Alla fine del mese di settembre a Scafati si ricorda la battaglia tra gli alleati e i tedeschi avvenuta tra il 28 settembre e il 29 settembre 1943. Pochi, comunque hanno un ricordo di questa battaglia.
Nell’ultimo conflitto che ha colpito il nostro Paese molti piccoli paesi non furono toccati da questo evento. Uno di questi era stata Scafati. All’epoca Scafati era un piccolo villaggio di circa 3.000 anime. L’economia era basta su piccole masserie che erano alla periferia del villaggio e il paese, come oggi, era diviso dall’attraversamento del fiume Sarno con un ponte al centro del villaggio.
Scafati di per sé era un posto tranquillo a differenza della vicina città di Torre Annunziata soggetta a continui bombardamenti.
Trovandosi Scafati sulla strada che portava a Napoli le truppe tedesche pensarono di bloccare l’avanzata degli Alleati proprio sul ponte di Scafati piazzandovi diverse postazioni con mitragliatrici oltre a minare il ponte.
A Scafati era operativo i partigiani del “Gruppo 28 Settembre” che informarono il comandante britannico Michael Forrester di tale situazione.
I britannici avevano a disposizione dei carri armati, i famosi “topi del deserto” utilizzati in Africa.
Con uno di essi si avvicinarono al ponte e la battaglia iniziò in modo molto violento. Un carro inglese fu distrutto e tre giornalisti inviati di guerra persero la vita.
Da alcuni prigionieri tedeschi ebbero la conferma che non erano riusciti a minare il ponte ma c’erano solo delle casse di esplosivo lasciate un po’ dappertutto.
Gli inglesi centimetro dopo centimetro, spinsero i tedeschi fuori da Scafati, in direzione di Napoli. Non appena l’ultimo carro armato tedesco lasciò la città iniziò a cadere la pioggia che ebbe una sorta di effetto rilassante sulla cittadinanza.
Finalmente i tedeschi andarono via, ma erano rimaste le cicatrici della battaglia. Quindi furono esaminati gli edifici in frantumi e i corpi straziati che si trovavano nelle strade. Poi i cittadini tornarono tranquillamente alle loro case per riprendere le loro vite da dove erano state interrotte.
I tedeschi spinti verso Napoli passarono per il comune di Poggiomarino dove, nella scuola in contrada Tortorelle, avevano allestito un ospedale militare per i feriti. Nel cortile adiacente la scuola vennero seppelliti i morti che successivamente, dopo la guerra, furono esumati e portati in patria.
I tre corrispondenti di guerra che persero la vita erano Alexander Austin, Stewart Sale e William Munday. Le loro salme, alla fine del conflitto, furono trasportate nel Salerno War Cemetery, uno dei più grandi cimiteri di guerra inglese, che si trova a Salerno sulla Strada statale 18 presso Montecorvino Pugliano. Il cimitero ospita le spoglie di 1653 inglesi, 27 canadesi, 10 australiani, 3 neozelandesi, 9 sudafricani, 33 indiani, 111 non identificati per un totale di 1846 militari caduti in Italia Meridionale.
Ogni anno il comune di Scafati organizza una commemorazione di tale evento per mantenere vivo quanto avvenne in quei giorni.