Miriam Cusati
E proprio come dice un proverbio popolare “non c’è due senza tre” che l’Ispettorato del Lavoro di Salerno, nella giornata del 26 febbraio u.s., è stato “sfrattato” da una terza unità immobiliare, costituente parte della sede di corso Garibaldi, dopo aver subito già due sfratti nel mese di ottobre del 2017 e nel mese di gennaio del 2018, sempre relativi a particelle immobiliari della sede di corso Garibaldi.
E così che l’ufficiale giudiziario, nel giro di pochi mesi, ha sfrattato più volte l’Ispettorato del Lavoro di Salerno riducendone sensibilmente la sede, destinata ad ufficio pubblico, con evidente disagio dei lavoratori ed utenza.
Sono circa 250 i metri quadrati ceduti complessivamente, di cui tre locali per servizi igienici.
Che dire … se non scongiurare che “il quarto vien da se”.
A parte l’ironia, può sembrare una vicenda paradossale ma è un fatto realmente accaduto e che, di certo, poteva e doveva essere evitato.
Difatti la procedura esecutiva di sfratto della sede di corso Garibaldi, n. 142/D, si protrae da oltre quindici anni e dopo diverse proroghe, trattative e temporeggiamenti, è accaduto l’inevitabile.
La procedura amministrativa per la ricerca di nuovi locali, avviata con avviso pubblico solo nel mese di maggio 2017, non ha portato finora alla stipula di un nuovo contratto ed in mancanza di locali disponibili, una parte del personale è stato riallocato nella restante porzione dell’immobile, sempre della sede di corso Garibaldi, la restante parte del personale trasferita nell’altra sede dell’Ispettorato, sita in corso V. Emanuele.
Pregiudizio, non solo all’immagine e al decoro della Pubblica Amministrazione, ma anche economico per le spese straordinarie sostenute per il rilascio degli immobili (spese per la separazione degli impianti elettrici, idraulici, di rete, di condizionamento e spese di facchinaggio per la riallocazione degli arredi), risorse che potevano essere meglio utilizzate per il miglioramento degli ambienti di lavoro a beneficio del personale tutto e dell’utenza.