ROMA – Nel Vangelo di oggi 24 dicembre, Papa Francesco ci fa notare un contrasto tra le promesse dell’angelo e la risposta di Maria che consiste nella dimensione e nel contenuto delle espressioni dei due protagonisti.
L’angelo dice a Maria: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (vv. 30-33). Il bambino che nascerà da questa umile ragazza di Nazaret sarà chiamato Figlio dell’Altissimo: non è possibile concepire una dignità più alta di questa. E dopo la domanda di Maria, con cui lei chiede spiegazioni, la rivelazione dell’angelo diventa ancora più dettagliata e sorprendente.
La risposta di Maria è breve che parla solo di disponibilità e di servizio: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38). Maria rimane modesta ed esprime la propria adesione al progetto del Signore. Maria non si vanta.
In questa circostanza, Maria si presenta con un atteggiamento che corrisponde perfettamente a quello del Figlio di Dio quando viene nel mondo: Egli vuole diventare il Servo del Signore, mettersi al servizio dell’umanità per adempiere al progetto del Padre. Maria dice: «Ecco la serva del Signore»; e il Figlio di Dio, entrando nel mondo dice: «Ecco, io vengo […] per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10,7.9). Così la Madonna si rivela collaboratrice perfetta del progetto di Dio, e si rivela anche discepola del suo Figlio, e nel Magnificat potrà proclamare che «Dio ha innalzato gli umili» (Lc 1,52), perché con questa sua risposta umile e generosa ha ottenuto una gioia altissima, e anche una gloria altissima.