Aldo Bianchini
SALERNO – “Alberto Di Lorenzo la notte di capodanno sul balcone del Comune non c’era e, quindi, non c’erano neppure gli amici di balconata per festeggiare tra il serio e il faceto la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo”; farebbe intuire proprio questo un rapporto scritto (in una forma alquanto incomprensibile !!) dagli uffici comunali preposti all’organizzazione interna.
Ma allora la foto circolata su face book è taroccata ? Niente affatto, perché il rapporto degli uffici competenti depositato agli atti della Commissione Trasparenza, presieduta dall’avvocato Antonio Cammarota, sarebbe assolutamente criptato e scritto nel più classico del politichese della lingua italiana, anche se per certi versi esplicitamente chiaro: “Per il Comune quella sera non doveva esserci nessuno sul balcone” e da qui l’impossibilità di rispondere in maniera compiuta alla richiesta di identificazione dell’identità degli ospiti.
Ma andiamo con ordine per capirne di più.
Sembra che ormai il “caso Di Lorenzo” sia stato chiuso dalla Commissione alla luce del rapporto ricevuto dagli uffici comunali competenti per l’accertamento della verità, uffici che erano stati sollecitati dalla stessa Commissione.
Nel rapporto si leggerebbe che “nessuno era stato autorizzato quella sera a fare uso del palazzo di città sia per motivi di lavoro ordinario e/o notturno che per festeggiamenti, fatta eccezione per il Sindaco ed alcuni assessori di cui a specifica richiesta del Sindaco stesso”; dunque se Alberto Di Lorenzo ha utilizzato il balcone del Comune lo ha fatto senza alcuna autorizzazione anche perché in quel momento non poteva trovarsi al lavoro in quanto (interpretando lo scritto degli uffici) nessuno era stato autorizzato a svolgere lavoro notturno, neppure in via molto temporanea. Oltretutto né il Sindaco e né gli assessori quella notte fecero uso del famigerato balcone.
Alla richiesta specifica della Commissione sull’identità degli ospiti di Di Lorenzo gli uffici non rispondono e il rapporto si estrinsecherebbe soltanto nella frase sopra riportata e che, quindi, nessuno era stato autorizzato a fare uso del palazzo quella sera; men che meno gli eventuali ospiti dell’ingegnere.
A questo punto, pochi giorni fa, la Commissione Trasparenza (sembra su sollecitazione dei consiglieri Dante Santoro e Giuseppe Zitarosa) avrebbe deciso di archiviare il caso in considerazione del fatto che “nessuno era stato autorizzato” a far uso di Palazzo Guerra, e quindi nessuno poteva essere sul balcone; un modo di ragionare che lascia molti dubbi e perplessità.
E pensare che Dante Santoro, con Roberto Celano, aveva portato il caso direttamente in Commissione; come ha fatto ad accontentarsi della “irridente spiegazione” fornita dagli uffici rimane uno dei più classici misteri della politica che, per quanto mi riguarda, non comprenderò mai. E siamo nel 2018 e non all’epoca di Gaetano Pappagone dove molti cittadini portavano l’anello appeso al naso, soprattutto quando dovevano confrontarsi con la politica.
Se la notizia dell’archiviazione è vera verrebbe subito da chiedersi come hanno fatto tutti i componenti la Commissione (sono 18, compreso Roberto Celano) a dimenticare quanto esplicitamente dichiarato dallo stesso Di Lorenzo all’indomani dello scandalo denunciato su FB da Gaetano Amatruda; una dichiarazione sconcertante che per mera opportunità provvedo a ripubblicare (fonte Il Mattino del 4 gennaio 2018): “Sono esterrefatto di come si possano trarre conclusioni da una semplice immagine senza preoccuparsi di accertarsi dei fatti. In primo luogo tengo a specificare che se anche avessi voluto assistere al concerto dalla finestra della mia stanza, non sarebbe stato conveniente perché l’impianto è rivolto verso via Roma e non avremmo visto o sentito praticamente nulla. Mi trovavo al Comune, dove sono arrivato intorno alle 23.30, per assicurarmi che il sindaco non avesse bisogno di me e che tutto si stesse svolgendo secondo l’organizzazione prevista, visto che sono anche dirigente del settore spettacoli. Non devo scuse e spiegazioni a nessuno perché ero nell’esercizio delle mie funzioni. Le persone che erano con me sono amici insieme ai quali ho cenato a casa loro e ai quali ho chiesto di accompagnarmi per la mezz’ora in cui mi sono trattenuto in piazza dove, chiarisco, non sono mai andato dal 1994”.
Allucinante la dichiarazione ed altrettanto allucinante il modo con cui la politica politicante cerca di difendere se stessa e, soprattutto, cerca di non interferire più di tanto sulle “presunte cazzate” commesse dagli uomini che fanno parte del famoso “cerchio magico” del sistema deluchiano. Ad essere magnanimi, il minimo che potremmo dire a Di Lorenzo è che lui quella sera non doveva essere nemmeno nel suo ufficio e non soltanto sul balcone dell’irriverenza.
Cosa rimane da fare. Se la Commissione Trasparenza ha concluso il suo compito ed ha deciso di archiviare il caso è possibile soltanto una denuncia da parte di chiunque (anche dello stesso presidente Cammarota) direttamente alla Procura della Repubblica al fine di accertare l’esistenza di specifici profili di responsabilità penale oltre a quelli etici che sono stati ampiamente calpestati e infangati.
Ma chi sono i componenti la Commissione Trasparenza e perché cercano di archiviare il caso ?; appuntamento al prossimo articolo.