PADULA – Faccio una premessa importante, nel fatto che vi racconto la parola “amore” è utilizzata soltanto in senso metaforico, per il resto si tratta ovviamente di un rapporto politico tra Corrado e Paolo che sembrava solido e che, invece, si è sciolto come neve al sole di agosto (e in questo agosto di sole ce n’è stato tantissimo ed anche cocente !!).
Dunque chiariamo subito che Corrado sta per “Corrado Matera”, assessore tecnico al turismo della regione Campania; mentre Paolo sta per “Paolo Imparato”, prorompente sindaco di Padula e consigliere provinciale di maggioranza.
Prima di andare avanti, però, è anche giusto qualche nota sullo spessore caratteriale e personale dei due noti uomini politici. Da un lato c’è Corrado che fa l’avvocato con il vizietto della politica come naturale completamento di un’aspirazione che lo accompagna fin da ragazzo e che, comunque, gli consente di badare anche alla sua giovane famiglia; dall’altro c’è Paolo che, se non sbaglio, fa politica a tempo pieno perché tra sindaco e consigliere provinciale gli rimane pochissimo tempo per altre cose, al di là del piccolo orticello che cura personalmente con le sue mani. Il primo, Corrado, ha un carattere abbastanza aperto, è molto cordiale, attento, professionale ed anche scaltro, ha l’atteggiamento del politico vero di vecchia e classica scuola che spesso genera insicurezza nell’interlocutore; il secondo, Paolo, ha un carattere tumultuoso e sorprendente fino al punto da risultare, alla fine, anche simpatico per le sue esternazioni che dicono pane al pane e vino al vino, almeno dal suo punto di vista che ovviamente spesso non rappresenta la verità in assoluto. Ma questo gli crea una sorta di barriera protettiva in forza della quale riesce a raggiungere traguardi inaspettati in un mondo fatto di molti farisei, entrando direttamente nell’immaginario collettivo del popolo. Insomma Corrado deve lottare di più per farsi largo dovendo fare attenzione a non urtare le singole suscettibilità dei vari grandi elettori di cui si è dovuto circondare; Paolo invece va avanti come un carro armato e travolge rumorosamente tutto e tutti, tranne uno (il kaimano ?) naturalmente.
Due personaggi che, dalla lettura di queste mie poche e sicuramente inesatte note, appaiono sostanzialmente diversi e difficilmente conciliabili tra loro. Ma la politica sembrava aver fatto il miracolo per la nascita di un rapporto e di un sodalizio, vista la provenienza valdianese di entrambi, che prometteva scintille e che aveva le carte in regola per regalare al Vallo di Diano tutte quelle cose che soltanto Quaranta e Ritorto erano riusciti a dare oltre trent’anni fa.
Il loro sodalizio era nato nel corso del 2016, subito dopo la nomina ad assessore regionale di Corrado, e sembrava essersi incanalato nel sicuro alveo della solidità mano a mano che passava il tempo, anche sotto la spinta di un generoso Paolo che ad ogni occasione pubblica non mancava di mettere in evidenza e di elogiare l’impegno politico di Corrado verso il Vallo di Diano; io stesso non più di qualche settimana fa ho assistito, nel museo civico multimediale di Padula, all’ennesimo sproloquio elogiativo di Paolo nei confronti dell’assente Corrado.
Pensai che finalmente l’improvviso amore tra due personaggi di sponde politiche diverse si fosse consolidato in favore di un indubbio vantaggio per un’area interna come quella del Vallo di Diano.
Invece ecco improvvisa la bufera, strana, inquietante, senza una spiegazione logica (questa qualità non appartiene alla politica) ma assolutamente radicale, fino al punto che Paolo non cita più il nome di Corrado neppure nel contesto di manifestazioni (Gazzè, concerto ed altro) che possono facilmente essere ascritte all’opera politico-gestionale di Corrado; una rottura che rischia di riportare l’intero territorio nel dimenticatoio dal quale lentamente stava uscendo.
Io personalmente una spiegazione politica, che non ha nulla a che fare con la logica, ce l’ho ma almeno per il momento non la dico (per prudenza e non per altro !!); questa volta aspetto che anche altre testate giornalistiche si avventurino nell’analisi sulla “fine di un grande amore … mai cominciato”. E quando gli amori finiscono non c’è mai una spiegazione logica e umanamente comprensibile; posso solo ricordare a tutti che Paolo diverse volte ha pubblicamente dichiarato che “la luce nel Vallo l’accendo e la spengo io”; probabilmente questa volta ha deciso di spegnerla. Fermi tutti, però, la politica insidiosa e traditrice ci ha abituati ad impensabili stravolgimenti, e niente di più facile che nell’immediato futuro possano esserci delle novità.
Alla prossima.