Aldo Bianchini
SALERNO – Adesso, ovviamente, nessuno lo riconoscerà; ma va bene così, ci sono abituato. Il necessario è smuovere le acque ed avviare i dibattiti. Come quello relativo al “nodo stradale”, vero e proprio imbuto, posto all’inizio di Via Settimio Mobilio nel punto che incrocia Via L. Vinciprova (dove c’è la stazione dei mezzi pubblici). Un imbuto che si ripercuote a catena, o meglio a cascata, su tutta la rete stradale che va da Via Torrione fino a Mercatello passando per Via Marino Freccia, Via Posidonia, Via Trento per arrivare a Piazza Monsignor Grasso.
Questa questione nodale per il traffico cittadino l’ho posta da almeno qualche anno, e l’ho riproposta il 20 di aprile e il 1° maggio di quest’anno (ben prima di quanto abbiano fatto le Cronache e Salernonotizie.it che ha mutuato la notizia dal quatidiano di Tommaso D’Angelo); non mi piace rimarcare le primogeniture ma a volte, di fronte al mutismo di tanti colleghi verso i quali sono invece sempre magnanime, rimarcare i fatti e le date ritorna importante almeno la storicizzazione degli eventi.
Nei due ultimi articoli, che adesso vi ripropongo per grande stralcio, ho evidenziato due grosse problematiche: 1) il traffico proveniente da Via Torrione che viene tagliato dall’impedimento di transitare per Via G. Romano che è stata da anni chiusa, forse inopinatamente per fare un piacere a qualcuno; 2) in quel palazzo dove inizia Via Settimio mobilio abita un personaggio da favorire e che bisogna individuare e denunciare pubblicamente.
Da ilquotidianodisalerno.it del 20.04.18: “””Il grave problema scoppiò alcuni anni fa quando una piccola traversa, denominata G. Romano con tanto di tabella pubblica, venne letteralmente sbarrata; si dice perché privata ma le cause reali non si conoscono. Una traversa che nei diversi decenni precedenti aveva assolto ad un ruolo importante; aveva cioè evitato di tagliare il traffico proveniente da Via L. Vinciprova che nel tempo è andato sempre più crescendo sia per la realizzazione della Lungoirno che per gli effetti della incombente stazione degli autobus. In pratica il traffico proveniente da Via Vinciprova girava (come gira) a sinistra alla confluenza con Via Settimio Mobilio, baipassava il traffico proveniente da Via Torrione per Via Vinciprova e imboccava, alternativamente sia Via Lucio Petrone (per andare verso le autostrade e verso Via Luigi Guercio) oppure proseguendo su Via Settimio Mobilio per andare verso Fratte; mentre il traffico proveniente da Via Torrione, dopo aver percorso meno di cento metri di Via S. Mobilio, svoltava sulla destra e imboccando la traversa G. Romano si ritrovava su Via Lucio Petrone per avviarsi verso le destinazioni di cui prima. Le pochissime autovetture che dovevano proseguire per Via S. Mobilio non provocavano, se non in casi rarissimi, il blocco stradale che di questi tempi Salerno vive ogni giorno … Eppure tutto sembrava risolto quando qualche tempo fa venne aperto e inaugurato il tunnel che da Via Torrione, con due corsie, porta verso la rotonda in testa a Via L. Vinciprova da dove il traffico poteva defluire verso Via S. Mobilio senza più blocchi stradali anche perché venne giustamente chiuso l’accesso da Via Torrione direttamente su Via Mobilio (prima descritto), mentre il traffico proveniente da Via Irno scendeva verso il mare attraverso il doppio tunnel senza più percorrere Via Vinciprova … Ma ecco la sorpresa; all’improvviso uno dei tanti “scienziati occulti della circolazione” di palazzo di città decide di riaprire l’antico sottopasso ferroviario che unisce direttamente Via Torrione a Via Settimio Mobilio, senza sbloccare la querelle della traversa G. Romano, e tutti a bestemmiare contro l’incubo ritornato a far palpitare e crescere frasi inenarrabili contro chi ha studiato e messo in atto una simile riapertura. Vorrei tanto conoscere l’occulto scienziato della circolazione almeno per capire le motivazioni che lo hanno indotto ad una simile decisione, per poi ovviamente stringergli la mano””.
Da ilquotidianodisalerno.it del 1° maggio 2018: “”Alla domanda perché la riapertura, una vocina risponde che nel primo palazzo di Via Settimio Mobilio, quello che insiste sulla traversa G. Romano, abita un uomo o una donna che possono fare la differenza, insomma sull’onda del vecchio detto “zompa chi po’ … dicette ‘o ravanuottolo” un bel giorno il sottopasso è stato restituito al traffico perché questo/questa personaggio avrebbe impiantato un tal casino, anche sul piano legale, contro i predetti scienziati che sono stati costretti a ritornare sui loro passi. Naturalmente la versione ufficiale è che il Comune ha preso atto della pseudo rivolta dei commercianti (che stoltamente si ribellarono) e sull’onda della loro petizione ha riaperto il sottopasso al traffico, anche perché le pressioni più o meno lecite mica si possono acquisire agli atti come servizio da rendere. La cosa più allucinante del perché detto personaggio avrebbe smosso mari e monti sta nel fatto che, partendo da un ragionamento pseudo legale e calpestando il pubblico interesse, lo stesso non gradiva fare cinquecento metri in più rispetto al naturale percorso per arrivare alla sua destinazione domestica. E allora “cherzhez l’homme o la femme” almeno per conoscere la sua identità, se esiste, ed additarlo all’opinione pubblica e conseguentemente svergognare tutti quelli che si sono umilmente piegati di fronte alle sue volontà””.
Ma al di là della primogenitura la cosa importante è che, finalmente, qualcosa si stia muovendo anche in seno alla stessa maggioranza di Palazzo Guerra; come a dire che qualcuno si pone l’interrogativo sulla giustezza della riapertura del sottopasso ferroviario, e questo è già tanto. Vedremo se prima o poi qualcosa si muoverà per davvero, Nel frattempo, come ho fatto in precedenza, invierò via whatsapp questo articolo a molti consiglieri comunali. E vedremo !!