VALLO di DIANO – Ieri mattina, martedì 12 giugno, percorrevo con la mia autovettura le strade nella zona compresa tra il bivio di Padula, loc. Caiazzano e Varco Notar Ercole. Con me viaggiava mio nipote (omonimo) che è arrivato pochi giorni fa dagli Stati Uniti. Ad un certo punto gli ho sentito esclamare con viva sorpresa: “Nonno ma quanti Carabinieri ci sono in giro, è la terza auto che incontriamo in pochi chilometri quadrati. Neppure in Florida ho visto mai uno schieramento simile di forze dell’ordine”.
Prima di rispondere ho riflettuto un poco e poi di rimando: “Senti, ci lamentiamo sempre della sicurezza e ora ci lamentiamo che ci sono in giro troppe volanti dei Carabinieri. Caro nipote, questa in parole povere si chiama sicurezza reale e non virtuale fatta di chiacchiere televisive e giornalistiche”. Gli ho raccontano anche la storiella che il pesce puzza sempre dalla testa e che il pesce è fresco quando la testa è viva e vegeta.
Come la testa di chi comanda da poco più di un anno la tenenza dei Carabinieri di Sala Consilina che detiene il controllo di tutte le stazioni del territorio valdianese -ho aggiunto-, un giovane capitano che si chiama Davide Acquaviva e che con tanto di laurea in giurisprudenza è stato, poco tempo fa, il capitano dei Carabinieri più giovane d’Italia. Di lui ho scritto, nel luglio del 2017, in occasione del fattaccio relativo alla testa di maiale depositata nei pressi della tenenza salese quasi come un messaggio intimidatorio proprio verso quell’ufficiale che con la sua azione assolutamente innovativa e progressiva incominciava a mandare in tilt non solo la mala del comprensorio ma anche tutte le imprese in odore di reiterate insufficienze sul piano della sicurezza e dell’igiene sui posti di lavoro. Il giovane e valente ufficiale non si è lasciato intimorire e con il suo viso da giovane per bene ha fatto compiere a tutto il territorio quel salto di qualità che mancava da troppi annim forse da decenni.
Mentre discutiamo di questo incrociamo un’altra gazzella ferma ai bordi della strada; saluto e mi rispondono con grande signorilità; e questo mi fa ancora più credere che non sono lì per la conquista statistica di verbali e contravvenzioni ma per tutelare davvero la nostra incolumità e la nostra sicurezza fisica; altro che storie, dobbiamo essere tutti pienamente contenti di come questo giovane capitano ha lanciato sul territorio un modello lavorativo di prima scelta e di assoluta efficienza nel pieno rispetto delle regole, della discrezione e dello spirito di servizio in favore degli altri.
Ho naturalmente invitato mio nipote a leggere l’articolo che avevo scritto il 24 luglio 2017 su questo stesso giornale ed a fare una serena riflessione sul mio scritto che alla luce del controllo capillare del territorio assume una valenza esponenziale rispetto a qualche giudizio malevole che, comunque, l’anno scorso mi era arrivato per vie traverse circa l’eccessivo buonismo di fronte ad un personaggio che ancora non si era imposto all’attenzione generale per le sue qualità. Avevo visto giusto e non sbagliai a scrivere che “seppure uscito dall’Accademia, sembra aver superato in un solo balzo anche le automaticità nelle promozioni che l’Accademia comunque assicura”. Scrissi anche che il giovane capitano appariva come dotato di un innato “quid investigativo” senza il quale non si va da nessuna parte; e tutte queste qualità lui le ha messe, senza indugio alcuno disposizione dell’Arma che ama e che amerà sempre nell’ottica di un cambiamento radicale della “mission” che la stessa Arma porta avanti da due secoli e della quale mission il capitano Acquaviva si sente parte integrante e propulsiva.
Sicuramente la microdelinquenza nel Vallo di Diano non sarà facilmente estirpata di sana pianta ma, almeno il giovane capitano ci prova e per questo dobbiamo essergli tutti grati; non per niente è nato ed è stato allevato per fare il Carabiniere.