Aldo Bianchini
SALERNO – A poche ore di distanza dalla celebrazione dei funerali dell’ex Rettore Magnifico dell’Unisa prof. Roberto Racinaro ho interpellato l’avv. Gaspare Russo sul personaggio Racinaro e sul ruolo dallo stesso svolto nelle scelte iniziali dell’università.
Presidente è morto Roberto Racinaro, un suo pensiero
== Sono stato ieri ai funerali di Roberto Racinaro. Dopo il rettore Gabriele De Rosa, Racinaro è stato in assoluto il più grande rettore dell’università di Salerno. E voglio aggiungere che la commemorazione funebre di ieri mattina (venerdì 15 giugno 2018) è stata contrariamente ad ogni previsione una manifestazione quasi intima, di tipo familiare ed amicale per un personaggio che è stato e resta un simbolo del nostro tempo, non soltanto per l’università ma per l’intera regione.
Presidente cosa intendete dire ?
== Racinaro è stato lo sfortunato protagonista delle vicende italiane degli anni ’90. Eppure la sua è stata è una grande storia nazionale, regionale e locale. Stiamo parlando della cosiddetta tangentopoli o per usare una sua espressione della “repubblica giudiziaria senza più civiltà del diritto”. La storia è nota e non voglio ripeterla. Mi limito a ricordare che fu arrestato il 2 giugno 1995, festa della Repubblica, senza sapere perché e in base a quali accuse. Ieri mattina sul quotidiano La Città è apparso l’articolo di fondo di Antonio Manzo (direttore responsabile). Il titolo recita: “Lasciatelo in pace ma non dimenticate la sua lezione”. Racinaro è stato una delle grandi vittime della stagione legata al drammatico periodo di “mani pulite” o una pseudo rivoluzione che ha fatto regredire l’intero Paese e un’intera generazione. Prima o poi qualcuno dovrà documentare il conto di quello è costato non solo alle persone, ma all’intero Paese quell’infausto periodo. La migliore commemorazione è stata fatta da Antonio Manzo: “A Salerno tutti assistettero silenziosi alla strage di diritto che stava avvenendo, e non solo per Racinaro. C’era chi godette di quell’arresto eccellente che gettava in galera un filosofo. Molti applaudirono. Andava così ieri, potrebbe andar così anche oggi”.
Presidente, parliamoci chiaro. Non le sembra strano che dopo 25 anni tutti siano diventati buonisti dopo che lo stesso giornale su cui scriveva Manzo (Il Mattino) era tra i più giustizialisti ?
== Tutti cavalcarono l’onda, tutti avevano paura. Anche il giornale di Berlusconi e le sue televisioni erano sulla stessa linea. Nessuno capì o fece finta di non capire che potevano esserci onde di ritorno, che potevano coinvolgere tutto e tutti. Così come sta accadendo oggi.
Presidente lei parla di paura e mi sta bene; ma la paura non nasconde a volte le responsabilità ?
== La paura è un sentimento irrazionale e all’epoca anche quelli che non avevano la coda di paglia, temevano a torto o a ragione di essere vittime di un clima di terrore tipico della rivoluzione francese.
Presidente torniamo a Racinaro ed alle sue esequie che secondo lei non sono state partecipate come dovevano essere. Perché ?
== Racinaro è un simbolo storico. Mi sarei aspettato che ieri mattina in chiesa al suo funerale, oltre alla presenza dell’attuale rettore Aurelio Tommasetti e del gonfalone dell’università, ci fossero stati anche il gonfalone della regione, del comune di Salerno, del comune di Fisciano e di delegazioni di tutti i comuni della valle dell’Irno; non senza parlare delle rappresentanze istituzionali e politiche.
Presidente, lei c’era e con lei quali altri politici ?
== Una fugace presenza del presidente della Regione che è andato via subito e di nessuna altra autorità. Non c’era l’università, salvo amici professori di Racinaro. Tra i politici c’era Carmelo Conte, l’ex sindaco Mario De Biase, l’ex deputato Tino Iannuzzi. Quello che mi ha sorpreso è che nessuno abbia avvertito il bisogno di prendere la parola per un’adeguata commemorazione di un personaggio appartenente alla storia.
