SALA C. – La domanda è: “A cosa servono le strisce gialle che delimitano i posti-sosta per i diversamente abili se a lasciare la propria auto dentro gli spazi gialli è un agente della polizia municipale ?”.
La risposta è semplice: “A niente”, se non a sottolineare ancora una volta l’arroganza e la strafottenza dei cosiddetti normodotati che in maniera proditoria continuano ad occupare gli spazi riservati senza rendersi conto minimamente dell’atto di assoluta protervia che stanno commettendo in danno di chi, anche per andare a scuola (come nella fattispecie), è costretto ad aggrapparsi alla bontà degli altri (genitori o familiari che siano !!) per rimanere vivi nella vita di tutti i giorni e, caso ancora più grave, per riempire di cultura gli spazi psico-fisici e umani che immancabilmente sono rimasti vuoti a causa della diversa abilità.
Non parliamo poi dell’immensa gravità quando a commettere questi “atti impuri” sia un esponente delle forze dell’ordine, anche soltanto per un minuto (come potrebbe essere accaduto nel nostro caso !!) per impellenti necessità di servizio (ma nella fattispecie non ce n’erano !!); le forze dell’ordine dovrebbero essere gli accaniti custodi dei diritti minimi e irrinunciabili per i “diversamente abili”; anzi dovrebbero correre in aiuto degli stessi e stoppare sul nascere le brutali e meschine considerazioni di un normodotato che dice alla mamma di Rita di “approfittare della disabilità della figlia” e punirlo adeguatamente anche con la gogna mediatica. Non conosco le generalità di questo emerito imbecille e per questo non faccio nome e cognome anche a costo di affrontare un pubblico processo che per questo caso meriterebbe di essere affrontato, se non fosse altro che per guardare in faccia un simile individuo.
Perché dico questo ? Lo dico perché, ben sapendo che ci sono migliaia di diversità nei casi di disabilità, quello che ci interessa e cerco di raccontare è davvero di un elevato tasso di gravità che i genitori di Rita cercano, con tutte le loro forze, di rendere meno pesante e gravoso per la stessa ragazza.
Da più parti si sussurra che possa trattarsi di una “vigilessa”; questo non lo so e quindi non lo affermo; spetterà al sindaco Francesco Cavallone e soltanto a lui capire di chi si tratta dando una ripassata ai turni di lavoro ed al modulo organizzativo; la punizione dovrà essere esemplare così come dovrà essere dura per chi quasi ogni mattina occupa in maniera vergognosa il posto delimitato dalle strisce gialle dinanzi alle scuole medie “Giovanni Camera” nel centro di Sala Consilina. Mancano pochi giorni alla conclusione dell’anno scolastico, così dice la mamma di Rita nel suo post su FB, ed il sindaco, che oltretutto fa anche l’avvocato, cerchi di capire e di dare un esempio pubblico di come le regole vanno rispettate chiamando alle sue responsabilità anche il comandante (se esiste !!) del corpo della Polizia Municipale della sua comunità che, comunque, nella stragrande maggioranza rimane sicuramente ad alti livelli di civiltà.
Pensate al dolore intimo e soffocante di una mamma, della mamma di Rita (una intelligentissima ragazza di Sassano), che è costretta a scrivere la sua sofferenza su Face Book per non rimanere delusa a causa della sordità delle istituzioni: “Alla fine questa routine di inciviltà quotidiana diviene una sorta di assuefazione ma c’è un limite a tutto e questo è stato raggiunto oggi. Ore 13:10, vado a prendere mia figlia e (come si vede dalla foto) il posto risulta essere occupato dall’auto della polizia municipale!!! Fa niente: ormai sono specializzata nello slalom con la sedia a rotelle. Resta l’amaro in bocca tuttavia, per l’indifferenza, l’incivilta’ e la mancanza di rispetto delle regole”. Ecco, gentile sindaco, è sufficiente che lei vada su fb per scoprire anche il giorno in cui questo squallido reato è stato commesso e per punire chi merita di essere punito non tanto e non solo per la porcheria commessa ma anche, se non soprattutto, per dare alla comunità la sensazione che le istituzioni, quando vogliono, sanno anche funzionare.
Grazie al giornalista Erminio Cioffi (che ha pubblicato lo sfogo della mamma di Rita sul giornale per cui scrive) ho avuto la possibilità di conoscere prima e di approfondire poi la sconcertante notizia; nel nostro mestiere si dice che il cronista deve “portare l’osso in bocca” che altri dovrebbero poi spolpare; Erminio lo ha fatto con umiltà, coraggio e dignità.
Cherzez la femme, dunque, per cercare di raddrizzare una grave stortura finchè si è in tempo e prima che le scuole chiudano i battenti e la dolce Rita, finito il suo ciclo scolastico, non sarà mai più ripagata del dolore inflittole.
Non solo, il sindaco ha l’obbligo di individuare, identificare e sanzionare anche il proprietario dell’auto blu che normalmente, tutti i giorni viene parcheggiata nel comodo rettangolo delimitato dalle strisce gialle; e in questo caso la gravità del gesto è assoluta; perché, come sembra, dovrebbe trattarsi di un operatore scolastico che ben conosce la diversa abilità di Rita.