CFI: dove allignava il malaffare ?

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

CAVA de’ TIRRENI – Ho scritto più volte, e da molti anni, sulle vicende politiche – amministrative e giudiziarie che, con una cadenza temporale dettata dai vari cambiamenti politico-societari, hanno attraversato la vita del Consorzio Farmaceutico Intercomunale di Salerno.

            Prima di andare avanti è necessaria una premessa di ordine storico; il CFI di Salerno è stato uno dei primi consorzi farmaceutici del mezzogiorno, nato da un’idea brillante dell’avv. Salvatore Memoli (che fu anche il primo presidente) quando era ancora in ottimi rapporti con l’allora sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Il primo caso giudiziario scoppiò proprio nelle mani di Memoli nel momento in cui denunciò pubblicamente i presunti brogli per l’acquisizione delle sedi, delle suppellettili e delle risorse umane. Naturalmente siccome Memoli aveva intaccato uno dei personaggi più vicini a De Luca il suo rapporto con il capo si sfilacciò fino a rompersi in maniera definitiva.

            Ma il CFI andò avanti e nel giro di qualche anno divenne uno dei consorzi di punta sia sotto il profilo occupazionale che nell’erogazione di servizi sempre più efficienti, tanto da diventare una delle pochissime società miste in grado di garantire stabilità politica e bilanci sani ed al di sopra della media locale e nazionale.

            L’ultimo scandalo in ordine di tempo l’ha scoperto e portato alla luce il direttore generale dr. Francesco Sorrentino che attraverso un sofisticato sistema di controlli evidenziò la dispersione di forniture con conseguente sanzionamento di tre dipendenti, fino al loro licenziamento. E’ in corso la causa che i tre hanno intentato contro il consorzio con la speranza di una riammissione nei ruoli del CFI.

            Quella del settembre 2011 fu un’operazione coordinata da Sorrentino ma praticamente condotta dal dr. Romeo Nesi che consentì all’intero consorzio non solo di scoprire il presunto imbroglio ma di gettare le basi per un risanamento globale anche sotto il profilo dei bilanci che grazie al ciclo di governo basato sul duo Sorrentino – Nesi sono ritornati sicuramente positivi rispetto al tormentato e lungo periodo di dichiarata negatività. Dal 2011, quindi, esce allo scoperto una consolidata alleanza tra Sorrentino e Nesi che non è stata mai messa in discussione dai vari presidenti succedutisi nel controllo dell’organo politico del consorzio.

            Mercoledì 13 giugno 2018 ho letto sul quotidiano La Città il lungo sfogo del dr. Sorrentino attraverso una nota stampa (non pervenuta a questo giornale) alla quale sto facendo riferimento per questo mio approfondimento, sperando che quanto riportato dal prestigioso quotidiano rispecchi esattamente, nel virgolettato, la vera dichiarazione diffusa dal consorzio.

            Secondo quanto esternato nella nota ci sarebbe una vicenda, non so se di natura giudiziaria, in atto per due operazioni concorsuali con le quali il dr. Nesi prima è stato promosso a dirigente sanitario del consorzio e poi, dopo un periodo di comando a scavalco, alla carica di dirigente del settore servizi alla persona del comune di Cava de’ Tirreni. Per entrambe le procedure concorsuali il responsabile unico è stato il dr. Francesco Sorrentino che, tra l’altro, è uno dei dirigenti del Comune di Cava.

            Da qui lo sfogo di Sorrentino che nella nota stampa metterebbe in grande evidenza un “nesso causale” tra l’inchiesta del 2011 (prima descritta) e le aspre critiche alle due procedure concorsuali giunte, è il caso di precisare, dopo una serie inenarrabile di “lettere anonime” contro lo stesso modus operandi del duo Sorrentino-Nesi.

            Per quanto di mia conoscenza, avendo seguito da anni le vicende del CFI, metto senza tentennamenti la mano sul fuoco per la riconosciuta integrità morale di un personaggio come Francesco Sorrentino, un vero Uomo dello Stato, un ottimo professionista ed anche un profondo conoscitore delle procedure amministrative e finanziarie. Oltretutto ha sempre agito in maniera corretta ed alla luce del sole, con grande responsabilità, mettendoci la faccia anche nelle vicende più scabrose e rischiose sotto il profilo delle eventuali conseguenze di natura penale.

            Tutto questo, però, non è stato sufficiente a tutelare il dr. Sorrentino dagli spifferi delle perniciosa insinuazione polemica; per questo siamo arrivati alle precisazioni piuttosto forti che il direttore generale del CFI ha ritenuto di dover rendere di pubblico dominio attraverso la stampa.

            Non mancheremo, per quanto di nostra competenza, di seguire l’evolversi della vicenda.

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