha determinato il suo successo elettorale del 4 marzo, principalmente su due fattori:
- 1. Le Persone che migrano dall’ Africa.
- 2. La Povertà e la disoccupazione crescente, soprattutto nel Sud-Italia.
Oggi non voglio tediarvi con i miei soliti articoli di sinistra, marxista-leninisti, ma invece, mi sono (tra virgolette) divertito a confrontare un brevissimo estratto di una tesi di laurea sull’ascesa al potere di “un uomo politico del passato”, con la stessa affermazione che ha avuto il governo leopardato ed in particolare nella figura di uno dei suoi maggiori esponenti dello stesso.
Due annotazioni essenziali:
- Non ho apportato nessun cambiamento al testo della tesi se non le date, incarichi istituzionali e un paio di precisazioni contrassegnate dalla dicitura n.d.a. (nota dell’autore) per adattare il brano della tesi ai giorni nostri.
- Non ho fatto i nomi dei due politici messi a confronto perché mi piacerebbe sapere se è solo una mia sensazione che le due storie, a distanza di quasi 90 anni, hanno delle similitudini incredibili, o se anche qualcuno di voi la pensa come me, riconoscendo quindi immediatamente l’identità di entrambi.
Buon divertimento (si fa per dire, purtroppo)! Cominciamo:
“Una volta assunto il potere diventando segretario del suo partito (dicembre 2013), attuò una politica di riscatto della nazione italiana in nome dei valori nazionalistici, sfociata nella revisione degli equilibri europei.
Dopo aver fatto della xenofobia, e dell’espansionismo del popolo italiano i fondamenti della sua propaganda e della sua politica, tentò di imporre un “ordine nuovo” trasformando il suo partito da nordfederalista (n.d.a.) – e quindi antisudista – a nazionalista, protettore patriottico.
Incentrò la sua azione politica nell’attacco alla Repubblica, accusata di cedimento agli stranieri.
Approfittandosi del protrarsi della “Grande Depressione” scoppiata nel 2008 (1929 n.d.a.), che portò, fra l’altro ad una esponenziale crescita della disoccupazione, seppe sfruttare il malcontento popolare guadagnando consensi al Partito e assicurandosi l’appoggio dei settori di destra, dell’industria e dell’esercito (Ministero dell’Interno e vice premier n.d.a.); con la promessa di creare un’ Italia forte e più ricca attirò milioni di elettori.
La sua capacità oratoria infiammava le masse: nelle elezioni del 2018 i seggi del suo partito in Parlamento passarono dai 37 del 2006 ai 110 del 2018;
Durante i mesi seguenti, (nei sondaggi n.d.a.), il partito continuò a crescere, traendo vantaggio dalla forte disoccupazione, dalla risolutezza oratoria – incentrata per lo più al cedimento dei precedenti governi verso gli stranieri e dalla debolezza dei suoi rivali politici. Il Ministro riuscì ad accreditarsi come l’uomo forte, capace di far uscire il governo dall’immobilismo.
Il “Partito” trasse forte impulso dallo scontento diffuso fra gli italiani che con la crisi del 2008 (prima guerra mondiale n.d.a.) entrarono in un periodo di depressione economica e da una vasta disoccupazione che egli promise di arrestare e cambiare rotta in poco tempo… continua (purtroppo)….”
Non voglio spaventare nessuno, né potrei, visto che il contesto non è quello di 90 anni fa. Resta il fatto che le cose accadono e che la propaganda funziona. Citare il Duce, inneggiare velatamente al razzismo non porterà a nulla di buono Noi lasciamo fare. Veramente non tutti. Sentite questa:
Lo scrittore Sandro Veronesi ha inviato una lettera a Roberto Saviano, nella quale torna prepotentemente sul tema dei migranti e delle politiche messe in atto dal nuovo Governo e invita il collega a salire sulle navi delle Ong a fare da “scudi umani” non potendo più sopportare l’indifferenza del mondo politico come quello intellettuale.
Io la trovo una grande, “nonviolenta”, disobbedienza degna del miglior Pannella ed all’iniziativa ha aderito un numero incredibile di persone. Io ci penserei.
Esiste anche chi la pensa diversamente caro Ministro!