GIORNALISMO: attacco alla roccaforte di Rocco Colombo

Aldo Bianchini

SALA C. – “Ci sono momenti in cui i giornalisti hanno il dovere di non piacere a qualcuno”, e Rocco Colombo non è piaciuto al sindaco di Sala Consilina”. Amava spesso dire così il grande Enzo Biagi ed aggiungeva che lui avrebbe fatto il giornalista anche gratis e che fortunatamente nessuno dei suoi editori se ne era mai accorto; un mestiere che più di ogni altro entra nel sangue e non ti lascia più. E Rocco Colombo ce l’ha nel sangue.
Basterebbe questa massima di Biagi per spiegare a sufficienza quanto accaduto nel mondo dell’informazione del Vallo di Diano con la dura ed inusuale reprimenda scaraventata dalle frequenze di Youtube sulle spalle del presidente dell’Associazione dei Giornalisti Valdianesi, dott. Rocco Colombo, direttore editoriale di Ondanews.it, dall’immarcescibile sindaco di Sala Consilina avv. Francesco Cavallone che non ha gradito un approfondimento del giornalista dal titolo “C’era una volta Sala Consilina” pubblicato il 23 ottobre 2017.
Visto da lontano il fatto appare, se vogliamo, anche abbastanza ridimensionato e ridimensionabile, vuoi per la sua collocazione territoriale che per la sua inconsistenza oggettiva: da una parte c’è un giornalista che fa il suo mestiere, dall’altra un politico che si arrampica agli specchi. Il caso, quindi, potrebbe già essere archiviato come uno dei tanti episodi che caratterizzano il difficile rapporto tra politica e stampa.
Nella fattispecie, però, così non è perché l’articolo e la risposta hanno scatenato sospette dichiarazioni di solidarietà per Colombo e interessate frecciate velenose verso Cavallone; sospette perché non servono a niente e perché probabilmente domani possono essere facilmente modellate e modificate alla bisogna, velenose perchè sanno molto di speculazione politica. Vorrei vedere, difatti, quale reazione avrebbero avuto i Cinque Stelle, gli amici di Beppe Grillo-meetup, Angelo Paladino, e lo stesso Giuseppe Colucci (sottoscrittore di una lunga lettera in difesa della presunta libertà di stampa) se il “non cattivo” approfondimento di Colombo fosse stato indirizzato contro uno di loro che, diciamola tutta, per quanto riguarda la cosiddetta “rinascita di Sala Consilina” nel migliore dei casi hanno fatto pochissimo.
Prima di andare avanti con il mio discorso mi viene spontanea una domanda: “Ma Colombo è ancora il presidente dei giornalisti del Vallo, se si perché nessuno parla ed assume una precisa posizione ?”; se si, come è si, siamo di fronte probabilmente ad una nuova pagina di spocchiosa pratica del passo indietro di fronte a fatti eclatanti come questo che dovrebbero, invece, tirare tutti (alludo ai giornalisti) in ballo in un dibattito di crescita collettiva sul piano dell’indipendenza e dell’autonomia, tutte cose vitali per i giornalisti. Non basta “rifugiarsi dietro la lettera di solidarietà” diffusa dal presidente dell’ordine regionale dei giornalisti, Ottavio Lucarelli, una lettera che purtroppo non serve a niente ed è, quindi, a dir poco inutile ed anche sbagliata nel suo contenuto; difatti il sindaco di Sala Consilina nella sua veemente filippica contro Colombo ed in generale contro il mondo dell’informazione ha coinvolto anche un altro valente giornalista del Vallo, Antonio Sica (reo di non aver mandato in onda un servizio, secondo Cavallone !!), che dal presidente napoletano (come da tutti quelli che hanno offerto la propria solidarietà) è stato distrattamente letteralmente dimenticato.
Dunque il problema della solidarietà è un problema molto serio che deve discendere da una presa di posizione collettiva di tutti i giornalisti per non consentire ad altri di surrogare quelle che sono nostre precipue prerogative in fatto di esercizio della libertà di stampa, come è stato consentito a Giuseppe Colucci che da attento osservatore dei fatti non ha perso un minuto di tempo ed è sceso in campo a spada tratta e politicamente interessato per difendere Colombo e tutti i giornalisti; non conosco il pensiero dei colleghi ma io resto abbastanza scettico sulla veridicità di simile affondo.
