Aldo Bianchini
SALERNO – Dopo le elezioni politiche del 4 marzo scorso quale migliore interlocutore dell’avv. Gaspare Russo (già sindaco di Salerno e già presidente della Regione Campania) per tracciare un’analisi del voto.
Presidente, la sua analisi del voto di domenica scorso ?
== Penso che sia piuttosto presto per fare un’analisi seria del voto; c’era voglia di cambiamento diffusa dappertutto, in tutti gli ambienti e le classi sociali. C’era una voglia che in un certo senso non era e non è ancorata alla politica così come l’abbiamo sempre intesa, neppure ai protagonisti della politica e tantomeno ai programmi. Volendo fare una riflessione direi che era la naturale prosecuzione del significato e delle conseguenze del voto del dicembre del 2016 sulle riforme costituzionali. Un NO a tutto campo. Diversamente non saprei spiegare l’ondata che ha sommerso tutto il passato e molti dei suoi protagonisti. In fondo il NO al referendum sulle riforme costituzionali, a mio avviso, significò il rifiuto a qualsiasi cambiamento. La società in tutte le sue componenti (anche irresponsabilmente) volle dire al mondo politico che stava bene così come stava. E così mi sembra anche oggi; cambiamo senza condizioni e senza neanche, da parte di nessuno, riflettere sulle conseguenze del voto.
Presidente si potrà fare un governo ?
== Io penso proprio di si, non un governo ma vari governi. Non c’è dubbio che bisogna prendere atto della realtà; il voto ha dato la vittoria in tutto il Paese, anche in Campania e a Salerno, al Movimento 5 Stelle. Logica e buon senso vorrebbero che il Presidente Mattarella affidi la formazione e la responsabilità del governo al M5S.
Per fare il governo il M5S cosa deve fare ?
== Alcune cose le ha già dette in campagna elettorale. Ma tra il dire e il fare c’è’ di mezzo il mare; ed è un mare non facilmente navigabile; bisogna metterli alla prova. Le altre forze politiche dovrebbero avere il senso di responsabilità di non ostacolare aprioristicamente e pregiudizialmente il possibile tentativo. Del resto situazioni consimili si sono già verificate molte volte nel passato politico italiano, e guardandoci intorno, oggi, esempi da considerare non mancano. Come il caso Germania e ancor di più il caso Spagna.
Passiamo all’analisi locale; cominciamo dai pentastellati che nel 2016 non riuscirono a comporre una lista da contrapporre a De Luca nelle amministrative e oggi si trovano con una marea di parlamentari ?
== All’epoca rimasero vittima di una divisione interna, forse hanno imparato la lezione. Sembrano oggi tutti uniti, ma un conto è stare all’opposizione e un altro conto è andare al governo nazionale e regionale, e soprattutto locale. Se proprio volessimo farci un’idea dovremmo capire quali sono le iniziative che ritengono prioritarie rispetto alle molte problematiche locali.
Come giudica l’elezione di Nicola Provenza ?
== Una scelta moderata, realistica, positiva.
Nicola Provenza con i suoi riuscirà a scalzare il deluchismo dopo aver fatto fuori il figlio del governatore ?
== Io mi auguro che riesca a fare qualcosa. La politica non può essere fatta solo di slogan e solo di NO, deve essere capace di affrontare e risolvere i maggiori problemi sul terreno. Per quanto riguarda Salerno sono noti e tutti vecchi. A parte quelli che sono di attualità, come ad esempio la vicenda relativa alle Fonderie Pisano; la delocalizzazione è inevitabile ma nessuno le vuole sul proprio territorio. E’ compito della politica assumere decisioni anche immediate, sono tutte più o meno impopolari e fra le altre cose qualunque decisione si scontrerà con il NO dell’ambientalismo che è uno dei cavalli di battaglia del M5S e l’ostilità delle zone in cui dovrebbero andare ad insediarsi.
Uscendo dalle chiacchiere e mettendo i piedi per terra, una possibile zona di insediamento delle Fonderie può essere quella industriale di Buccino. In questa zona, proprio in questi giorni, il Consorzio per le Aree Industriali (ASI) ha messo in vendita diversi lotti di aziende chiuse, fallite, insediatesi con la ricostruzione post-terremoto. A questo punto ASI, Enti Locali, i politici che sono stati eletti (nuova classe politica), le organizzazioni sociali, sindacali e imprenditoriali si attiveranno o no per salvaguardare l’esistenza di questa industria e relativa occupazione ?
Il Comune di Salerno che è il maggiore interessato intende prendere un’iniziativa oppure stare a guardare ? E la stessa cosa vale per gli Enti e i neo eletti.
Nel secondo dopo guerra, a partire dalla metà degli anni ’50, c’era una trimurti, costituita dal Comune capoluogo – dalla provincia e dalla Camera di Commercio che ha operato positivamente per la ricostruzione dello sviluppo socio economico dell’intero territorio provinciale, coinvolgendo i parlamentari locali e gli enti locali di volta in volta interessati. E soprattutto le associazioni imprenditoriali e sindacali.
Questa ipotesi non va bene ? Ne individuassero un’altra praticabile, cosa che del resto per la verità stanno facendo ma senza risultati, per opposizioni di varia natura.
Facciamo ora l’analisi degli altri parlamentari salernitani; lei come vede la loro azione futura ?
= Il quadro politico che è emerso dal risultato elettorale, per quanto riguarda la provincia di Salerno, è di tutto rispetto sia nel campo grillino (Provenza, Cioffi, Tofalo ecc.), sia nel campo forzista (Fasano, Casciello, Ferraioli, ecc.) sia nel Partito Democratico con Piero De Luca, sia nella sinistra con Federico Conte. Come si può uscire dal vuoto attuale ? Ricorrendo al passato e al vecchio motore costituito dalla Camera di Commercio, dalla Provincia e dal Comune capoluogo.
Senza un motore ognuno andrà per conto suo senza fare mai niente di positivo. Di fronte a problemi complessi è necessaria l’unione e la rinuncia a pretese di paternità.