Aldo Bianchini
PADULA / SALERNO – Ho assistito all’inaugurazione della nuova filiale della Banca Monte Pruno nel cuore del Bivio di Padula. Non mancava nulla, clienti – investitori – risparmiatori – autorità civili e religiose ed anche tanti curiosi, tutto al suo posto in un momento di apparente gioia per gli ospiti e di felicità per i sostenitori e gli autori di questo nuovo insediamento bancario che va ad imprimere una svolta decisiva negli equilibri pluridecennali delle locali BCC (Banche di Credito Cooperativo) che nel Vallo di Diano hanno avuto, e stanno avendo, un eccezionale sviluppo sia in termini di raccolta che di distribuzione della linfa vitale (il denaro !!) per l’economia, lo sviluppo, la crescita e l’occupazione di un intero territorio appartenente alle cosiddette “aree interne” e, quindi, molto sensibile ed interessato a tutto ciò che può rappresentare un punto di riferimento per il rilancio economico-politico e sociale delle varie comunità esistenti nella zona.
Secondo i bene informati il nuovo punto acquisti/vendite (così si direbbe in gergo strettamente commerciale) della Banca Monte Pruno va a colmare un vuoto, una sorta di buco, esistente nella rete degli sportelli, delle sedi locali-filiali e della direzione generale che da Roscigno, prima, e da Sant’Arsenio, poi, ha stupito non pochi osservatori per l’intelligenza e la metodicità con cui la stessa rete è stata costruita in oltre cinquant’anni di attività. Non c’è da stupirsi per tutto questo, è la storia di questo Istituto Bancario a spiegarcelo con dovizia di particolari; e la storia è storia, e in quanto tale non può essere mai rinnegata o, peggio ancora, rimodulata a seconda delle esigenze del momento. La storia l’ha costruita sapientemente il direttore generale Michele Albanese che ha saputo trasformare, in pochi anni, una semplice e piccola Banca di Credito Cooperativo in una Banca vera e propria; la storia l’hanno saputa costruire e rifinire tutti gli uomini (e le donne !!) del direttore generale che con pazienza, ed a volte anche sbuffando, hanno seguito e spesso allargato le idee e i propositi del capo che da una ventina di anni a questa parte non ne ha sbagliata nemmeno una. Ho seguito attentamente i discorsi di rito, quelli di convenienza e quelli di concreta ammirazione, ed ho avuto la netta sensazione che nei piani di Michele Albanese non c’è più quell’antagonismo tipico che ha caratterizzato la vita e la crescita della varie BCC del Vallo di Diano in un percorso quasi comune per oltre trent’anni, nella sua mente c’è molto altro; tutto alla spalle, i ricordi di vecchie battaglie si affievoliscono nell’oblio del passato; l’apertura della filiale del Bivio di Padula mi è apparsa quasi come “un atto ormai dovuto” nei confronti di una zona che ha dato, comunque, tanto alla Bcc venuta da lontano e destinata ad andare lontano.
Nel corso della perfetta cerimonia, tra discorsi – brindisi e abbracci, ho avvertito una sensazione strana, quasi come se nell’aria mancasse qualcosa per completare la felicità di un direttore generale, di un presidente e di tutto lo staff, intenti a seguire in religioso silenzio il taglio del nastro di un nuovo implacabile successo. Ho pensato che, forse, quella strana ed impalpabile aria di disattenzione per l’evento del momento, quell’atto ormai scontato, fosse dovuto allo studio per la strategia di quella che si annuncia come imminente e passa sotto il nome di “battaglia di Salerno”; una battaglia palesemente annunciata anche già da altri.
Ne ho avuto conferma (almeno io la penso così !!) nel pomeriggio della stessa giornata di lunedì 18 settembre 2017 quando mi sono spostato a Salerno per assistere alla cerimonia di sottoscrizione dell’accordo di collaborazione tra il Circolo Sociale Carlo Alberto 1886 di Padula (ottimamente presieduto da Felice Tierno) e l’Associazione Lucana di Salerno (splendidamente presieduta da Rocco Risolia) in un contesto affollatissimo di salernitani, lucani e valdianesi nell’ottica di un progetto che sicuramente non porta il nome di “Grande Lucania” (già consumato inutilmente da altri) ma che nei fatti è già molto più avanti rispetto alla progettualità degli altri. Insomma come dire che mentre il medico studia l’ammalato muore che, in questo specifico caso, dovrebbe essere tradotto nel più significativo “mentre gli altri studiano la Banca Monte Pruno l’ha già fatto”. Difatti il motore organizzativo e propulsivo di questo eccellente accordo di collaborazione tra le due associazioni è la stessa Banca Monte Pruno che a Salerno è stata, ovviamente, rappresentata dal suo direttore generale Michele Albanese che ha affondato le radici in un contesto socio-economico-politico di prima grandezza; per chi ancora non lo sapesse vale bene la pena di precisare che l’Associazione Lucana di Salerno conta alcune migliaia di iscritti ed ha ramificazioni in tutta la Basilicata e che la Banca Monte Pruno non solo ha una sede efficientissima nel cuore di Potenza ma si appresta ad aprire, nelle prossime settimane, anche una sede nel cuore di Salerno.
Il gioco è già fatto e la battaglia di Salerno è già vinta ? Non faccio l’indovino ma vado soltanto a braccio sull’onda dell’analisi del contesto in cui questa battaglia sta muovendo i primi passi. La Banca Monte Pruno è già presente a Fisciano nella Valle dell’Irno che è la vera zona industriale-commerciale di Salerno, sta conquistando a rapide falcate l’Università nella quale è già entrata a pieno titolo, sta per aprire una nuova importante sede a Salerno ed ha sottoscritto un protocollo d’intesa con l’associazione più rappresentativa dei lucani a Salerno che sono diverse decine di migliaia senza trascurare il territorio di provenienza (Circolo Carlo Alberto). A Salerno convergono i capitali imprenditoriali e personali sia della Lucania che del Cilento/Vallo di Diano ed è proprio verso la città capoluogo che si è aperta la corsa per la sopravvivenza delle BCC che sono state costrette dalle scellerate decisioni delle banche centrali ad ampliare il loro raggio di azione.
La corsa è iniziata e la Banca Monte Pruno è stata sicuramente la più veloce a partire mettendo in campo una strategia a 360 gradi che solo la fervente attività cerebrale del direttore generale e dei suoi più stretti collaboratori poteva mai pensare e realizzare; anche attraverso propositi, sogni, ripensamenti, emozioni caratteriali che hanno contraddistinto prima i collaboratori e poi direttamente il direttore generale Michele Albanese.
Lo scenario che si apre dinanzi al pool dirigenziale della Monte Pruno è molto ampio e difficile ed al tempo stesso intrigante e coinvolgente; sta a tutti loro imprimere la giusta accelerazione per un significativo cambio di passo e di modello lavorativo per quelle sacche che ancora sono presenti nella pur perfetta, ma sempre perfettibile, organizzazione interna.
direttore: Aldo Bianchini