SALERNO – Fece molto scalpore qualche tempo fa l’affermazione di Vincenzo De Luca che definiva la neo sindaca di Roma, Virginia Raggi, com una “bambolina imbambolata”. Mai affermazione fu piu’ calzante,la Raggi all’inizio del suo mandato sembrava davvero una bambolina imbambolata, tanto che in quella occasione mi vidi costretto a dare rsagione al kaimano.
La scena, adesso, e’ radicalmente cambiata e dobiamo pendere atto che la bambolina non e’ piu’ imbambolata, anzi col tempo e’ maturata fino al punto da diventare una “bambolina scaltra e coraggiosa”; sarebbe giusto a questo punto che anche il governatore prendesse atto della situazione e modificasse il suo pensiero.
La mossa della Raggi di chiedere il giudizio immediato a suo carico per la vicenda della nomina di Marra ha spiazzato tutti e mette in crisi anche la magistratura che non potra’ piu’ tergiversare sul rinvio a giudizio (quasi scontato) attraverso una lunga e farraginosa udienza preliminare che, in piena campagna elettorale, metterebbe sotto scacco l’intero movimento pentastellato con una feroce campsgna mediatica basata tutta sulle indiscrezioni che fatalmente errebbero fuori dalle maglie del segreto giudiziario.
La Raggi con il suo gesto non solo ha messo in riga una magistratura latitante ma sempre presente in odore di elezioni, ma anche scavalcato in un colpo solo tutte le perplessita’ sulla tenuta di trasparenza e legalita’ di tutti gli eletti del movimento. E se vogliamo dirla tutta, dobbiamo anche tener presente che per la prima volta (o quasi !!) un politico di spicco qual e’ la Raggi chiede di essere giudicata subito e senza tentennamenti lunghi e mistificanti che non raggiungono mai la verita’. La perdita di tempo, annunciata a chiare lettere, avrebbe sicuramente messo in sicurezza la Raggi con una sentenza di assoluzione dopo infinite olemiche che avrebbero certamente minto la credibilita’ dell’intero movimento che proprioper la Raggi era stato costretto a modificare le regole interne per quanto attiene la sospensione in caso di sentenza di primo grado o altro.
La Raggi, invece, ha sfidato il sistema ed ha messo l’intera magistratura nelle condizioni di non fare politica spicciola ma devastante e di fare soltanto giustizia nella ricerca della verita’. Un gran bel colpo, non c’e’ che dire.
Non l’ha capito Matteo Renzi che, spocchiosamente, ha parlato di un gesto condizionato dalla certezza della richiesta di rinvio a giudizio da parte del PM; non e’ cosi’, la Raggi ha semplicemente, e con molto coraggio, saltato il fosso di una lunga e maledetta gogna mediatica con quotidiana fuga di notizie che avrebbe sfibrato anche i politici piu’ attrezzati. Perche’ a questo ounto e’ chiaro che il Movimento e’ sotto attacco da parte di tutti.
Lo ha capito molto bene Carlo Nordio, magistrato di vaglia, che in un suo intervento sulle pagine de Il Mattino del 4 gennaio sintetizza chiaramente la posizione della Raggi in rapporto alla sua decisione di richiedere il giudizio immediato. E’ proprio dall’analisi lucide di Nordio che si intuisce come l’azione della Raggi abbia messo a subbuglio un quadro politico-giudiziario consolidato da tempo slle escursioni in campo politico della magistratura. Il magistrato, difatti, assumendo una linea pilatesca (ma non per mancanza di coraggio) cerca di dare ragione sia alla Raggi che agli oppositori con un ragionamento in punta di diritto nell’ambito di “una sutuazione assai complicata tanto sotto il profilo processuale quanto sotto quello politico” a dimostrazione di una evidente grave patologia che compromette ilnostro intero sistema, diviso tra la complessita’ giuridica regolata dai codici e quella politica senza alcuna regola.
Dunque Nordio ammette l’esistenza di una patologia ma da eccellente “servitore dello Stato” cerca di non far esplodere il sistema e, soprattutto, di non condannare la classe della magistratura cui appartiene da una vita; i problemi, pero’, ci sono e lui li mette molto bene in evidenza, come sempre.
La battaglia e’ appena iniziata, non amcheranno i soliti colpi di scena.