SALA C. – Se quello perpetrato dal famoso UdC di De Mita e Cobellis in danno del Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano non e’ un “golpe politico” ditemi che cosa e’. Un partito come l’ UdC che nel Vallo di Diano non ha, ufficialmente, personaggi eletti per cariche pubbliche e che riesce praticamente ad egemonizzare un Ente Locale (come e’il Consorzio) nell’attesa di tempi migliori e’ senza dubbio un partito che ha, tra i suoi numerosi iscritti, gente capace di fare politica nel vecchio e vero senso della parola.
In pratica dei 13 consiglieri (tra eletti e nominati) ben otto fanno riferimento direttamente al PD, due della lista Fornino (con chiare propensioni verso l’UdC), uno della lista Uniti per la Bonifica con spiccate aperture verso il PD), uno del centro destra, e uno dell’UdC. In pratica dopo le elezioni del 18 dicembre 2016 si era venuta a creare la seguente situazione: 9 consiglieri PD, 3 consiglieri UdC e 1 di centro destra. Tutta lasciava prevedere che, pur se con qualche inevitabile difficolta’, sarebbe stata varata una giunta tutta del Partito Democratico e si sarebbe arrivati subito alla nomina del presidente in sostituzione di Giuseppe Morello che aveva deciso per tempo di non ricandidarsi (anche questo il PD non ha saputo evitare !!). Arrivo’ la presidenza di Giuseppe Fornino che in molti, compreso l’UdC, considerarono assolutamente provvisoria ebtransitoria.
Pochi mesi di transizione ed ecco arrivare gli spostamenti clamorosi all’interno del Consiglio, i famosi cambi di casacca, con alcuni consiglieri eletti nel PD e simpatizzanti, pero’, dell’astro nascente della politica locale: Corrado Matera, direttamente coinvolto a livello regionale nelle posizioni che l’UdC va assumendo, di volta in volta, a seconda le necessita’ di governo della cosa pubblica.
Io non faccio politica e, quindi, non capisco questi strani meccanismi, frutto di indefinibili strategie di potere, che portano a simili rimescolamenti di dandiere e di casacche. Difatti alla dine del 2017 il Consorzio si e’ ritrovato con una giunta tutta improntata o ispirata all’ UdC e con a capo sempre Giuseppe Fornino che appare quanto mai buono e utile per tutte le stagioni.
Ma come e’possibile che un partito, il PD, con 9 consiglieri si cali le brache di fronte a 3 consiglieri UdC diventati presto 8 (otto) in via diretta e/o indiretta ? E’ possibile, ce lo dice la politica con tutte le sue ramificazioni affascinanti ma deprecabili (almeno per me); ma tutto questo in un territorio come il Vallo di Diano accade anche per altre ragioni.
Se fate una ripassata mentale dei nomi dei consiglieri eletti vi accorgerete subito che nessuno di loro ha il pedigree della vera sinistra, intendo quella del PCI: sono tutti o ex socialisti o ex democristiani. Il PD del Vallo di Diano, dunque, non ha niente a che fare con il PD provinciale (in cui comunque la maggior parte e’ di ispirazioni comuniste) e neppure con quello regionale che sdta a meta’ strada tra quello del Vallo di Diano e quello provinciale.
Non scopro l’acqua calda, il problema e’ che gli altri non dicono la verita’ sullo stato dell’arte della politica valdianese; del resto basta guardare alla posizione politco-storica dello stesso coordinatore zonale, avv. Mimmo Cartolano, che sicuramente non e’ mai statocomunista e che altrettanto sicuramente e’ stato democristiano per convinzione.
Pretendere da questi di portare avanti una politica di bandiera (quando neppure De Luca lo fa in sede provinciale e regionale) sarebbe veramente troppo; questo pero’ lo ha capito molto bene Corrado Matera che, giorno dopo giorno, sta crescendo nell’ambito del suo partito e siede autorevolmente al tavolo delle decisioni, riuscendo a tenere in scacco anche la giunta ragionale che dall’UdC e’ pesantemente dipendente.
E se per il Consorzio niente si muovera’ almeno fino a dopo le elezioni, qualcosa potrebbe cambiare per la scelta dei candidati valdianesi per le prossime politiche di marzo.