SALERNO – Non posso nascondere che ieri mattina, andando rigorosamente a piedi da Torrione vero il Bar Goccia (Via R. Conforti), ho pensato che stavo andando, forse, ad una conferenza stampa che avrebbe ratificato molto probabilmente un “pactum sceleris” tra i due personaggi politici che in questi giorni hanno tenuto banco su tutti i giornali: Edmondo Cirielli e Alberico Gambino; un patto che avrebbe potuto far guadagnare, di fatto, un parlamentare in più a FdI sfruttando le pasticciate ed incomprensibili alleanze tra FdI – NcI e UdC nell’agro nocerino.
Il fatto: secondo i bene informati l’on. Cirielli avrebbe brutalmente fatto fuori l’amico di sempre Gambino incurante delle promesse che avrebbe fatto fino agli ultimi giorni di una sicura candidatura al Parlamento; lo avrebbe fatto per favorire il suo fedelissimo Antonio Iannone che, come per incanto, potrebbe ritrovarsi seduto sui banchi di Palazzo Madama dopo essere stato seduto su quelli di Presidente della Provincia, sempre per “grazia ricevuta”.
Questo dovrebbe essere il quadro generale della vicenda; un quadro che sicuramente non piacerà a qualcuno ma che, altrettanto sicuramente, riflette la realtà che è sotto gli occhi di tutti.
E pensare che la storia d’amore politico tra Cirielli e Gambino ha appassionato negli anni molti osservatori nostrani; una storia che ha raggiunto picchi di assoluta e personale amicizia soprattutto quando alcuni momenti giudiziari drammatici stavano per travolgere Alberico Gambino.
Appena ho visto entrare nella sala-bar adibita a conferenza l’on. Alberico Gambino, letteralmente sommerso dalla folla di giornalisti e curiosi, ogni pensiero di “pactum sceleris” è svanito sciogliendosi come neve al sole; lo sguardo sicuro e penetrante, il loock impeccabile, fisicamente ben messo, deciso e pungente nelle parole centellinate ad arte, risposte precise e molto esplicative. Il nome di Edmondo Cirielli, ma soprattutto anche quello di Antonio Iannone, non lo fa mai; si capisce subito che è ferito ed anche colpito dalla brutalità con cui l’amico Edmondo lo ha colpito presumibilmente alle spalle; comunque trova la forza di “perdonare chi mi ha fatto del male”.
In alcuni passaggi mi è parso anche sinceramente addolorato per il colpo basso ricevuto fino al punto da indurre a pensare che, forse, già da qualche tempo aveva avvertito quel senso di espulsione dal partito che caratterizza tutte le grandi scissioni.
Adesso tutti dovranno fare i conti con Alberico Gambino e con il suo personale e intoccabile imponente bagaglio elettorale; questo Cirielli non l’ha valutato e se l’ha valutato si è fatto offuscare dalla “passione politica” per il suo delfino di sempre, Antonio Iannone (capolista nel proporzionale per il Senato in Capania/3), e per la fedelissima Carmela Rescigno (capolista nel proporzionale per la Camera a Napoli Sud), che hanno avuto la capacità di stregare il capo e le sue qualità intellettive e selezionatrici. La storia prossima-futura forse mi smentirà, ma io scrivo quello che penso a più di trenta giorni dalle elezioni che non mancheranno di sorprendere sia a livello locale che nazionale con promozioni di outsider e bocciature di intoccabili che dovranno utilizzare varie scappatoie per farcela.
E pensare che poco più di un mese fa, all’indomani dell’ennesima clamorosa assoluzione di Gambino il padre-padrone di FdI aveva così esordito: “Non ci sorprende la sentenza della Corte di Appello di Salerno che conferma l’ennesima assoluzione per il consigliere regionale di Fratelli di Italia Alberico Gambino. In questo lungo calvario giudiziario a cui è stato sottoposto Gambino la nostra stima non è mai venuta meno. Allo stesso modo non è mai mancata la fiducia nella giustizia” di Appello ristabilisce la verità, ma soprattutto la conferma dell’assoluzione restituisce onore messo in discussione da una giustizia sempre più strumentalizzata da un certo giornalismo spazzatura e da una miserabile politica salernitana; Gambino sono certo continuerà a dare il proprio contributo alla rinascita della provincia salernitana”.
In poco più di un mese, quindi, Cirielli con una facilità quasi deluchiana ha stracciato la sua amicizia con Gambino che, incredulo, ha cercato di farlo ragionare fino all’ultimo rinviando più volte la sua decisione di uscire dal partito. Si, perché Alberico Gambino non è stato cacciato ma si è dimesso da tutte le cariche per aderire, sempre nel centro destra, alla nuova esperienza che, come un red carpet, gli ha steso davanti il nuovo NcI-UdC.
Non intendo mai smentire me stesso e, quindi, ribadisco a chiare lettere che queste estreme strategie politiche non solo non le comprendo ma non mi piacciono; bisogna, però, prendere atto che di fronte all’incontenibile frenesia di potere assoluto è giusto che queste strategie diventino comprensibili e praticabili.
Per questo mi sento di affermare che Alberico Gambino non solo non ha tradito il suo pensiero politico ma ha restituito il giusto senso ad una legge elettorale che prevede l’attivazione del binomio territorio-candidato al fine di consentire la migliore attuazione del cosiddetto “servizio” che ogni candidato dovrebbe portare in dote nei confronti del territorio di cui diventa espressione e difensore. E Gambino ha tutte queste qualità, il suo legame con il territorio è indiscutibile, l’amore dei suoi elettori è stato più volte sottoposto a prove di fuoco ed è uscito sempre più forte di prima. Nell’agro sarnese-nocerino Alberico Gambino è uno dei personaggi più seguiti ed ascoltati e i suoi successi elettorali, anche contro ogni tentativo di violenza giudiziaria, sono già scritti ed impressi sulla pietra della storia di questi ultimi anni.
Lo aspettano una trentina di giorni di campagna elettorale durissima; supererà anche questa prova in forza di una perfetta organizzazione curata nei minimi dettagli dalla sua storica portavoce. Ma Gambino non è nuovo a queste battaglie, perciò si ripropone al suo popolo di elettori e di fedelissimi con la fermezza di chi sa di dover, comunque, accettarne il giudizio, l’unico giudizio che per Lui conta davvero.