NAPOLI – «Con la presentazione del Masterplan “Programma di sviluppo urbanistico-territoriale-turistico della fascia costiera dei comuni di Salerno, Pontecagnano Faiano, Battipaglia, Eboli, Capaccio-Paestum, Agropoli” le amministrazioni hanno dichiarato la volontà di avviare un’azione coordinata tra i comuni dell’area vasta volta a promuovere “lo sviluppo ecocompatibile, la riqualificazione ambientale e paesaggistica della fascia costiera”. Un principio che accogliamo favorevolmente. Al tempo stesso riteniamo fondamentale avviare da subito il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che rappresenta una straordinaria opportunità per assicurare la massima coerenza ed efficacia delle scelte ed il beneficio per le comunità territoriali».
In una nota Legambiente Campania commenta la presentazione del Masterplan “Programma di sviluppo urbanistico-territoriale-turistico della fascia costiera dei comuni di Salerno, Pontecagnano Faiano, Battipaglia, Eboli, Capaccio-Paestum, Agropoli.
«La Vas – prosegue nella nota Legambiente Campania – garantisce la più effettiva e corretta partecipazione del pubblico, la sistematica valutazione dei contributi offerti e di cogliere appieno l’obiettivo di realizzare interventi coerenti con lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio. Come Legambiente riteniamo prioritario ragionare per aree vaste e, soprattutto, mettere in campo un disegno che unisca le aree interne dei comuni con la fascia costiera, passando per il paesaggio naturale e agricolo, pervaso da tante lodevoli attività imprenditoriali sostenibili. Troppo spesso in questi anni invece la classifica della priorità è stata presentata in maniera verticale, stabilendo delle priorità da affrontare in tempi separati. Se davvero si vuole affrontare il problema della fascia costiera – conclude Legambiente Campania – non si possono più mettere in campo metodi da compartimenti stagni. Non si può affrontare il problema dell’erosione, senza tenere a mente quello della mancata depurazione delle acque, dello stato del sistema dunale, della biodiversità della fascia pinetata, dell’abbandono della pista ciclabile, delle potenzialità dell’agricoltura e dei servizi per i lavoratori che quelle zone vivono. Un lavoro complesso ma necessario e urgente nel segno della condivisione e della corresponsabilità».