da DR Alberto Di Muria
Padula -Dai dati riportati in diversi studi, appare ormai evidente che il rischio di infarto miocardico sale anche con piccoli aumenti nella concentrazione di colesterolo totale; è quindi importante tenere sotto controllo il profilo lipidico. Questo può essere ottenuto con accorgimenti dietetici, ma se questi non dovessero essere sufficienti, è necessario iniziare un adeguato trattamento farmacologico.
Le statine sono i farmaci di prima scelta nel trattamento dell’ipercolesterolemia e agiscono inibendo l’attività dell’enzima idrossimetil-glutaril-coenzimaA-riduttasi (Hmg-CoA riduttasi), necessario per la sintesi ex novo di colesterolo che avviene nel fegato. Alcune statine, soprattutto atorvastatina e rusovastatina, si sono rivelate molto utili anche nel controllo dell’ipertrigliceridemia.
Gli effetti collaterali più importanti di questa classe di farmaci sono epatotossicità e miopatia. A causa di questi effetti collaterali alcuni pazienti risultano intolleranti alle statine.
Un’altra classe di farmaci utile contro l’ipercolesterolemia è quella delle resine leganti gli acidi biliari.
Colestiramina, colestipolo sono resine a scambio ionico che si legano agli acidi biliari nell’intestino, riducendone la circolazione enteroepatica. Questo aumenta la sintesi di nuovi acidi biliari a livello epatico, usando il colesterolo legato alle LDL. Si ottiene così una riduzione del 15-20% del colesterolo, senza alcun effetto, invece, sui trigliceridi. Sono farmaci sicuri in quanto non sono assorbiti e i comuni effetti collaterali sono stitichezza e gonfiore.
La niacina, o acido nicotinico, riduce il colesterolo LDL dal 20 al 30% e riduce i trigliceridi del 35-40%, aumentando contemporaneamente le HDL. Agisce inibendo la lipolisi nel tessuto adiposo, per cui ci sono meno grassi che arrivano al fegato. Gli effetti collaterali sono vampate di calore, prurito e dispepsia.
I fibrati agiscono principalmente sui livelli di trigliceridi, che riducono del 35-50%, mentre diminuiscono solo lievemente le LDL, del 10-15%. Agiscono attivando la lipoprotein lipasi. Tra gli effetti collaterali troviamo disturbi gastrointestinali, rash cutaneo, prurito; non dovrebbero mai essere usati in pazienti con compromessa funzione renale.
Ezetimibe rappresenta una classe di farmaci completamente diversa dalle precedenti, che agiscono all’interno dell’intestino andando a bloccare la proteina che promuove l’assorbimento del colesterolo. Si ottiene così una riduzione del 20% della colesterolemia e del 10% dei trigliceridi; ma molto efficace è la combinazione sinergica con una statina.