MONTE S. GIACOMO – Spettatori tutti in piedi, un applauso lungo cinque minuti, una sorta di standing-ovation calcistico per osannare le preziose virtù personali umane e culturali di colei che è stata la “regina” indiscussa della splendida serata organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Monte San Giacomo per dar luogo alla presentazione, in chiave critica, dei quattro lavori letterari prodotti fin qui dal giovane avvocato-scrittore Lorenzo Marone, rampollo di una delle famiglie più prestigiose del Vallo di Diano ed anche della metropoli partenopea dove, da decenni, l’intera famiglia vive e lavora.
La regina indiscussa, ovviamente e naturalmente, è stata lei, Barbara D’Alto, scrittrice e critica letteraria e già dirigente scolastica di prestigio.
Due mondi diversi a confronto, due percorsi di vita e di costume assolutamente distanti tra loro; questa è stata la mia sensazione quando, in prima fila, mi sono seduto per assistere a quello che sarebbe stato (come già sapevo !!) il trionfo della classe e della cultura della D’Alto su un autore contemporaneo di blasonato prestigio come Lorenzo Marone che con il suo ultimo libro (Un ragazzo normale) ha superato le 100mila copie vendute; niente da dire o da eccepire, quindi, sullo scrittore perché quando si vendono tante copie non c’è discussione da fare o critica da porre in essere; Marone è uno scrittore. Punto.
Dicevo che sedendomi ho avuto la sensazione di due mondi a confronto, due mondi che in tutta la storia dell’umanità si sono sempre scontrati su tutto tranne che sulla cultura; anzi il mondo dei casati ha sempre avuto bisogno di un supporto culturale per poter resistere nel tempo e superare difficoltà di ogni sorta (anche le guerre !!), mentre il mondo della cultura ha sempre avuto necessità della sponsorizzazione da parte delle grandi famiglie per sopravvivere, per educare e lasciare alle nuove generazioni i giusti messaggi culturali di vita e di società.
Barbara D’Alto, l’altra sera, è riuscita a superare le barriere imposte dalle dette diversità ed a governare la serata come una grande regista, capace di coinvolgere e travolgere il giovane e bravo scrittore in una dimensione letteraria che, forse, neppure egli stesso si aspettava che qualcuno dicesse e spiegasse con la sagacia della critica letteraria. Per lei definire Marone uno “scrittore di fiction” è riduttivo in quanto l’autore riesce attraverso la descrizione sceneggiata, e quasi visiva, dei suoi racconti a ripercorrere intere vite, anche la sua vita tra alti e bassi e difficoltà apparentemente insormontabili.
Lorenzo Marone, dal canto suo si è lasciato prima prendere ed affascinare dalle parole della D’Alto per poi impegnarsi a far si che quell’esile velo di diffidenza ancora esistente nei rapporti tra casati e cultura cadesse senza se e senza ma, ed alla fine per mostrare il lato migliore di un’intera importante famiglia (quella dei Marone) sotto il profilo della umiltà e della socializzazione, elementi che a tavola, durante la cena seguita al convegno, hanno trovato la loro sublimazione con dialoghi incrociati tra personaggi dissimili ma sicuramente ben amalgamati dalle capacità culturali e di dialogo di ognuno di loro. Sull’onda, bisogna ricordare, di un aneddoto brillantemente raccontato dal dr. Pietro Cusati e rivolto all’avv. Prof. Riccardo Marone, papà dello scrittore.
Questo il quadro complessivo che mi si è presentato dinanzi agli occhi nel corso della lunga e interessantissima serata, il tutto al di là del commento articolato – particolare – appropriato e linguisticamente perfetto che Barbara D’Alto ha riservato al giovane e già brillante scrittore di origini sangiacomesi.
A questo quadro, per dovere di cronaca storica, va aggiunto anche il fatto che la D’Alto nel corso di questi ultimi decenni ha dato all’intera comunità la spinta giusta per il salto di qualità di vita associativa e culturale portando il Comune di Monte San Giacomo ad occupare sicuramente il primo posto dell’intero Vallo di Diano, e non solo.
Cosa dire, infine, della regina della serata se non che ha dimostrato un grande amore per la sua famiglia (con le sue qualità e con la sua classe avrebbe potuto raggiungere ben altre realtà culturali e professionali) e per l’invincibile attaccamento ad un territorio che è diventato “suo” nel tempo e per sempre.
Comprimaria della serata l’ottima blogger Giuditta Casale che ha accompagnato, come fa spesso, l’autore in una sorta di faccia a faccia assolutamente innovativo ed anche interessante per momenti culturali del genere.
Qualche parola voglio spenderla anche per Gerardo Marotta (già direttore del Banco di Napoli, attuale presidente dell’associazione Libertas Antonio Nicodemo) che con il Comune ha organizzato l’evento; Gerardo nel corso del suo breve intervento si è emozionato, quasi fino alle lacrime, quando ha descritto i meriti della famiglia Marone nei confronti dell’intera comunità sangiacomese. Anche questo è un segnale preciso che la cultura, quando viene ben gestita, è foriera soltanto di socializzazione attraverso una comunicazione sottile e comprensibile. La genuinità delle parole di Gerardo Marotta mi hanno profondamente colpito.
Che dire poi dell’amministrazione comunale di Monte San Giacomo che, per l’occasione, era rappresentata dal sindaco Raffele Accetta e dalla vice sindaco Angela D’Alto. La tavola rotonda e culturale sulle quattro opere di Lorenzo Marone ha rappresentato, a mio avviso, l’apoteosi, il punto apicale, di un discorso complessivo di buona amministrazione che viene da lontano e passa attraverso la programmazione e la realizzazione di opere pubbliche (come il recupero del Palazzo Marone, oggi depositario di una delle più fornite biblioteche della provincia) con il supporto culturale di personaggi artisticamente, e non solo culturalmente, all’altezza della situazione.
Un grande filosofo del passato diceva che l’opera d’arte non si realizza ogni giorno ma ogni tanto; ebbene Barbara D’Alto, l’altra sera, ha centrato un capolavoro che come un’opera d’arte si concede una volta ogni tanto nella vita.
A voi amici lettori l’impegno di acquistare i libri di Marone per leggerli in religioso silenzio: La tentazione di essere felici (Longanesi edit.) – La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi edit.) – Magari domani resto (La Feltrinelli edit.) – Un ragazzo normale (La Feltrinelli edit.).