PADULA – Con il termine di insufficienza venosa si intende una condizione patologica caratterizzata da una persistente incapacità del sangue venoso di ritornare dalla periferia, rappresentata dagli arti inferiore, al centro, cioè al cuore. Recenti studi epidemiologici suggeriscono che il 25-33% delle donne e il 10-20% degli uomini adulti soffrono di questo problema.
L’insufficienza venosa è in grado di evolversi nel tempo e portare le gambe dei pazienti fino a gradi estremi della malattia, come le ulcere venose. Le prime a entrare in sofferenza sono le vene superficiali, che diventano visibili identificando le cosiddette “teleangectasie”. A queste manifestazioni si legano alcuni sintomi come formicolio o prurito, pesantezza degli arti e fragilità capillare.
Esistono due tipologie di trattamento: le terapie conservative e le terapie con intervento. Tra queste ultime ricordiamo la terapia sclerosante, utile per le vene di piccolo calibro, l’obliterazione endovenosa con radiofrequenze e la terapia con laser, utili per le varici poco tortuose, sino all’asportazione chirurgica delle vene (stripping), usata per le varici molto tortuose.
Tra le terapie conservative ricordiamo la terapia compressiva; si adoperano le calze compressive, lavorate in modo che la pressione sia massima alla caviglia e diminuisca poi gradualmente.
La terapia farmacologica può coadiuvare quella compressiva, e spesso è soltanto a breve scadenza. Si possono usare antinfiammatori non steroidei, utili contro le manifestazioni infiammatorie localizzate soprattutto alle caviglie. Gli anticoagulanti ad applicazione topica, come l’eparan solfato, favoriscono la circolazione sanguigna, così come i vasodilatatori.
I flebotonici, che sono prevalentemente flavonoidi di origine vegetale, come la quercetina, la cumarina o gli antocianosidi del mirtillo, aumentano il tono della parete venosa, riducendo, di conseguenza, la sensazione di affaticamento e di pesantezza alle gambe. Questi farmaci rappresentano la terapia di fondo della stasi venosa cronica e da sempre sono considerati il cardine della terapia dell’insufficienza venosa.
Infine anche alcune vitamine possono essere utili contro questa patologia. Le vitamine C e P esplicano un’azione protettrice sulla parete capillare incrementandone la resistenza. La vitamina E invece esplica una potente azione anti radicali liberi. La vitamina K, contenuta in alcune creme di recente introduzione nel mercato, permette un più rapido riassorbimento degli ematomi, soprattutto dopo piccoli traumi.