Elezioni 2018: il caso Alfieri e … Pellegrino ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Lo scorso venerdi 12 gennaio il presunto “caso Alfieri” ha goduto di due importanti vetrine nazionali; da un lato il quotidiano “Il Mattino” nelle pagine interne ha titolato “PD, tensione sui candidati – Non c’e’ un caso Alfieri”; dall’altro lato il momento di maggior splendore (si fa per dire !!) Franco Alfieri (candidato in pectore del PD deluchiano) l’ha raggiunto sugli schermi della importante televisione nazionale “La/7” nel corso del programma”Tagada’” condotta dalla brava Tiziana Panella (affermata giornalista casertana, con precedenti politici specifici essendo stata assessore provinciale alle politiche e ai beni culturali di Caserta).

            Uno squallido intermezzo televisivo fortunatamente durato appena qualche minuto; altrimenti la figurella televisiva sarebbe stata proprio una penosa sceneggiata. Che Alfieri non sia un “volto televisivo” e’ cosa nota ma che lo stesso si vada ad immolare sull’altare deluchiano davvero la cosa mi sorprende, e non poco. Alfieri ancora non ha capito, pur riconoscendogli visibilita’ politica, che tutto cio’ che puo’ dire De Luca non lo puo’ dire nessun altro, a maggior ragione quando parliamo di presenze televisive locali e nazionali. Di De Luca ce n’e’ uno solo, gentile Alfieri, il resto non conta, il resto viene prima sfruttato, poi silenziato e, infine, brutalmente cacciato da quello che ormai da circa 25 anni e’ il “sistema di potere deluchiano”.

            E non c’e’ frittura di pesce che tenga, nel tritacarne del kaimano finisce di tutto, anche l’impossibile; oltretutto dopo una difesa televisiva balbettante e scoraggiante (per non dire deprimente !!) il buon Alfieri avra’ sicuramente capito che non basta ironizzare sulle fritture per evitare le frittate; e per lui e’ giunto il primo momento di quella che in gergo politichese viene definita “la caduta degli dei”.

            Per dirla tutta, anche ammesso che le famigerate fritture di pesce non siano mai esistite, sicuramente l’apparizione di Alfieri in tv non gli rende niente sul piano dell’immagine, anzi lo sprofonda verso la caduta reale.

            Del resto cosa pretende a questo punto Alfieri, dopo essere stato con Bassolino e contro De Luca ora si ritrova a fare lo scudiero dello stesso De Luca che non ama minimamante questi atteggiamenti ondivaghi; mi spiego meglio: De Luca riesce a cooptare i suoi avversari per sfruttarli (politicamente, s’intende !!), per strizzarli e infine per buttarli a mare. Non so come fa uno che di politica se ne dovrebbe intendere a non capire questo semplice passaggio. Non solo, Alfieri, cinque anni fa dopo la sua esclusione dalle liste (a causa del processo tuttora in corso) pretese ed ottenne con la scusa delle quote rosa la candidatura di Sabrina Capozzolo che divenne parlamentare della repubblica, una candidatura che si annuncia come gia’ reiterata per le prossime elezioni. Quindi ammesso che Alfieri abbia dato qualcosa alla politica, quel qualcosa gli e’ stato ampiamente restituito in termini sonanti e personalizzata con una entrata in Parlamento, forse per dieci anni, della sua fedele discepola.

            Una volta fatto fuori Alfieri dalle candidature si aprirebbe in maniera corposa l’eventualita’ di una candidatura pesante di Tommaso Pellegrino in parlamento dove c’e’ gia’ stato dal 2006 al 2008 con il governo Prodi; potremmo cosi’ avere una presenza importante anche sotto il profilo dell’immagine con un giovane quarantenne dotato di una dialettica sicura e costruttiva che molto verosimilmente non sfigurera’ nei salotti televisivi nazionali che lo attendono dopo la sua eventuale elezione. Tommaso Pellegrino non ha al suo attivo nessuna frittura di pesce, certamente almeno mentalmente non e’ un deluchiano senza cervello, altrettanto certamente non e’ mai stato indagato ed arriverebbe in parlamento con una fedina penale cristallina; e’ un ambientalista convinto (non a caso e’ il presidente del parco nazionale) e vive della sua attivita’ professionale di chirurgo oncologo presso il secondo policlinico di Napoli.

            Ecco, se il PD provinciale vuole fare davvero un salto di qualita’ deve appoggiare, senza se e senza ma, la candidatura di Tommaso Pellegrino, in caso contrario quel partito continuera’ a navigare nelle gole profonde del potere deluchiano.

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