Ma andiamo ai fatti che hanno determinato la polemica in un ambiente giornalistico, quello del Vallo di Diano, che per ragioni di appartenenza territorio-parentale ho spesso cercato di scuotere da un torpore che è quasi istituzionalizzato; un ambiente in cui assai di rado un giornalista spacca quella sorta di sudditanza psicologica che per mera necessità viene offerta sia agli editori che ai personaggi politico-istituzionali valdianesi. Rocco Colombo lo ha fatto, ha avuto il coraggio di farlo, onore e merito a lui, con la speranza che quando lo ha fatto abbia pensato alla massima di Enzo Biagi che non si sottraeva al sacrificio anche se a volte soffriva di una certa sudditanza e/o riluttanza psicologica verso i potenti.
Per questo motivo, al di là del torto e/o della ragione, è necessario che tutti i giornalisti del Vallo si schierino, senza se e senza ma, in favore di Rocco Colombo anche perché le sue affermazioni scritte in quel benedetto articolo sono fatti e non chiacchiere, e sono circostanze ben note a tutti i valdianesi, checché ne dica Francesco Cavallone che si è arrampicato sugli specchi del politichese per contestare punto su punto l’elenco delle cose che non vanno a Sala Consilina. Nella specifica polemica delle parole non so sinceramente chi possa aver definitivamente ragione e perché si è giunti ad un simile scontro; tutto quello che c’è dietro o che può esserci dietro non mi interessa; a me tocca analizzare quello che è accaduto in due interventi televisivi dando per scontato che il sindaco di Sala Consilina aveva tutto il diritto di replicare al giornalista, ma lo doveva fare con una forma ed un linguaggio leggermente più elegante, per non dire sobrio, esattamente come ha fatto Colombo, al fine di non sfociare in un velato turpiloquio (fuori luogo e fuori senso) contro un giornalista che non ha fatto altro se non il proprio dovere, ed alla gente non interessa se poi ha cercato di scusarsi (e se lo ha fatto ha sbagliato perché non è mai opportuno offrire all’avversario alcun atto di spiccata civiltà !!, non lo meritano) per cercare di chiarire, forse, meglio il suo pensiero.
Prima di scrivere, come è mio costume, non ho sentito o chiamato né Colombo e né Cavallone, ma mi sono semplicemente posto un’altra domanda: “Vuoi vedere che adesso Rocco è l’unico colpevole dei mali della città di Sala Consilina ?”. La risposta la lascio a Voi lettori.
Ho letto diverse volte l’articolo di Colombo, ho visto e rivisto le due filippicche di Cavallone seduto su un trono-divano dal quale appariva come un giustiziere con il classico ghigno dello “adesso ti faccio vedere io” che è sempre meglio evitare, almeno televisivamente; per carità. capisco lo sfogo del sindaco ma condivido pienamente tutto quanto scritto da Rocco e lo sottoscrivo. Solo su una cosa non sono d’accordo con lui, quando scrive che “saranno i giovani a ridare speranze a progetti ormai sbiaditi ? Probabilmente è l’unica chance”. Sarò anche pessimista ma, caro Rocco, i pochi giovani che potevano cambiare qualcosa sono già andati via e quelli che sono rimasti si sono già da tempo genuflessi davanti al potente di turno o dei suoi figli (ogni riferimento al governatore e figli non è puramente casuale), per interesse naturalmente; gli stessi interessi che condizionano una categoria come la nostra che dovrebbe esprimere il mestiere più bello e più indipendente del mondo; ma se ci accontentiamo ancora una volta di uno sterile comunicato di solidarietà, da parte di un Ordine che non conta più niente, siamo messi davvero male ed anche i nostri giovani valenti giornalisti, prima o poi, dovranno trovare un’altra strada di vita, semmai con l’aiuto di qualche potente di turno.

