SALERNO – Probabilmente a caccia delle streghe, i due noti PM salernitani Vincenzo Senatore e Rocco Alfano si sono lanciati sul cantiere di Porta Ovest con la notifica della conclusione delle indagini e con una esplosiva verità (secondo il loro punto di vista !!): la Tecnis non doveva neppure essere ammessa alla gara ad evidenza pubblica , figurarsi se poteva vincerla, così come è accaduto.
E chi è, secondo i pubblici ministeri, il grande colpevole di quanto accaduto ? semplice, è Andrea Annunziata, già presidente dell’Autorità Portuale di Salerno. Difatti quale obiettivo migliore poteva essere individuato per scaraventargli addosso le pesanti accuse di abuso di ufficio, falso, indebita percezione di erogazione dallo stato, fino al crollo colposo per il cedimento di alcune centine nel dicembre del 2015 all’interno delle gallerie (cosa questa che accade normalmente in qualsiasi opera di perforazione). Ma ad Annunziata si contesta anche di aver violato il divieto di artificioso frazionamento delle prestazioni affidando a professionisti e ditte incarichi che dovevano essere assegnati con procedure di evidenza pubblica, ed anche di aver contribuito (da presidente) alla decisione con cui la commissione di gara decretò l’aggiudica dei lavori alla Tecnis.
Una impostazione accusatoria da far tremare le vene e i polsi a chiunque, credo non scalfirà più di tanto la compassata esperienza, anche legale, dell’ex presidente Annunziata che oggi naviga tranquillo nei mari di Augusta con gli stessi ottimi risultati che aveva già raccolto a Salerno.
Nel calderone degli indagati, e forse futuri imputati, sono finiti anche Antonio Valente, Raniero Fabrizi e Luca Caselli (tutti e tre componenti la commissione di gara), Domenico Barletta (responsabile unico del procedimento), Elena Valentino (capo area tecnica dell’Autority) e Danilo La Piana (legale rappresentante della Tecnis spa).
La questione si ripropone: da un lato la Procura, dall’altro sette nuovi indagati, una strada investigativa che sicuramente non porterà alla scoperta della verità possibile che rimane ben tutelata e nascosta dal paravento che i nuovi indagati, inchiesta dopo inchiesta, ergono come un muro tra la giustizia e la verità. E’ questo il muro che la Procura deve sfondare se vorrà raggiungere la verità ed agguantare i veri colpevoli, ma da anni si perde tempo inutilmente prendendo di mira falsi e ingannevoli bersagli.
Da diversi anni a questa parte dietro tutti gli appalti pubblici si aggira un personaggio (un super tecnico che la procura conosce benissimo !!) che muove le fila come un astuto burattinaio, temuto e rispettato, dal quale dipendono tout-court tutti gli indagati che nel caso in esame sarebbero almeno sei su sette. Difatti dai nominativi sopra citati escluderei con sicurezza il nome di Andrea Annunziata che non ha fatto altro che firmare un progetto che era stato ampiamente avallato da Domenico Barletta nella sua qualità di responsabile unico del procedimento.
Del resto un amministratore cosa può fare se non firmare il progetto che il responsabile del procedimento ha approvato; l’amministratore non necessariamente può e deve sapere cosa può esserci dietro ogni progetto ed ogni gara di appalto, non lo sa e firma ciò che il massimo responsabile tecnico non solo ha già firmato ma che gli ha anche proposto come la migliore soluzione tecnico-economica di un grande lavoro pubblico.
Poco importa se poi sulle varie fasi di una gara articolata piombano le aquile della Procura per incominciare, come sempre, a disquisire tra progetto di massima, progetto esecutivo, progetto definitivo, progetto cantierabile per arrivare, inevitabilmente, alle cosiddette “varianti”; una materia molto fluida che non ha mai portato alla scoperta della verità e che neppure con tangentopoli diede i frutti sperati. Ma si continua sull’onda emozionale di paroloni e di intricate scatole cinesi che pur nella loro effimera consistenza hanno sempre offerto all’immaginario collettivo effetti dirompenti almeno sotto il profilo mediatico. Ma la verità è sempre molto lontana e i veri responsabili, come il super-tecnico, rimangono sempre avvolti nell’ombra e continuano a godere del loro immenso potere.
Spesso mi chiedo come fa un personaggio come l’ingegnere Domenico Barletta, responsabile unico di vari importanti procedimenti, a non essersi seccato per i vari processi che dovrà sopportare per colpa di altri; perché Barletta non denuncia chiaramente le cose che molto probabilmente conosce; perché Barletta non porta alla sbarra il famoso o famigerato super-tecnico che prende ordini dal potere vero e li passa brutalmente agli altri, anche agli stessi responsabili unici dei procedimenti. Eppure l’ingegnere Barletta è ormai in pensione da tempo e, quindi, non ha più la preoccupazione di essere ostracizzato all’interno di un’amministrazione succube e prona; ma non parla e non suggerisce ai due esperti PM la soluzione dei tanti problemi, ammesso che questi ultimi vogliano davvero sapere la verità.
Certo, fino a questo momento, sia a Barletta che ad altri responsabili è andata abbastanza bene in quanto hanno ottenuto diverse assoluzioni; ma ciò non toglie che la loro coscienza rimarrà agitata forse per sempre.
direttore: Aldo Bianchini