Perché non ha preso lei la parola ?
== Non ho preso la parola per non essere accusato di protagonismo. C’era il rettore dell’università, diversi professori amici di Racinaro, che avrebbero ben potuto tracciarne il profilo. Voglio sottolineare che al di là del rettore e di diversi professori legati da rapporti di amicizia, di tre ex sindaci di Salerno (Russo, Salzano anche docente universitario, e De Biase) ed altri politici del passato non c’era nessuno dei politici e di rappresentanti delle istituzioni odierne.
Presidente ma Racinaro meritava davvero questo assordante silenzio sulla sua figura ?
== A mio avviso meritava infinitamente di più. Come di abitudine camere ardenti nei luoghi deputati e una partecipazione massiccia di rappresentanza di popolo.
Tutto ciò potrebbe essere frutto di un desiderio della famiglia ?
== Non lo so, non credo. Quando si vuole onorare la memoria di una persona non cii si trincera lo stucchevole ringraziamento che appare sui manifesti pubblici, peraltro molto rari ove si recita e si dispensa dai fiori e dai ringraziamenti. La partecipazione è spontanea e va al di là di tutte queste stucchevoli e rituali dichiarazioni.
Presidente qual era il suo rapporto con Racinaro e lo stesso meritava il titolo di “filosofo rosso”?
== Era nota la militanza a sinistra di Racinaro. Era succeduto alla carica di rettore dopo Vincenzo Buonocore che era attribuito alla D.C.. Racinaro è stato eletto rettore nel 1987, io a quell’epoca ero consigliere di amministrazione delle Ferrovie dello Stato in una posizione di parziale distacco dalle vicende politiche salernitane. Con mia grande sorpresa Racinaro inaspettatamente mi chiese un appuntamento che avvenne qui a casa mia, proprio dove in questo momento stiamo chiacchierando. Sarebbe stato molto più logico che fossi stato io ad andare all’università per incontrarlo. Comunque l’incontro avvenne, molto cordiale e propositivo. Racinaro sollecitò un mio impegno come politico e soprattutto come consigliere di amministrazione delle FF.SS. per affrontare e risolvere le problematiche legate ai collegamenti ferroviari con il campus di Fisciano. Problematiche, convenimmo nel colloquio, che non erano soltanto ferroviari, ma autostradali, i collegamenti con la rete regionale delle ferrovie in concessione da Nocera/Sarno (la circumvesuviana) con la circumsalernitana (Nocera, Cava, Salerno, l’università, Mercato SS, Sarno e Nocera), nonché le vecchie ferrovie esistenti su tutto il territorio salernitano. Quello che oggi si chiama il cosiddetto metrò dopo la realizzazione della galleria Salerno/Nocera. Tutte opere, infrastrutture, previste progettate e in parte anche finanziate, legate alla scelta del campus nella valle dell’Irno. Tutte opere essenziali ieri ed anche oggi che però sono rimaste come di abitudine nel libro dei sogni.
Presidente ma il vostro giudizio personale su Racinaro qual è ?
== Racinaro, filosofo rosso o di qualsiasi altro colore, non appariva come un filosofo con la testa tra le nuvole, immerso nei suoi studi e completamente estraneo alla realtà, come spesso si descrivono falsamente i filosofi, che invece insieme alla loro immersione negli studi comprendono la realtà molto più della maggior parte degli uomini politici. Diciamo che Racinaro rappresentava un’inversione a 360°, non era chiuso nella gestione quotidiana dei problemi interni all’ente che rappresentava, ma aveva una visione, una operatività a larghissimo raggio, che necessitava dell’apporto della politica, dei politici, degli enti maggiori. E vorrei aggiungere che il clichè popolare che si affibbia ai filosofi è del tutto falso, perché i filosofi, e io ne conosco alcuni, sono molto più immersi nella realtà del mondo politico e istituzionale.
Presidente, oggi con la commemorazione di Racinaro avete sollevato una serie di problemi; penso che dobbiamo rivederci ?
== Certamente, con la speranza di una partecipazione che porti ad affrontare i problemi sul tappeto, ognuno con la sua parte e con le sue risorse.