5 thoughts on “GIORNALISMO: attacco alla roccaforte di Rocco Colombo

  1. Signor Bianchini, siete un giornalisti davvero con…gli attributi. Pane al pane e vino al vino. Vi leggo sempre. Siete l’unico che non si limita a scrivere solo i fatti. Voi andate anche oltre e leggervi è un piacere

  2. Caro Aldo, dopo il presidente Lucarelli, sei stato l’unico giornalista ad aver dichiarato pubblicamente quello che pensi e ti rìrigrazio.

    Purtroppo la solidarietà a mio padre da parte di alcuni giornalisti c’è stata solo in privato tramite telefonate e messaggi. Non capisco il perché… o meglio, faccio finta di non capirlo.

    Per come la vedo io, soprattutto in questo mondo, c’è molta falsità ed invidia (spero veramente che non sia questo il caso). Ma vabbè…. Invece si è bravi a dare solidarietà pubblicamente a Daniele Piervincenzi (persona che molti della zona non conoscono proprio) dopo la testata di Roberto Spada.

    Quindi, come diceva Enzo Biagi…“Ci sono momenti in cui i giornalisti hanno il dovere di non piacere a qualcuno”… forse, e dico forse, qualcuno preferisce piacere a tutti.

    Con stima
    Antonio Colombo

  3. Caro Aldo,
    innanzitutto ti ringrazio per la citazione che, anche se non esaltante, apprezzo molto.
    Desidero precisare che unico scopo della mia lettera è stato il voler esprimere il mio giudizio sulla realtà economica del nostro territorio; ma non posso accettare quale cittadino di Sala Consilina una risposta che non ha nulla di istituzionale, per giunta rincarata da attacchi personali al giornalista, ingiustificati e senza contenuto. Con tale risposta si vuole soltanto nascondere la situazione economica, che non è semplice per Sala Consilina come non lo è per altri Comuni del Vallo di Diano.
    In passato mi è capitato di essere criticato anche “duramente” dalla stampa e, se rispolveri il tuo archivio, troverai articoli di Rocco Colombo che, sul quotidiano La Città, mi ha criticato più volte. Troverai anche le mie risposte, sempre connotate dal decoro che è dovuto al rappresentante della massima istituzione comunale, dal rispetto della professione del giornalista e, soprattutto, dal rispetto dovuto ai lettori destinatari dell’informazione.
    Comunque ritengo che la stampa, anche se pungente, svolge anche un ruolo di stimolo dei “gestori” della cosa pubblica, e deve essere da questi interpretata come un momento di riflessione ed autocritica oltre quale occasione di un dibattito, che può soltanto giovare alla Comunità.
    Il confronto e la discussione, svolti nei canoni consentiti, è sempre un momento di crescita.
    Con stima
    Giuseppe Colucci

  4. Un articolo straordinario. Complimenti. Avete scritto ciò che tutti pensano a Sala Consilina ma che solo il Direttore Colombo, e ancora con più chiarezza e senza fraintendimenti voi, siete stato in grado di dire. Davvero complimenti. Vi ho letto per caso e da oggi in poi leggerò sempre i vostri articoli. Giornalista come si deve essere

  5. Gentile Direttore Bianchini
    Da salese ho seguito, un po’, questa polemica costruita ad arte dal nostro sindaco, dopo l’articolo di Colombo. Condivido il suo giudizio su Colombo come persona seria , corretta e preparata. Purtroppo, grazie anche al vostro articolo, è confermato che il nostro sindaco, evidentemente perchè sentitosi in colpa, ha reagito in un modo che ha fatto fare una brutta figura a tutta la città di Sala Consilina, anzichè pensare a frenare una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Ma lo sapete, caro Direttore, che per le feste di Natale tutti i commercianti si sono tassati di 100 euro a testa per le luminarie per cercare di risollevarsi e creare attenzione? E il sindaco di Sala Consilina se la prende con i giornalisti se la situazione è diventata drammatica e se tutti i cittadini, anche di Sala Consilina, ogni domenica affollano il Centro Diano ad Atena Lucana dove sono presenti molti negozianti che sono anche loro di Sala Consilina? Complimenti Direttore Bianchini, lei e Colombo siete stati gli unici giornalisti a sollevare un problema che se non si risolve, porta alla fine di Sala Consilina dove i negozi chiudono ogni giorno e la sera non c’è più nessuno per le strade. E sotto gli occhi indifferenti anche di molti giornalisti compiacenti. Grazie per l’ospitalità, direttore

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