POLLA – “Pronto … sono il sindaco di Polla … ma la vogliamo risolvere questa situazione dell’impianto di sollevamento delle acque Polla-Caggiano … e naturalmente quella dei nove lavoratori addetti ?”.
Ho atteso la conclusione della campagna elettorale per dare il via a questa nuova inchiesta in più puntate; non volevo essere accusato di aver turbato la quiete del periodo pre-elezioni.
Questa volta comincio dalla fine, o quasi.
Comincio da una strana ma giusta ed accorata telefonata, quella sopra indicata, che il sindaco di Polla, Rocco Giuliano, avrebbe fatto ad uno dei vertici della Regione Campania qualche mese fa, poco prima dell’inizio della campagna elettorale di cui sopra. E più lineare di così, nell’esercizio delle sue funzioni di amministratore, il sindaco di Polla non poteva essere.
Sembra, il condizionale è d’obbligo, che l’alto vertice della Regione (uno dei più ascoltati consigliere di Vincenzo De Luca, ammesso che abbia dei consiglieri o che consenta ad essi di esprimere il proprio pensiero !!) abbia liquidato il garbato sindaco di Polla dicendo pressappoco così: “Fatti i fatti tuoi, quell’impianto deve essere chiuso e quei nove mandati via”.
Se questa telefonata è stata davvero fatta e se la Regione ha risposto in questo modo, il problema è di una gravità assoluta e delinea un’idea progettuale regionale che va ben oltre l’oltraggio a tutte le esistenti garanzie per i lavoratori e che prefigura una volontà specifica di assegnare posti di lavoro non a chi merita ma a chi soggiace alle regole ferree del deluchismo.
Ma perché ho chiamato in ballo il sindaco di Polla e l’alto vertici della regione ?
L’ho fatto per far meglio capire come e perché 9 (nove) lavoratori della GAR Campania srl (che fino al 28 ottobre 2016 gestiva l’impianto di sollevamento regionale delle acque “Polla-Caggiano” che per effetto delle leggi regionali (n. 15/2015 – art. 23 e n. 152/06 – art. 173) che stabilivano le modalità con cui l’impianto di Polla-Caggiano dovesse transitare nel Consac-Ato/4 di Vallo della Lucania, un incredibile carrozzone politico mostruoso sul quale far salire tutto e il contrario di tutto, a cominciare dai dipendenti che in molti casi sono stati scelti con il lanternino di Diogene tra la migliore società possibile, ovviamente dell’interland napoletano) sono stati a dir poco brutalizzati e cacciati dal loro posto di lavoro come criminali, o quasi.
L’intricata vicenda che cercherò di raccontare nel corso di quest’inchiesta giornalistica (che è e rimane tale) si tinge anche di giallo con l’intervento diretto dell’Arma dei Carabinieri (Stazione di Caggiano) che assumono a verbale la denuncia di uno degli ex dipendenti della GAR srl; una denuncia inquietante che apre le porte ad una serie infinita di congetture, tra le quali alcune di una violenza fisica e morale davvero inaudita. Parlo di un dipendente che per quel gesto di accanita mafiosità porta con se, ancora oggi, i segni della sofferta violenza.
E’ bene chiarire, prima di andare avanti, che sto parlando di un posto avanzato per il controllo delle acque che servono, con apposito acquedotto, ben dei paesi: Polla – San Pietro al Tanagro – Sant’Arsenio – Caggiano – Salvitelle e Pertosa.
Nelle prossime puntate partirò dalla stranezza del fatto che la Regione ha deliberato il passaggio al Consac-Ato/4 di tutti i comuni rientranti nell’Ato e non dei sei comuni serviti dalla Gar srl, senza trascurare l’identità di chi avrebbe risposto alla telefonata accorata del sindaco di Polla.
Alla prossima.