Aldo Bianchini
SALERNO – Quella di Valentino Di Brizzi era una candidatura già ampiamente scritta nella storia recente di Forza Italia. Non solo per le sue qualità personali e di imprenditore di successo ma anche, se non soprattutto, della rappresentatività di un intero territorio che a causa della inquietante scelta è destinato a rimanere isolato dal contesto generale di una provincia che, bene o male, cerca di uscire dalle secche in cui lo sviluppo economico-occupazionale sembra essersi bloccato da diversi anni.
Nella battaglia intestina che ha caratterizzato le ultime scelte di Forza Italia a livello centrale provinciale, quella di non candidare Valentino Di Brizzi suona come vera e propria violazione di un diritto acquisito nel tempo ed a prezzo di grossi sacrifici fisici, mentali ed economici; tali da metterlo al primo posto, in assoluto, di una virtuale classifica provinciale di sacrifici per il partito. La rumorosa guerra tra i big regionali e nazionali, onorevoli Mara Carfagna e Stefano Caldoro, ha prodotto l’estromissione di personaggi validi e già preparati per fare spazio (come ho già scritto) agli amici fedelissimi di turno. E in questa guerra ci ha rimesso anche Di Brizzi nonostante il suo pedigree di tutto rispetto, un pedigree che i soloni del partito hanno fatto finta di non conoscere.
Soltanto per la cronaca val bene la pena di ricordare, a tutti, che il compianto fratello di Valentino, l’architetto Ottavio, fin dal nascere di Forza Italia è stato coordinatore del partito per il Vallo di Diano; lo stesso Valentino ha aderito al partito fin dalla prima ora. Alla morte di Ottavio seguirono alcuni anni di silenzio organizzativo totale di Forza Italia in un territorio in cui, per ironia della sorte, raccoglieva invece una importante fetta elettorale, addirittura come primo partito valdianese.
Valentino Di Brizzi ha avuto il merito storico di raccogliere i cocci di quel partito e di rimetterli insieme, portando all’estero il messaggio berlusconiano e superando anche opposizioni interne e lottando contro la scissione della costola dei Fratelli d’Italia, fino al punto di essere riconosciuto il vero ed unico rappresentante locale nel partito e del centro-destra a livello provinciale e regionale. Ha superato perplessità personali e l’indifferenza degli altri, si è turato il naso ed è andato avanti lavorando sempre alla ricerca dell’unità del territorio facendo anche dei passi indietro a livello locale pur di dimostrare la sua visione più ampia del territorio e della politica. Insomma Valentino Di Brizzi nel Vallo di Diano è riuscito a fare quello che la sinistra valdianese sogna da tempo: unità e convergenza su un solo nome quando bisogna scegliere i propri rappresentanti. Quanto accaduto per la decapitazione di Tommaso Pellegrino dovrebbe insegnare qualcosa.
Ma neppure questo è stato sufficiente e Valentino è stato costretto a piegarsi alle scellerate scelte dei pochi “capò” di Forza Italia; è stato, a mio avviso, molto duro per lui che, comunque, è riuscito a mantenere una serena pacatezza in privato ed anche nelle dichiarazioni ufficiali (fonte Italia/2tv): “Dopo aver avuto ufficializzazione della mia mancata candidatura alle prossime elezioni politiche, doverosamente rappresento ai militanti del territorio a sud di Salerno ed in particolare ai tanti militanti di Forza Italia del Vallo di Diano, degli Alburni e del Golfo di Policastro la mia mortificazione e la mia delusione di fronte alle scelte effettuate dal partito per le candidature alle prossime politiche … La presenza, poi, di una candidata non locale, che a titolo personale è persona stimata e di grandi qualità, non può corrispondere però ad una risposta forte e concreta alle candidature dei ns. avversari politici. Solo chi vive veramente le nostre difficoltà può pensare di rappresentarle a livelli superiori. Avrei voluto restituire al mio territorio attraverso la politica quanto ricevuto da uomo, ma non mi è stato concesso. Affido, dunque, a questo comunicato le mie scuse da rappresentare agli amici, ai militanti ed a quanti mi hanno sostenuto in queste ore frenetiche e che erano già pronti con me a combattere questa ennesima sfida. A tutti voi la mia gratitudine! Prendo, dunque, le distanze da questa campagna elettorale, riservandomi di decidere sulla mia attività e vita politica in momenti di maggiore lucidità. Un abbraccio”.
Assolutamente d’accordo con Di Brizzi anche se è necessario fare un’analisi molto seria su quanto accaduto e sull’occasione mancata per un intero territorio che, al di là dei nomi e dei colori, ora è affidato a quei “personaggetti” (in chiave politica, ovviamente !!) che da decenni si sbranano tra loro dimenticando le aspettative del territorio. A questo degrado della vita pubblica e politica ha contribuito in maniera pesante la leaderschip provinciale di Forza Italia che, all’ombra della ex ministra che di politica locale non conosce niente, hanno affossato la candidatura di Valentino Di Brizzi che poteva e doveva essere il rappresentante del territorio, almeno per quanto riguarda il centro destra.
Questo è il momento, seppure difficile, per Di Brizzi di dimostrare il suo spessore politico e di andare avanti con le sue idee e con la sua azione, nonostante tutto. I personaggi nei partiti passano, restano le idee e le azioni.