Aldo Bianchini
SASSANO – Il paese che domina il Vallo di Diano e che porta il nome di Sassano è un ridente ed accogliente luogo dove poter soggiornare in tranquillità e dove poter praticare diverse discipline sportive, tra le quali ovviamente il calcio. Difatti Sassano ha dato i natali non soltanto a Giuseppe Bruscolotti (il capitano del Napoli del primo scudetto) ma anche a tantissimi altri calciatori di un certo livello nazionale che pur non raggiungendo i traguardi di Peppe hanno, comunque, dato lustro al loro paese natio.
Dicevo che a Sassano si può agevolmente praticare lo sport perché, non a caso e non per caso, esistono sul territorio sassanese ben tre insediamenti sportivi pluridisciplinari; i primi due già funzionano da qualche anno e la loro gestione è stata affidata con regolare contratto di fitto a due associazioni distinte che corrispondono al Comune gli oneri dovuti. Il terzo impianto, in ordine di tempo, è quello che si trova alle spalle del cosiddetto “Santuario di San Rocco” in una località a cavallo tra il comune di Sassano e quello di Monte San Giacomo.
Quest’ultimo impianto non si sa bene come e da chi dovrebbe essere gestito; tutto sembra, però, nelle mani della Chiesa e più precisamente del parroco del paese, don Otello Russo, che attraverso suoi addetti dispone della titolarità dell’impianto e detta le condizioni per la sua frequenza che nel corso di questa estate è stata assolutamente soddisfacente, anche perché il parroco (questo va detto a scanso di equivoci !!) ha deciso in maniera autocratica di mettere a disposizione gli impianti in forma gratuita seguendo, comunque, una scaletta di prenotazioni. Da questo punto di vista l’azione del sacerdote appare al di sopra di ogni commento, offrire gratis ai giovani un servizio così importante non può che fare onore non solo alla Chiesa ma a tutta la comunità.
Tutto, quindi, filerebbe liscio se non fosse che le due associazioni (che gestiscono gli altri due impianti in forza di un contratto a pagamento) ed alcuni singoli cittadini hanno dato inizio, al momento in forma sotterranea, ad un’azione di contrasto contro quella che a prima vista appare come un’opera pia della Chiesa. Da più parti, difatti, è stato precisato che l’utilizzo gratuito dell’impianto di San Rocco procura un danno indiretto agli altri due impianti perché tantissimi giovani preferiscono dirottare la loro esigenza di sport verso l’impianto che viene fornito gratuitamente. Sembra che le due associazioni intendano chiamare in causa il Comune per una revisione degli accordi ai fini di una netta riduzione degli importi da pagare alle casse comunali visto e considerato che gli incassi sono nettamente diminuiti.
Ma da più parti vengono avanzati anche dei dubbi sul perché un impianto del genere, che è stato fermo per molti anni, debba essere gestito dalla Chiesa e non direttamente dal Comune. In pratica il terreno su cui è nato l’impianto fu acquistato grazie alle offerte dei fedeli per San Rocco (denaro pubblico !!), mentre tutte le strutture sportive sono state realizzate direttamente dal Comune, sempre con denaro pubblico. Non si capisce, quindi, perchè un bene essenzialmente pubblico debba essere amministrato dalla Chiesa; una Chiesa che in generale deve cominciare a capire che tutte le sue proprietà immobiliari non sono ascrivibili a singole persone fisiche ma devono sempre essere considerate alla stregua di “un bene pubblico”.
Il caso è appena all’inizio, mancano ancora le prese di posizione ufficiali da parte delle due associazioni, ma non mancheranno di certo le sorprese.
direttore: Aldo Bianchini