SALERNO – Dovendo fare giornalismo d’inchiesta e/o di approfondimento spesso devo andare alla ricerca di notizie non solo sulle altre testate giornalistiche ma anche, se non soprattutto, nella cosiddetta società civile, un termine generalista troppo abusato negli ultimi anni.
Sfogliando e leggendo i numerosi giornali mi ha colpito una lettera aperta inviata da tale Paolo Notaro (che non conosco) alla direzione della redazione di “Quasimezzogiorno.it”, un quotidiano online diretto dall’ottimo Lorenzo Peluso. Poco conta che la lettera sia stata scritta da un dichiarato amico del personaggio cui è diretta (a comprova c’è la conoscenza del fatto che la pasta lunga non piace all’interessato !!), quello che conta è il contenuto che deve essere letto sotto due profili diversi: l’amicizia vera che porta ad una sovraesposizione mediatica e il lucido esame di una situazione complessa che riporta a riconsiderare il “senso della vita” anche quando si parla di macchine burocratiche che quasi sempre vengono definite fredde e senza cuore. E’ questo l’aspetto che mi interessa di più e che deve indurci ad un rapporto più sereno con le istituzioni e, soprattutto, con le banche.
Il personaggio al centro della lettera di Notaro è il direttore generale della Bcc Buonabitacolo, Angelo De Luca, che dall’alto della sua indiscussa professionalità naviga nei mari tempestosi della riforma bancaria portando con se la certezza delle proprie idee. De Luca crede fermamente nel suo mestiere che esercita con assoluta passione, senza sbavature e ben al di là delle critiche, delle difficoltà ma anche dei successi che riavvicinano al banca al territorio ed alle persone comuni analizzate singolarmente tenendo conto delle specifiche e rispettive esigenze. Insomma Angelo De Luca interpreta al meglio quello che è lo spirito fondativo degli istituti di credito cooperativo rendendoli più accessibili e dal volto umano e sicuramente più disponibili a rendere, per quanto possibile, reali i vari sogni di cui ognuno di noi è portatore sano, cioè portatore schietto e senza secondi fini.
“Ci sono cuori che battono dietro quelle scrivanie, dietro quelle giacche, dietro quelle cravatte annodate …”, dice Paolo Notaro nella sua lettera parlando evidentemente della Bcc Buonabitacolo; scopre l’acqua calda !! perché di cuori, di giacche e di cravatte ce ne sono sempre stati. Il problema è quello di riuscire a infondere in quei cuori, in quelle giacche ed in quelle cravatte la giusta umanità, il giusto “senso della vita” che non deve mai tracimare dalla legittima esecuzione dei compiti avuti in affidamento, compiti da svolgere con la necessaria passione per concretizzare la nascita e la crescita di un progetto, nell’ottica di quei tanti sogni che potenzialmente potrebbero migliorare la qualità della nostra vita. E il dg Angelo De Luca sta dimostrando, giorno dopo giorno, di essere capace di far passare il concetto della passione e del senso della vita in tutti i suoi stretti collaboratori e/o dipendenti che per questo appaiono ben sistemati nella loro giacche (sempre più corte !!) e in camicie e cravatte ben annodate ma anche in semplici ed eleganti vestiti femminili che danno il tocco della giusta e necessaria eleganza senza sfociare nel lusso e nell’arroganza di chi crede di poter spaziare a tutto campo soltanto perché è seduto dall’altra parte della scrivania.
L’approccio tra banca e cliente è il vero problema soprattutto per le banche che sono state per decenni massacrate da una pubblicità gratuita e troppo spesso ingiusta; da sempre il bancario è stato ritenuto come la mosca bianca nel derelitto mondo del pubblico impiego, almeno fino a quando al bancario era imposta la giacca, la camicia e la cravatta; elementi che avevano portato ad una distorsione della loro immagine, distorsione non voluta ma piovuta loro addosso proprio per questi elementi che per decenni hanno costituito il distinguo più profondo tra il bancario in giacca e cravatta e il resto del mondo, alludo a quello lavorativo, ovviamente.
“La passione che fa crescere un progetto”, un verso utilizzato da Lorenzo Cherubini (in arte Jovanotti) nella sua canzone-poesia “Fango” che, dice Notaro, gli è ritornato alla mente mentre ascoltava l’intervista su Radio Alfa di Angelo De Luca e che, secondo lui ma anche secondo me, meglio di ogni altra denominazione fissa e storicizza l’attività professionale del dg della Bcc Buonabitacolo; davvero interessante il paragone tra la musica e la professionalità (nella fattispecie quella bancaria) fatto da Paolo Notaro che, badate bene, non si lascia trasportare più di tanto dall’antica amicizia che lo lega a De Luca ma sull’onda di efficaci note musicali riesce a sublimare il suo pensiero ed a trasportarlo nell’applicazione quotidiana di vita e di attività lavorativa, fino al punto di scrivere “Se poi vi capita di invitarlo a pranzo … evitate la pasta lunga … preparategli invece un bel piatto di ravioli !!”. Con quest’ultima frase Notaro tocca il punto massimo della sua interessante e condivisibile riflessione perché mette chiaramente in evidenza anche un tratto dell’aspetto caratteriale del dg De Luca facendolo apparire, in maniera disincantata, come una persona normalissima, come uno di noi, come un personaggio dotato di umanità chiamato ai vertici di un istituto di credito bancario al cui interno ha saputo portare il suo essere uomo e la sua profonda conoscenza del “senso della vita” per mettere il tutto al servizio degli altri.
Dalle scienze economiche e bancarie alla sella di una rombante motocicletta (antica passione di Angelo) il salto è breve; gli scalini del successo sono molto faticosi e l’aiuto di un “rombo di tuono” può essere sempre necessario, almeno a livello virtuale.
direttore: Aldo Bianchini