Aldo Bianchini
SALERNO – E’ di nuovo il direttore generale della Bcc Buonabitacolo a scendere in campo per spiegare a tutti il concetto fondante delle banche di credito cooperativo (soprattutto quelle piccole); un concetto che è legato essenzialmente alla “solidità” che dette banche riescono a dispiegare nel corso della loro esistenza economico-imprenditoriale. “Essere e apparire” questo il succo della spiegazione tecnica offerta mirabilmente dal dott. Angelo De Luca nel contesto di una importante intervista rilasciata al quotidiano online “Quasimezzogiorno.it” diretto dal giornalista Lorenzo Peluso. Ma ecco, per stralcio, cosa ha dichiarato il d.g. buonabitacolese il 25 luglio scorso: “”“E’ la solidità la nostra forza; la strada intrapresa da Federcasse per noi è una garanzia per il futuro. La conferma che sono scesi di oltre l’8% i ricorsi nei confronti delle BCC e Casse Rurali e che alle BCC viene confermato anche il più basso dato di soccombenza, a conferma della particolare attenzione al territorio delle banche di comunità, per noi è la garanzia assoluta che la strada che stiamo percorrendo con Federcasse è l’unica strada percorribile per il futuro””. Sicuramente il ragionamento di De Luca può essere scambiato come una presa di posizione di parte, ma non c’è dubbio che gli indici di riscontro evidenziati dalla Federcasse sono l’unico riferimento possibile in un mercato scivoloso, complicato e pericoloso come quello dell’economia legato allo strapotere della grosse banche nazionali ed internazionali. Del resto, al di là delle posizioni di parte, non può essere sottaciuto che l’ A.B.F. (Arbitro Bancario Finanziario) altro non è che il controllore, serio ed indiscusso, di tutti i parametri obbligatori che devono essere forzatamente simili per tutte le banche di credito cooperativo (e non solo !!). L’ABF non risponde ad interessi di parte (almeno così si spera !!) ed “in forza di questa ragione bisogna farsene una ragione” anche se le considerazioni che, almeno una volta all’anno, rende note al grande pubblico oltre che alle stesse banche possono apparire negative per alcuni istituti e positive per altri, al di là dei singoli meriti professionali dei molteplici e diversi pool che regolano la gestione del credito in questo Paese. La certificazione del livello della “qualità di relazione con la clientela” (un fatto assolutamente prioritario per la stessa mission iniziale delle BCC) è un parametro che non può essere mai messo in discussione, che piaccia o meno; anzi quella certificazione deve diventare il volano propulsore dell’attività e della gestione di ogni piccola o media banca di credito cooperativo, ma anche delle banche in genere. Ecco perché l’annuncio che, anche in costanza di una dura repressione economica ormai storicizzata negli ultimi anni, l’ammontare dei ricorsi contro la gestione del credito da parte delle BCC sia sceso addirittura dell’8% deve essere salutato come uno degli elementi più significativi nella continuazione di una “condotta bancaria” che, probabilmente, non ha eguali in tutto il continente europeo a distanza di circa 150 dalla fondazione delle prime Banche di Credito Cooperativo con il compito di prossimità nei confronti della clientela territoriale.
Ovviamente dai dati pubblicati dall’ ABF emergono anche molti altri elementi di discussione che, comunque, ci porterebbero molto lontano dal discorso iniziale che ci siamo preposti di portare avanti anche, se non soprattutto, in relazione all’intervista rilasciata dal dott. Angelo De Luca qualche giorno fa al quotidiano on line di riferimento della propria banca.
Ha ragione, quindi, de Luca quando punta tutta la sua attività bancaria sul raggiungimento e sul mantenimento di quella “solidità” che da tempo Egli va presentando, forse in maniera anche marcata, nei vari consessi specializzati a livello locale e nazionale. Quella di De Luca non è soltanto una lezione di “tecnica bancaria”, probabilmente non lo è affatto, essendo piuttosto un modo molto semplice per fornire degli “indicatori professionali” (senza ergersi a cattedratico !!) a tutti quelli che vorranno farne un buon uso. Difatti il d.g. della Bcc Buonabitacolo partendo sempre dalla difesa dell’autonomia e dalla solidità della sua banca lancia messaggi professionali a tutti, anche ai potenziali avversari diretti e indiretti nell’ottica di una visione globale del problema della stessa “sussitenza in vita” dei piccoli e medi istituti bancari; un problema che riguarda davvero tutti.
Queste ragioni, infine, danno l’esatta spiegazione della scelta di rimanere autonomi e indipendenti (si allontana, difatti, anche la ventilata fusione con la Banca del Cilento) nell’attesa di una definitiva ricompattazione e ristrutturazione complessiva dell’intero “sistema bancario” italiano che dopo essere stato “diffuso”, per un centinaio di anni, cerca di diventare “accentrato” con una serie molto rischiosa di “concentrazione di capitali” senza tener conto che questo negli USA era già stato fatto ed aveva prodotto quegli scandali mondiali che tutti conosciamo, soprattutto per le ricadute sugli altri sistemi bancari esistenti sul pianeta Terra.
La solidità, dunque, deve “essere” ma anche “apparire”, ed a questo inscindibile binomio sicuramente il dg De Luca non si sottrae ben conoscendo le regole del gioco imposte anche dalla “mediaticizzazione” di tutte quelle attività che pur apparendo come non proprie delle banche sono, invece, linfa vitale per la sopravvivenza.
direttore: Aldo Bianchini