Aldo Bianchini
SALERNO – Molto probabilmente subito dopo l’estate quando dovrà essere rinnovato il massimo organo di autogoverno della magistratura (C.S.M.) l’on. prof. Marzia Ferraioli dallo scranno della Camera dei Deputati, dove siede dal 4 marzo 2018, sarà proiettata all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura tra gli otto componenti laici che dovranno essere indicati dal Parlamento in seduta comune.
Difatti il 9 aprile 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha indetto – in attuazione della legge n. 195 del 1958 – per i giorni 8 e 9 luglio 2018 scorsi le elezioni per il rinnovo dei componenti togati del Consiglio, la cui scadenza è fissata a fine settembre 2018. Dovranno essere eletti 2 magistrati con funzioni di legittimità, 10 con funzioni giudicanti di merito e 4 con funzioni requirenti di merito. Nella stessa occasione, il Capo dello Stato ha invitato il Presidente della Camera Roberto Fico a convocare, d’intesa con il Presidente del Senato, il Parlamento in seduta comune per l’elezione degli otto componenti laici.
Ho messo il punto di domanda alla fine del titolo (la professoressa Ferraioli mi scuserà !!) soltanto per mera scaramanzia; il mio augurio, come l’augurio di tutte le persone che abbiano una minima percezione della legalità che passa attraverso la professionalità, la costanza e l’equilibrio non possono che gioire ad una notizia come questa; una notizia che al momento rimane una semplice e pura indiscrezione filtrata attraverso le strette maglie del riserbo e che nel breve volgere di qualche settimana sarà tramutata in splendida realtà.
Ne guadagnerà Forza Italia, il partito di appartenenza della Ferraioli, ma ne guadagnerà soprattutto l’amministrazione del complesso ed articolato mondo della giustizia che la professoressa Marzia Ferraioli, insigne giurista e docente di procedura penale presso varie università, conosce molto bene per aver attraversato in lungo e in largo i corridoi e le aule dei tribunali di tutto il Paese, sempre alla ricerca della verità possibile e con il giusto e impagabile equilibrio che spesso manca proprio a chi deve giudicare.
La ferraioli, che conosco da alcuni decenni, è un’accanita sostenitrice che la macchina della giustizia può essere modificata, plasmata e riequilibrata e che la battaglia bisogna sostenerla dal suo interno, proprio come si accinge a fare quando ad autunno inoltrato, esaurite tutte le procedure di nomina, potrà sedere su uno degli scranni più ambiti per un personaggio come Lei che ha dato gran parte della sua vita al mondo giudiziario.
Nel frattempo ha incominciato a curare, da par suo, il collegio in cui è stata eletta con un enorme consenso popolare ponendo delle questioni di primaria importanza ai ministeri ed ai ministri competenti; mano sta neppure trascurando altre zone ed altri contesti del Paese nell’ottica del fatto che un parlamentare rappresenta tutti i cittadini in senso lato.
Nelle ultime settimane la sua azione politica ha spaziato dal “carcere di Sala Consilina” inopinatamente soppresso, alle esigenze del palazzo di giustizia di Bari finito sotto le tende poco accoglienti della protezione civile; le sue interpellanze parlamentari sono state di una compiutezza anche giuridica molto particolare e le risposte non tarderanno ad arrivare, almeno si spera.
Se fra qualche mese la Camera dei Deputati perderà un suo componente accadrà perché la professoressa Marzia Ferraioli avrà conquistato il suo posto nel luogo più deputato all’amministrazione della giustizia: il Consiglio Superiore della Magistratura.