SALERNO – Grazie al collegio giudicante del Tribunale del Riesame, quello presieduto da Gaetano Sgroia e composto da Dolores Zalone e Antonio Cantillo, abbiamo direttamente scoperto che nella lunga vicenda delle Fonderie Pisano ci sono dei “mendaci” e indirettamente anche degli “eroi” moderni capaci di far venire alla luce tutti gli “abusi edilizi” perpetrati in questa benedetta Città, soprattutto nelle sue periferie dove più facilmente si annida “”l’oscura e desolante realtà che sovente si annida nelle pieghe di istituzioni troppo facilmente permeabili ad interessi personalistici ed a sfruttamenti parassitari e lo squallido sottobosco che rigoglia ai margini del sistema istituzionale”” (scriveva così nel lontano 1992 l’allora gip Mariano De Luca per descrivere l’umus cittadino che non è minimamente cambiato).
Dall’ordinanza del Riesame (in attesa del ricorso al Consiglio di Stato) abbiamo appreso che, senza ombra di dubbio, la Procura della Repubblica, nelle persone dei pm Guarriello e Polito, si sono fidati di atti e personaggi mendaci per l’evoluzione della loro inchiesta; ma questo è un ritornello quasi abituale; ma fin qui ci siamo e, addirittura, comprendiamo pure. Se c’è una giustizia giusta si tratterà, ora, di individuare e identificare tutti i mendaci (che assolutamente non sono da ricercare negli Enti clamorosamente denunciati da Lorenzo Forte nelle sue apodittiche filippiche) per indagarli e semmai mandarli a processo, come è giusto che sia nel caso venissero accertate loro precise responsabilità.
Quello che non sapeva nessuno, almeno fino ad oggi, è che nella vicenda esistesse anche una specie di “eroe moderno” in grado di far indirettamente scoprire (quasi come se nessuno lo sapesse !!): 1) che l’impianto industriale è in quel sito dal 1960; 2) che soltanto 47 anni dopo l’Amministrazione Comunale ha licenziato il PUC (Piano Urbanistico Comunale); 3) che di conseguenza lo stabilimento nato in una zona prevista per l’industria pesante si è ritrovato nel pieno di un centro urbano; 4) che bisogna tener conto del concetto di “normale tollerabilità” in cui rientra perfettamente il caso fonderie.
Grazie all’eroe moderno abbiamo tutti scoperto che per 47 anni di fila l’Amministrazione Comunale di Salerno ha lasciato, quasi inopinatamente, che venissero costruiti interi quartieri senza sapere e senza determinare quale destinazione urbanistica dovessero avere le zone (tra cui anche quelle industriali) interessate nel riassetto urbanistico cittadino.
Ma chi è questo benedetto eroe moderno che si è immolato sull’altare del bene comune ? si chiama Lorenzo Forte ed è il presidente del Comitato Salute e Vita. Nella sua veemente battaglia quasi personale contro le Fonderie non si è accorto che ha consentito ai giudici di scoprire fattacci allucinanti e che ha probabilmente pestato i piedi a tanta gente che preferirebbe rimanere avvolta nei misteri.
Dunque grazie a Lorenzo Forte, l’eroe moderno, tutto questo non solo lo abbiamo appreso ma è stato sancito in una ordinanza giudiziaria piccola piccola (32 pagine in tutto) e comunque di grande spessore socio-politico-culturale che potrebbe consentire ad una giustizia attenta e meticolosa di scoprire tutti gli altarini di una comunità che 26 anni fa il gip Mariano De Luca svelava al mondo intero e sulla quale ordinanza, al di là delle miserevoli azioni giudiziarie contro un paio di soggetti, non è stato fatto mai nulla.
Grazie a Lorenzo Forte, quindi, potrebbe essere finalmente giunto il momento di fare pulizia in questa Città andando all’indietro e partendo proprio dal 2007 per capire se il PUC è stato varato dalla Giunta o dal Consiglio Comunale; la differenza è sottile ma non di poco conto, ma può consentire di viaggiare a ritroso nello squallido sottobosco che rigoglia ai margini del sistema istituzionale che con grande intuito e lungimiranza fu denunciato dal gip De Luca nel lontano settembre del 1992.
Ma c’è un altro aspetto dell’ordinanza del Riesame del 15 maggio scorso che deve assumere legittimità e dignità giudiziaria; in pratica secondo i giudici la Procura avrebbe viaggiato su “rilievi suggestivi completamente sganciati dal contesto temporale sotto il profilo urbanistico” quasi come a dire che “i mentitori” (tutti da identificare !!) hanno cercato di sviare le indagini presentando rilievi, relazioni, testimonianze che hanno indotto i pm a ritenere che la fabbrica fosse sorta dopo l’insediamento urbanistico; è questo se non vado errato è un reato di assoluta rilevanza penale.
Non solo, i giudici del Riesame assolvono pienamente i tecnici che avevano redatto il rapporto per la concessione dell’AIA per conto della Regione e questo smantella sia la tesi della Procura che aveva individuato false documentazioni esibite dai responsabili aziendali e surrettiziamente controllate in regione, sia le inutili chiacchiere propinate e sciorinate dal Comitato Salute e Vita fino a raggiungere la trasmissione “Fuori Roma” di Concita De Gregorio che si sarebbe, quindi, fidata di notizie false e tendenziose.
Oltretutto i giudici sanciscono un “dato incontrovertibile e cioè che tutte le volte in cui le forze dell’ordine sono prontamente intervenute sul posto le segnalazioni dei testimoni non sono mai state riscontrate”; dunque qualcuno ha mentito per sviare le indagini ? A questo punto bisognerà stabilire se i testimoni hanno mentito sapendo di mentire ovvero lo hanno fatto in preda a semplice suggestione; la differenza è notevole. Inutile ribadire che nella prima ipotesi i profili di reato penale sarebbero davvero moltissimi.
Infine la domanda: Il Riesame ha fatto giustizia ?
Per certi versi si, per altri la farà soltanto quando, dopo questo primo importante atto di grande trasparenza e di grande lungimiranza, deciderà di lanciarsi alla ricerca ed allo smantellamento definitivo di quello squallido sottobosco che rigoglia ai margini del sistema istituzionale che molto verosimilmente continuerà a rigogliare se la Procura non costituirà un pool di sostituti per fare chiarezza sui misteri di questa Città. Pensasse a questo il capo della Procura Corrado Lembo (se vuole lasciare un segno positivo del suo passaggio) senza lambiccarsi il cervello se fare o meno ricorso contro l’ordinanza del Riesame.
Gentile Lorenzo, i giudici del Riesame non hanno deciso come far morire la gente di Fratte; hanno soltanto scoperto, e questo grazie a te, che le cose stanno in maniera molto diversa da quelle raccontate nelle piazze. E non è cosa da poco.
É il Suo secondo articolo che ho il piacere di leggere
Gran bell’articolo
Liliana