Maddalena Mascolo
SALERNO – “Welfare”, una parola magica che ha calamitato l’attenzione dei tantissimi consulenti del lavoro presenti al convegno-seminario “Welfare aziendale” tenutosi lunedì 27 novembre 2017 nei saloni del Mediterranea Hotel di Salerno. Perché ?, semplicemente perché il welfare aziendale è il nuovo pilastro della retribuzione e consiste nell’introduzione di un sistema di prestazioni non monetarie e servizi a sostegno del dipendente. In pratica il welfare apre un mondo assolutamente nuovo, anche se esiste da diversi lustri, nell’universo del lavoro e pone sullo stesso piano, o quasi, i lavoratori, i datori di lavoro e i sindacati in una sorta di miscellanea che molto spesso non funziona perché sono ancora tanti i pregiudizi, i preconcetti e la cultura del sospetto.
Basta pensare alla grande esperienza di Adriano Olivetti (il manager imprenditore più grande della nostra storia repubblicana) che dopo i primi entusiasmi andò ad arenarsi proprio nei gangli dell’aggrovigliato sistema relazionale tra sindacati e datori di lavoro fino alla quasi totale dissoluzione dell’azienda che stava scalando i primi posti nella scala mondiale.
L’elemento di riflessione principale che i relatori nel convegno non si sono lasciati sfuggire è la relazione stretta tra il welfare e la libertà sindacale; in pratica nell’attuazione del welfare l’azienda può spiazzare i sindacati, se non proprio sostituirsi ad essi, che di fronte al rapporto diretto datori-lavoratori tentenna e pone spesso dei picchetti invalicabili per cercare di mantenere intatta la rispettiva rappresentatività.
Il welfare stenta a decollare anche per un motivo non meno importante; il sistema italiano sulla legislazione del lavoro è quasi perfetto, ed essendo di gran lunga davanti a tutti gli altri Paesi europei finisce stranamente per non funzionare anche perché la grande massa dei lavoratori dipendenti (per un fatto anche di incultura) non riesce a far suo, anzi spesso lo fa suo ma ad uso e consumo personale; e questo non va bene e fa impantanare tutto. Se il nostro sistema di legislazione lavoro venisse applicato in altri Paesi funzionerebbe certamente meglio perché gli altri popoli sono più disposti ad immagazzinare le disposizioni cosiddette generaliste e meno propensi a fregare il prossimo.
Tutto questo è stato dibattuto al meglio dai relatori: Pasquale Visconti (avvocato, consigliere dell’ordine forense di Salerno); Lorenzo Ioele (ordinario di diritto del lavoro e della previdenza sociale presso l’università di Salerno); Pier Corrado Cutillo (segretario nazionale Unica); Vincenzo Carratelli (segretario nazionale Cisal Terziario). I relatori, sotto l’attenta guida del prof. Armando Lamberti (ordinario di diritto costituzionale presso l’università di Salerno) che ha moderato l’incontro, hanno dato poi vita ad un interessante question-time; una pratica voluta fortemente dal presidente dell’ordine dei consulenti dr. Carlo Zinno che ha aperto i lavori.
Per l’Unione Nazionale Italian (UNICA) sono intervenuti Giovanni Giudice (vice presidente Enbic Salerno) e Alessandro D’Amico (Unica Formazione).
Ottimo, infine, il lavoro svolto dietro le quinte dal Comitato Organizzativo, dal Comitato Scientifico e dalla Segreteria Organizzativa: Maria Annarumma (dipartimento di scienze umane, filosofiche e della formazione DISUFF dell’università di Salerno), Luigi Vitale (assistente dipartimento scienze umane, filosofiche e della formazione DISUFF dell’università di Salerno), Paolo Ioele (cultore della materia in diritto del lavoro, facoltà economia e gestione delle imprese presso l’università di Salerno), Giovanni Borgia (consigliere dell’ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Salerno), Anna Lo Iacono (consigliere dell’ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Salerno).