Il commendator Alfonso Menna e il maestro Temistocle Marzano: due protagonisti della storia dell’Orfanotrofio Umberto I di Salerno, due figure leggendarie che al riscatto e alla formazione dei più deboli e svantaggiati hanno dedicato buona parte della loro vita. Incalcolabile l’eredità civile, culturale, di sapienza amministrativa lasciata dal primo, leggendario sindaco della città, profeta della “Grande Salerno. Prezioso e di elevato valore artistico e culturale il lascito del maestro Marzano, che alla città dedicò la sua opera lirica più importante, “I Normanni a Salerno”, recuperata dall’Associazione ex allievi dell’Orfanotrofio e rappresentata per la prima volta qualche anno fa al Teatro Verdi di Salerno. Marzano e Menna hanno dedicato in tempi diversi all’Umberto I le loro energie migliori. Ma entrambi hanno lasciato un segno indelebile nella memoria di migliaia di “serragliuoli”, che grazie alla loro opera sono riusciti a crescere, a conoscere significativi processi di promozione sociale, ad affermarsi nel mondo delle arti, dei mestieri e delle professioni.
A ricordare il maestro Marzano, nativo di Procida, e il commendatore Menna, che era nato a Domicella, in provincia di Avellino, è uno che ha frequentato a lungo quelle stanze di via De Renzi che per circa un secolo hanno ospitato migliaia di ragazzi che non avevano più nulla, restituendoli alla società formati, istruiti, con una coscienza di cittadini. Dell’Umberto I, Eugenio Paolantonio, imprenditore in pensione, è stato prima ospite e poi istitutore, e oggi presiede l’Associazione degli ex allievi.
Riaprendo il cassetto dei ricordi e seguendo un personalissimo flusso di coscienza che gli ha permesso di rielaborare il proprio passato, Paolantonio ha costruito una credibile storia della benemerita istituzione salernitana. Il suo volume infatti, “I Dimenticati. Uomini della nostra Storia: Termistocle Marzano e Alfonso Menna”, pubblicato per i tipi della D&P Edizioni di Bracigliano (Sa) racconta le varie fasi della vita dell’Orfanotrofio, dagli inizi del Novecento fino praticamente al periodo immediatamente precedente alla sua chiusura. S’intrecciano storie e aneddoti di un mondo che oggi sembra lontano, in cui l’esercizio concreto del valore della solidarietà era considerato un dovere civico e morale. Paolantonio tira fuori i ricordi dai recessi della sua memoria personale di ex allievo, ma anche dalle carte, consegnandoci un affresco che è anche storia della città.
Il libro sarà presentato domani, giovedì 19 aprile, alle ore 17, nel Salone del Gonfalone di Palazzo di Città a Salerno, in via Roma. Oltre all’autore, interverrà Ermanno Guerra, presidente della Commissione Cultura del Comune di Salerno. Saranno presenti il professor Antonio Marzano, ex ministro, già presidente del Cnel, nipote del maestro Marzano, e il professor Alfonso Menna, nipote dello storico sindaco di Salerno.
Coordinerà la discussione il giornalista Massimiliano Amato, che ha curato la pubblicazione e scritto la prefazione al volume.