SALERNO – “Il Comune di Salerno abbandoni la propaganda e metta in campo misure concrete per la sicurezza”. Cosi Gaetano Amatruda e Fabio Mammone di Forza Italia Salerno.
“Negli ultimi giorni la città di Salerno – sottolinea il vice coordinatore cittadino Mammone – è divenuta teatro di preoccupanti fenomeni di violenza che avrebbero dovuto sollecitare il primo cittadino a far ricorso ai nuovi strumenti legislativi predisposti dal governo Gentiloni che con il d.l. 93/17, convertito in legge 48/17, ha dettato le disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città. Invero, appare quantomai urgente che il primo cittadino stipuli con il Prefetto i patti per la sicurezza urbana volti a perseguire la prevenzione dei fenomeni di criminalità diffusa”.
“Purtroppo, ancora una volta, l’amministrazione di Salerno appare – aggiunge Mammone – avulsa dai problemi del territorio palesando un disinteresse assoluto nel porre in essere atti idonei a contrastare eventi preoccupanti che, come spiegato, potrebbero essere arginati grazie al rafforzamento dei poteri del sindaco il quale, nella funzione di ufficiale di governo, ex art. 54 T.U. enti locali, anche attraverso il ‘Daspo urbano’, potrebbe intervenire con ordinanze contingibili ed urgenti, al fine di prevenire e contrastare lo spaccio di droga, lo sfruttamento della prostituzione, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili, la vendita abusiva, l’illecita occupazione di spazi pubblici. In tal modo si garantirebbe l’allontanamento di coloro che violano in qualsiasi forma e modo la legalità”.
“Dunque – rincara il vice provinciale Amatruda – il comune di Salerno è in ritardo nel porre in essere idonee azioni tese a tutelare l’incolumità dei cittadini. I patti sulla sicurezza urbana del Governo Gentiloni, al netto della diverse falle normative, potrebbero consentire la messa in opera di progetti privati relativi a sistemi di sorveglianza tecnologicamente avanzati con diritto dei cittadini, previa deliberazione dell’ente comunale, di usufruire della detrazione di Imu e Tasi in caso di assunzione delle quote relative agli oneri di investimento, manutenzione e gestione dei suindicati sistemi”.
“Basta – concludono Amatruda e Mammone – dunque con proclami ed inutile demagogia. Una città europea deve programmare per garantire sicurezza e servizi oltre ad essere dotata di una classe dirigente pronta a recepire ogni strumento diretto ad assicurare ai cittadini servizi proporzionati agli onerosi tributi imposti”.